“I matti del duce” a Pollenza

Il libro di Matteo Petracci presentato domani in municipio per le manifestazioni della Liberazione

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Matteo Petracci

Matteo Petracci

Domani venerdì 22 aprile alle 21,30 nella sala convegni del comune di Pollenza verrà presentato il libro “I matti del duce. Manicomi e repressione politica nell’Italia fascista” di Matteo Petracci edito da Donzelli. L’evento, curato dal Comune e dalla sezione Anpi di Pollenza, s’inserisce all’interno delle celebrazioni del 71°anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Nel corso della serata l’autore incontrerà il pubblico per illustrare le tematiche affrontate nel suo libro: mania politica, schizofrenia, paranoia, isterismo, distimia, depressione. Sono queste le diagnosi che compaiono nei documenti di polizia o nelle cartelle cliniche intestate agli oppositori politici rinchiusi in manicomio negli anni del fascismo. Diagnosi più che sufficienti a motivare la segregazione per lunghi anni o per tutta la vita. Quali ragioni medico-scientifiche hanno giustificato il loro internamento psichiatrico? Quali, invece, le ragioni dettate dalla politica del regime contro il dissenso e l’anticonformismo sociale? Molto si è scritto rispetto all’esperienza degli antifascisti in carcere o al confino, ma la possibilità che il regime abbia utilizzato anche l’internamento psichiatrico come strumento di repressione politica resta ancora poco indagata. Attraverso carte di polizia e giudiziarie, testimonianze e relazioni mediche e psichiatriche contenute nelle cartelle cliniche, vengono ricostruiti i diversi percorsi che hanno condotto gli antifascisti in manicomio. Alcuni furono ricoverati d’urgenza secondo le procedure previste dalla legge del 1904 sui manicomi e gli alienati; altri vennero internati ai fini dell’osservazione psichiatrica giudiziaria o come misura di sicurezza; altri ancora furono trasferiti in manicomio quando già si trovavano in carcere e al confino. Dall’analisi degli intrecci tra ragioni politiche e ragioni di ordine medico emerge con forza il ruolo giocato dalla sovrapposizione tra scienza e politica nella segregazione di centinaia di donne e di uomini, tutti accomunati dall’essere stati schedati come oppositori del fascismo. Con questo lavoro Matteo Petracci traccia le linee di una storia poco indagata e che consente di fare nuova luce sulle ombre di un periodo storico che ha segnato la società italiana. L’evento, ad ingresso gratuito, è aperto a tutta la popolazione, alle associazioni, agli studenti e a tutti quanti abbiano a cuore la conoscenza della verità storica.



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