Ogni volta che si fa la spesa si sceglie quale sistema incentivare. C'è chi si rassegna e chi cerca di fare il primo passo: diverse aziende agricole si stanno convertendo al biologico, non solo per motivazioni etiche, ma perché hanno compreso che, essendo la domanda in crescita possono ricavarne profitto.
Una cosa che possiamo fare per contribuire a preservare la nostra salute e il nostro territorio è modificare le nostre abitudini di consumo. A Macerata è possibile dato che è attivo un Gruppo di acquisto solidale che permette di acquistare prodotti biologici e locali. 200 famiglie già ne fanno parte.
www.gasmc.org
Fortunatamente i bambini rifuggono dalla contrapposizione anacronistica straniero - italiano: chiedendo al mio nipotino quanti stranieri ci fossero in classe sua (dove 6 su 10 sono figli di immigrati ma nati e cresciuti in Italia) con tono sorpreso ci ha risposto: "NESSUNO". La norma del Ministero avrebbe senso solo riguardo a bambini stranieri appena arrivati in Italia che potrebbero avere difficoltà linguistiche e culturali ma è ingiustificata se applicata a bambini nati in Italia e da sempre inseriti nel percorso scolastico.
Secondo la concezione hobbesiana del potere una volta che il popolo ha scelto i propri rappresentanti “ognuno, tanto chi ha votato a favore quanto chi ha votato contro, autorizzerà tutte le azioni e i giudizi di quell'uomo o di quell'assemblea di uomini”
Questa concezione della delega totale del potere è ormai superata. La democrazia non si esaurisce nel momento del voto ma è partecipazione costante alla costruzione del bene comune con i mezzi che ci sono forniti dalla Costituzione e dalle leggi ordinarie. Ben vengano quindi azioni come queste che aumentano il livello di democrazia e pongono un freno al consumo di territorio.
Non capisco perché in merito alla costruzione dei palazzoni di 6 piani di via Ghino Valenti si parli di riqualificazione: non era assolutamante una zona degradata da riqualificare. C'era un campo incolto punteggiato da ulivi che sono stati sradicati ed ripiantati ammassati in un angolo in una zona spesso in ombra tanto che molti si stanno seccando. Inoltre c'era una antica casa in terra che in un solo giorno è stata abbattuta e sbriciolata. Al proposito chiedo se qualcuno sa se sia possibile fare una cosa del genere.
Fino ad ora sono stati completati 4 palazzi (con le finestre quasi tutte chiuse) mentre altri 2 sono in costruzione. Da anni la zona è transennata. Tra l'altro dovrebbe essere previso un parco pubblico del quale non si vede ancora un accenno. Per favore non utilizziamo il termine riqualificazione ma quello più consono di cementificazione.
In merito alla questione della ineleggibilità sollevata da Roberto Cherubini mi sembra che la richiesta di ulteriori chiarimenti sia legittima. La ratio della norma prevista dall'art. 60 del Tuel risiede nell'intento di scongiurare ipotesi di "captatio benevolentiae" ovvero di "metus publicae potestatis" (in pratica il rischio di un’indebita influenza sull’elettorato insito nelle funzioni di particolare delicatezza esercitate dai funzionari di pubblica sicurezza). In questo caso si tratta non di incompatibilità (per risolvere la quale l'opzione può essere esercitata a posteriori) ma di ineleggibilità (per scongiurare la quale l'opzione deve essere esercitata prima). Tant'è che la legge dice chiaramente che per rimuovere le cause di ineleggibilità l'interessato deve cessare dalle funzioni non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature (comma 3). La cosa importante è che per cessazione dalle funzioni il D.Lgs 267/2000 intende l'effettiva astensione da ogni atto inerente l'ufficio ricoperto (comma 6). Quindi non basta fare richiesta prima della candidatura (sempre che non esistano ulteriori normative in merito).
Forse chi fa polemica non ha mai assistito ad un incontro di padre Alberto e si limita a giudicare quel poco che trasmette la televisione. Mi associo a Filippo Ciccarelli proponendo padre Alberto per una laurea Honoris Causa: se la merita proprio. Tra l'altro operando vicino a Macerata contribuisce a dar lustro in Italia e nel mondo al nostro territorio.
Nonostante il brutto tempo oggi pomeriggio in giro c'erano parecchi turisti grazie al richiamo dei musei aperti. Musei che per l'offerta culturale e artistica certamente non sfigurano con quelli di città più "famose" della nostra dal punto di vista turistico. Solo al turno delle 19.00 a Palazzo Ricci eravamo circa una cinquantina di persone. Unica nota stonata: per trovare un bar o una pizzeria al taglio aperti bisognava affidarsi alla fortuna. Spesso lamentarsi del desertificazione del centro sembra quindi un pò pretestuoso.
Oggi la squadra di Carancini è composta da 7 liste che lo sostengono e da più di 250 candidati consiglieri: in ottica democratica saranno gli elettori che sceglieranno quali eleggere e quindi quale nuovo assetto dare alla città. Possiamo incidere sul futuro, non sul passato dal quale possiamo solo imparare.
Il sig. Paolo Renna dice bene: tutti e 5 i candidati sindaco hanno scelto la via del cambiamento. Ma il cambiamento non va visto necessariamente come reazione a un qualche cosa di negativo. Il cambiamento è insito nella natura umana e motore per l'evoluzione delle civiltà. Una civiltà statica e chiusa al cambiamento , che riproduce semplicemente se stessa e non evolve è destinata a morire. Il cambiamento non implica necessariamente una valutazione negativa di quello che c'è ma è indispensabile in un ottica di miglioramento continuo che da un lato corregga gli errori e dall'altro sviluppi le proprie potenzialità. Quindi distinguiamo il cambiamento dall'inversione della rotta. Inversione della rotta significherebbe stravolgere il carettere accogliente ed inclusivo della nostra città e la qualità dell'offerta culturale e del nostro stile di vita.
