
Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata, a colloquio con i sindacati fuori dalla Provincia
di Luca Patrassi
La Corte dei Conti boccia nella sostanza la società consortile appena avviata per il gestore unico del servizio idrico integrato. Stamattina l’assemblea dei sindaci dei Comuni soci dell’Ato 3 non ha potuto far altro che prendere atto dell’intervento della Corte dei Conti che da un lato indica il percorso e dall’altro evidenzia come alcune delle società siano in realtà “scatole vuote”.

I rappresentanti di Cgil e Cisl fuori dalla Provincia
Discussione animata quella guidata dal presidente dell’Aato 3 Alessandro Gentilucci e decisione unanime di prendere atto del pronunciamento, invertire la rotta sulla strada di una società che tolga di mezzo partecipazioni societarie reputate non idonee a garantire i requisiti richiesti. Dibattito vivace e unitarietà di vedute sul fatto comunque di andare avanti, rivedendo la rotta, verso il mantenimento in mano pubblica del servizio idrico. Un’altra assemblea è stata fissata per il prossimo 23 dicembre per definire la procedura da seguire, verificare i contenuti tecnici e i costi che a questo punto resteranno a capo della nuova società. Insomma l’obiettivo resta lo stesso ma si procede a vista con ostacoli che potrebbero arrivare dall’evidente (e richiesto) ridimensionamento del ruolo delle società (iniziando dall’Apm fino all’Atac) che finora hanno gestito il servizio per conto dei Comuni. Dunque tappe forzate con proroga comunque di almeno un anno per mettere in piedi la nuova società, diversamente la strada è segnata con la messa a gara del servizio idrico e a quel punto potrebbero certamente partecipare anche i Comuni ma appunto chiamandosi gara sarà aperta anche ai privati, nell’ipotesi in cui qualche privato reputi remunerativo il piano d’ambito presentato dall’Ato 3.

Chiusa l’assemblea, i sindacati sono subito intervenuti con i referenti provinciali di Cgil e Cisl, rispettivamente Daniel Taddei e Rocco Gravina e quelli di categoria Andrea Coppari, Giuliano Caracini e Dalverio Dafne. «E’ una bocciatura – rilevano i sindacalisti – su tutta la linea. Un fallimento che arriva dopo mesi di discussioni infinite, opinioni divergenti e dopo aver coinvolto una moltitudine di consulenti, esperti e uffici legali, con dispendio di centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico, finito a sua volta sotto l’occhio della stessa Procura della Corte di Conti. Nel corso dell’assemblea dell’Ato3 di stamattina i sindaci hanno finalmente dovuto prendere atto della delibera arrivata dalla Corte dei Conti che afferma inequivocabilmente che le indicazioni fornite dai professionisti incaricati da Comuni e società in merito alle caratteristiche del gestore unico ipotizzate sono contrarie ai principi di legge alla base dell’affidamento in house del servizio idrico integrato. Se da un lato questo intervento della Corte mette una pietra tombale sul percorso votato all’unanimità dall’assemblea e deliberato dai Consigli comunali fortunatamente non è ancora troppo tardi per poter indirizzare la partita verso l’unica strada possibile, quella della costruzione di una reale società unica di gestione conforme al dettato normativo ed anche ai rilievi sollevati dalla Corte. Nell’assemblea di stamattina, alla quale hanno partecipato anche le rappresentanze aziendali dei lavoratori interessati, abbiamo ascoltato il “ravvedimento” dei sindaci rispetto agli errori commessi negli scorsi mesi. Ci auguriamo quindi che sia finito il tempo dei giochi, dei rimpalli di responsabilità e delle inutili forzature e che ci sia finalmente l’unanimità rispetto all’obiettivo da tutti dichiarato del mantenimento in mano pubblica del bene acqua. Come organizzazioni sindacali rappresentative di lavoratori e cittadini del territorio chiediamo quindi all’Ato di concedere prima di fine anno un’adeguata proroga delle concessioni esistenti, vista anche la complessità della situazione, per permettere l’adozione di tutti gli atti necessari al fine di proseguire nel percorso corretto, preso atto che lo stesso è stato da tutti oggi finalmente compreso e condiviso senza ambiguità. Insieme ai lavoratori e ai cittadini interessati vigileremo che questa proroga non sia volta unicamente a prendere ulteriore tempo ma che possa effettivamente portare alla nascita di un reale gestore unico, blindato dal punto di vista normativo. A tal proposito proclamiamo fin da subito la riapertura dello stato di agitazione dei lavoratori del comparto e la ripresa del percorso assembleare nelle aziende coinvolte e tra la cittadinanza ed invitiamo tutti a tenere alta l’attenzione su un tema decisivo per il futuro del nostro territorio».
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