Dalla lista civica MaceraTiAmo riceviamo e pubblichiamo:
“Siamo ciò che mangiamo, è fuori di ogni dubbio.
Due sole cose sono più importanti dell’alimentazione per la qualità della nostra vita: l’acqua, sulla quale abbiamo già espresso il nostro punto di vista, e l’aria, di cui parleremo successivamente.
Il nostro Paese è tra i primi in Europa per la produzione biologica, ma non brilla altrettanto per i consumi, soprattutto per la scarsa presenza nella grande distribuzione; un controsenso preoccupante. L’attenzione verso la qualità dei prodotti e soprattutto verso i produttori sta aumentando in maniera esponenziale ma resta incontestabile il fatto che ancora molti di noi siano influenzati da altri fattori quando acquistano prodotti alimentari. Ci si affida per lo più all’estetica del prodotto preferendo per esempio una famosa mela che subisce 32 trattamenti chimici piuttosto che una mela bio, bruttina ma buonissima e sana.
Questo atteggiamento, orientato spesso da una pubblicità ingannevole, ha portato all’indebolimento degli anelli più importanti della filiera alimentare: produttori e consumatori finali.
Le grandi multinazionali del grano e dei prodotti della terra qualche anno fa hanno invogliato gli agricoltori offrendo prezzi di acquisto allettanti, per poi cambiare le regole, come succede da sempre nei paesi del terzo mondo, e arrivare a riconoscere prezzi da fame grazie ai vincoli imposti al produttore. Gli agricoltori di oggi hanno mezzi meccanici costosissimi, lavorano anche di notte, spendono tantissimo per i pesticidi; in compenso i prodotti sono di scarsa qualità e i loro guadagni sono miseri.
I prodotti che acquistiamo nei supermercati quasi mai provengono dalle nostre terre e spesso percorrono migliaia di chilometri con ulteriori danni, sia a carico dell’ambiente che dei prodotti stessi.
Occorre cambiare urgentemente rotta per dare la giusta dignità ai produttori ed accertarsi della qualità di ciò che mangiamo.
Gruppi di persone (i gruppi di acquisto solidale, la rete di economia etica e solidale, le cooperative sociali) si organizzano in tutta Italia per acquistare direttamente dai produttori locali, quasi sempre prodotti biologici, riconoscendo il giusto prezzo all’agricoltore, tutelando l’ambiente e sostenendo l’economia locale; un sistema eccezionale che, grazie anche alla conoscenza diretta del produttore, consente un’alimentazione controllata e sana.
Un luogo comune da sfatare è quello per cui “il biologico è più costoso”. Se infatti da un punto di vista esclusivamente economico si riesce quasi sempre ad ottenere prezzi analoghi ai prodotti non biologici, va tenuto presente che un confronto diretto ed efficace è estremente difficile: la qualità nettamente superiore dei prodotti e le altre implicazioni che questo tipo di consumo comporta, se opportunamente valutate, rendono i prodotti biologici molto più convenienti.
LE NOSTRE PROPOSTE:
– passaggio al biologico di tutte le mense scolastiche cittadine. Molte sono già avviate su questo percorso, ma la responsabilità è completamente a carico dei comitati mensa costituiti dai genitori. L’Amministrazione comunale, in collaborazione con i gruppi di acquisto locali e favorendo comunque un’attività di raccordo tra tutte le mense, dovrebbe dare un supporto tangibile per la gestione delle forniture, lo stoccaggio dei prodotti e il controllo della qualità
– incentivi a quegli agricoltori che decidono il passaggio alla produzione bio, contribuendo ad esempio agli oneri che la relativa certificazione impone. Diversi agricoltori locali stanno comunque avviando questo tipo di produzione in quanto la richiesta di prodotti biologici è in continuo aumento.
– istituzione di un marchio, e relativo regolamento, per incentivare nei negozianti comportamenti virtuosi, quali: offerta di prodotti biologici, riduzione degli imballaggi, vendita di prodotti locali, offerta di prodotti alla spina, raccolta e riciclo dei rifiuti prodotti, risparmio energetico.
Mangiare prodotti biologici di produttori locali è più sano per noi e più sano per l’ambiente”.
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Pienamente in accordo.
Aggiungerei anche convenzioni con le mense universitarie per favorire l’utilizzo di prodotti biologici locali. E’ ora che si inizi a stringere rapporti stretti con l’Università: non è possibile che sia un’isola scollegata dal resto della città
per Filippo: il gruppo di acquisto solidale di Macerata è disponibilissimo a collaborare per la proposta che tu fai. Abbiamo contatti con tantissimi produttori locali e potremmo aiutarvi.
http://www.gasmc.org