Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del “Movimento No13 – Macerata” relativo
allo sciopero del biglietto che gli studenti e i precari dell’Onda
Anomala maceratese hanno praticato stamattina, sulla linea urbana da
Scienze della Formazione fino al centro città. “Un’azione – scrivono – per
rivendicare reddito e servizi gratuiti, verso la generalizzazione dello
sciopero del 12 dicembre.”
Oggi l’Onda si riprende il diritto alla mobilità praticando lo sciopero del biglietto.
Gli spostamenti in bus o in treno necessari per raggiungere i luoghi di produzione del sapere e della ricchezza sociale che quotidianamente produciamo, sono uno dei tanti servizi che ogni giorno vengono fatti gravare sulle nostre spalle invece di essere garantiti e gratuiti.
Anche una piccola città come Macerata diventa oggi territorio globale e fabbrica sociale. L’Università in primis, dislocata in diverse arterie della metropoli diffusa marchigiana, da Civitanova a Jesi a Fermo, necessita continuamente di persone in grado di muoversi da un luogo all’altro.
Il caso eclatante dei 25 euro mensili che gli studenti di Scienze della Formazione sono costretti a pagare per raggiungere ogni giorno la loro sede distaccata dal centro cittadino, dimostra come non esista un sistema adeguato di servizi agli studenti ed ai lavoratori precari dell’Università: nessuna possibilità di accedere a tariffe differenziate a mensa né a parcheggi liberi riservati agli studenti, nessuna convenzione né agevolazioni con gli esercizi commerciali.
Non solo, agli studenti ed ai precari vengono fatti pagare anche i costi di una politica immobiliare asservita alle speculazioni, che svende strutture ricettive in centro storico (il collegio Bartolo), ne chiude altre dopo pochi anni di vita (il collegio di Via Illuminati) per riaprirle in zone più o meno periferiche (da Corneto a Santa Croce), continuando a non garantire la gratuità dei trasporti. Tutto questo in un momento in cui la crisi economica e la distruzione del sistema di welfare praticata da governi, banche ed imprese sta gettando nella povertà migliaia di persone.
Nonostante ciò, il Rettore Roberto Sani invece di sostenere la mobilitazione per l’abrogazione della 133 e della 137, invece di salvare quel che rimane dell’Università pubblica e dare voce alle istanze che dal basso con i percorsi di autoriforma ed autoformazione reclamano un’altra Università possibile, annuncia il taglio del 30% colpendo “i fondi per Dipartimenti, ricerca, servizi per gli studenti, didattica, le spese vive” (dall’intervista al Rettore pubblicata sul Resto del Carlino).
Dichiarazioni gravi, che però non fermano anzi alimentano l’Onda che da settimane si sta mobilitando contro i processi di aziendalizzazione dell’università e i tagli dei finanziamenti alla ricerca e alla formazione. Tagli che si accompagnano all’aumento delle spese di guerra, ai fondi statali regalati alle imprese private, al piano salva-banche. La retorica degli sprechi e del contenimento del debito pubblico, abbondantemente utilizzata dal Governo nel tentativo di giustificare i tagli mortali contenuti nella legge 133, rivela così la sua natura puramente ideologica.
Ed allora vogliamo che il grido “Non paghiamo noi la vostra crisi” si estenda a tutti i precari ed i lavoratori dei nostri territori, per riappropriarci della ricchezza che ogni giorno produciamo e che ogni giorno ci viene sottratta dall’arroganza di chi pensa di tagliare il nostro futuro per pagare la sua crisi, privatizzando i beni comuni, proponendoci un meccanismo di debiti e crediti che dall’Università al sistema dei mutui ha creato un impoverimento generale che noi non vogliamo pagare ma cambiare radicalmente.
Cambiare sull’onda dei nostri bisogni e dei nostri desideri, che parlano di servizi garantiti, di produzione libera dei saperi e di tutto ciò che è comune, della rivendicazione di reddito diretto e indiretto in un paese come l’Italia (unico in Europa insieme solo alla Grecia) dove manca perfino un sussidio di disoccupazione slegato dalla prestazione lavorativa! Ed allora che la crisi la paghino loro!
Verso il 12 dicembre per la generalizzazione dello sciopero a tutta la società.
Contro la precarietà, reclamiamo reddito!
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Sui problemi degli studenti di Scienze della Formazione erano già intervenuti i rappresentanti di Azione Universitaria e Azione Giovani nella conferenza stampa tenuta con l’occasione dei primi giorni di protesta dell’Onda Anomala.
(vedi https://www.cronachemaceratesi.it/?p=1188 )
Chissà se sarà possibile trovare un punto di contatto tra le due parti per tentare di risolvere in modo definitivo queste difficoltà da cui i colleghi della nuova sede distaccata sono afflitti quotidianamente.
mentre leggevo l’articolo speravo di trovare un commento similare al tuo Beatrice..
credo che ci fossi tu alla conferenza stampa a cui ti riferisci. Sono fabio massimo conti (di azione giovani x capirci)..x quanto mi riguarda se ne può parlare senza nessun problema…unica cosa però, è che questa protesta inerente il costo dei biglietti degli autobus, va fatta esclusivamente contro il comune di macerata che gestisce il servizio urbano..
Sono assolutamente d’accordo con Beatrice.
Di seguito, il nuovo comunicato arrivato oggi dal “Movimento No133- Macerata”.
Proseguono gli appuntamenti organizzati dal Movimento No133 all’interno del primo ciclo di autoformazione “La vostra crisi non la paghiamo. Crisi dell’Università e crisi globale”.
Una serie di incontri e seminari autogestiti promossi dagli studenti in collaborazione con ricercatori e docenti dell’ateneo maceratese per sperimentare insieme un’autoriforma dal basso dell’università, che parta dalla produzione di sapere libero dal meccanismo degli esami e del rapporto verticale tra docente e studente, che parli di cooperazione tra i lavoratori cognitari e non di competizione, di ricerca e formazione come bene comune e non come merce da vendere e privatizzare.
Il secondo incontro si terrà giovedì 27 novembre alle ore 17.30 presso l’Aula 5 Trasparente della Facoltà di Giurisprudenza in Via Don Minzoni e vedrà la partecipazione di Enzo Valentini, professore a contratto di Economia dello Sviluppo che approfondirà il tema “Crisi economica e nuove politiche del welfare”.
La questione della rivendicazione di reddito e servizi gratuiti è al centro della seconda fase della mobilitazione degli studenti e precari contro la 133, nella prospettiva di generalizzazione della parola d’ordine “Non paghiamo la vostra crisi!”, verso lo sciopero generale del 12 dicembre.
Nella congiuntura economica determinata dalla crisi attuale, la necessità di un nuovo sistema di welfare è un’urgenza sociale e politica immediata in un paese come l’Italia (unico in Europa insieme solo alla Grecia) che non prevede la minima garanzia di un sussidio di disoccupazione slegato dalla prestazione lavorativa.
nn si è sentito nessuno..