Sono profondamente dispiaciuto perché queste cose assurde sembrano succedano solo agli altri: invece questa volta è capitato proprio a una mia cara amica.
Occorre più prevenzione perché una volta che un reato è commesso chi lo ha subito ha poco ristoro da un eventuale punizione del colpevole. Non è bello che in una cittadina come la nostra si perda la fiducia nel prossimo.
Ripropongo quello che avevo scritto proprio venerdì in merito all'accoltellamento perché non è possibile che in un centro così piccolo come Macerata succedano in pochi giorni cose così gravi.
La prevenzione può essere intesa in in 2 accezioni: una di tipo positiva ed una diciamo di controllo.
a) Per quella di tipo positivo bisogna lavorare per spingere a modificare il tipo di offerta del divertimento che viene proposta a Macerata: bisogna creare le condizioni (ed in questo il Comune può fare molto) per innalzare il livello culturale e dare diverse opportunità. La cosidetta movida maceratese si sostanzia solo nello spostarsi a bere da un bar all’altro: nessun concerto, nessuno spettacolo, niente di niente. Se l'unica proposta è il bere non ci si può stupire che poi accadano certi fatti.
b) Nell’accezione del controllo invece è necessario che le diverse forze di polizia attuino un piano di controllo integrato basato innanzi tutto sull’anali dei bisogni. Individuare innanzi tutto gli orati e le zone dove vengono maggiormente commessi i reati:
1) a che serve il cosidetto poliziotto di quartiere di giorno se i reati vengono commessi soprattutto di notte?
2) a cosa serve mettere il poliziotto di quartiere nelle vie centrali se poi i reati (come il borseggio) vengono compiuti nelle zone meno trafficate?
3) a cosa serve la perlustrazione notturna in auto da parte delle forze dell’ordine se poi i problemi si verificano nei vicoli o nelle zone meno accessibili? Non sarebbe indispensabile almeno una pattuglia che gira a piedi per i vicoli del centro?
La prevenzione può essere intesa in in 2 accezioni: una di tipo positiva ed una diciamo di controllo.
a) Per quella di tipo positivo bisogna lavorare per spingere a modificare il tipo di offerta del divertimento che viene proposta a Macerata: bisogna creare le condizioni (ed in questo il Comune può fare molto) per innalzare il livello culturale e dare diverse opportunità. La cosidetta movida maceratese si sostanzia solo nello spostarsi a bere da un bar all'altro: nessun concerto, nessuno spettacolo, niente di niente.
b) Nell'accezione del controllo invece è necessario che le diverse forze di polizia attuino un piano di controllo integrato basato innanzi tutto sull'anali dei bisogni. Individuare innanzi tutto gli orati e le zone dove vengono maggiormente commessi i reati:
1) a che serve il cosidetto poliziotto di quartiere di giorno se i reati vengono commessi soprattutto di notte?
2) a cosa serve mettere il poliziotto di quartiere nelle vie centrali se poi i reati (come il borseggio) vengono compiuti nelle zone meno trafficate?
3) a cosa serve la perlustrazione notturna in auto da parte delle forze dell'ordine se poi i problemi si verificano nei vicoli o nelle zone meno accessibili? Non sarebbe indispensabile almeno una pattuglia che gira a piedi?
@ Maulo. Le somme previste dal bando arrivano fino a 250.000 euro (qualcosa ci si potrebbe fare). Dicevo proprio che se è stato ultilizzato a Macerata non se ne sono visti i risultati e questo dovrebbe spingere a ragionare sul perché. Serve un mix di azioni tra loro coordinate prevedendo nella fase della progettazione il coinvolgimento delle varie associazioni commerciali, culturali, sociali e artistiche che a Macerata pullulano. La sussidiarietà però richiede che il coinvolgimento avvenga nella fase progettuale e non in quella esecutiva dove è poi normale che se non si condivide il progetto non si partecipa. In definitiva questi finanziamenti servono per avviare progetti pilota che individuino le buone pratiche dalle quali avviare processi di meanstreaming e quindi rappresentano solo una parte appunto del mix di azioni che va attivato.
Periodicamente la Regione Marche emana bandi con cui mette a disposizione contributi a fondo perduto per la valorizzazione della qualità architettonica dell’abitato e per dare impulso alla creazione di reti fra le imprese che operano nei centri storici: sono i cosiddetti CENTRI COMMERCIALI NATURALI. E' da una decina di anni (dai tempi in cui ero responsabile del Cescot Confesercenti di Macerata) che c'è questa opportunità ma non mi risulta che il Comune di Macerata o le associazioni che vi operano ne abbiano mai usufruito (o se ne hanno usufruito non ne ho potuto apprezzare i risultati). Gli interventi ammissibili sono quelli di cui necessiterebbe il centro storico della nostra città. Accedere a questi fondi sarebbe un primo passo importante da compiere. Per realizzare le opere infatti occorrono fondi, non bastano le buone intenzioni.
Aggiungerei anche convenzioni con le mense universitarie per favorire l'utilizzo di prodotti biologici locali. E' ora che si inizi a stringere rapporti stretti con l'Università: non è possibile che sia un'isola scollegata dal resto della città
Filippo Monachesi
Utente dal
23/11/2009
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