«Terme, altro che nuove valutazioni:
il dietrofront di Fantegrossi
dettato dal nostro ricorso al Tar»

SARNANO - I consiglieri comunali Stefano Battaglioni, Cristina Tartabini (entrambi di Fratelli d’Italia) e Andrea Merli pungolano sul cambio di rotta del sindaco sulla vicenda: «Un anno e mezzo perso colpevolmente per seguire la linea che invocavamo da sempre: forse voleva far passare alla chetichella il fallimento e la vendita all'asta della struttura»

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Il Fabio Fantegrossi con il consigliere Stefano Battaglioni

«Un anno e mezzo per tornare dal via». Non sorprende di certo che i consiglieri comunali Stefano Battaglioni, Cristina Tartabini (entrambi di Fratelli d’Italia) e Andrea Merli siano fortemente critici sul dietrofront del sindaco Fabio Fantegrossi, approvato dal Consiglio comunale la scorsa settimana, sulla questione Terme. I tre, infatti, avevano proposto ricorso al Tar sulla presunta incompatibilità di alcuni membri del Consiglio ritenuto affini o parenti di soci della Sarnano Terzo millennio srl.

La procedura di composizione negoziata della crisi era la strada che aveva infatti avviato già nell’estate del 2024 Battaglioni allorquando gli era stata assegnata la delega alle società partecipate e Fdi era ancora organica alla maggioranza. «Oggi, con tutto il prezioso tempo che si è colpevolmente perso, dopo avere spaccato la maggioranza ed imbarcato sul carrozzone il capogruppo di minoranza Giacomino Piergentili e l’ondivago Pd, per lo più in stato confusionale tra voti con la maggioranza, voti contro (pochi) e presenze per garantire il numero legale salvo astensioni dalla votazione come Ponzio Pilato, il sindaco Fantegrossi vorrebbe far passare il suo dietrofront, imposto magari da dritte di “consulenti finalmente del mestiere” ma soprattutto dal ricorso al Tar contro quella delibera di ammissione al concordato promossa da noi, addirittura come una sua conquista, come un’illuminazione improvvisa, quando invece si tratta solo di un doversi rimangiare la parola obtorto collo – tuona il trio – adesso vorranno far credere alla cittadinanza che sul cambio di rotta non ha inciso il nostro ricorso al Tar, ma che si è semplicemente trattato di una valutazione di convenienza sopravvenuta, in sostanza quella che Fdi sta gridando a gran voce da un anno e mezzo, ritenendo la composizione negoziata meno pericolosa e meno costosa per la società rispetto al concordato».

La revoca della delibera era stata sollecitata e auspicata proprio dal Tar, che aveva rinviato appositamente la decisione sul ricorso al fine di consentire al Comune il ritiro della delibera. «Se tale delibera fosse stata corretta, quale giudice o tribunale ne avrebbe auspicato la revoca? – continuano Battaglioni, Tartabini e Merli – al Consiglio comunale del 20 agosto scorso e nel corso di diverse assemblee dei soci di Sarnano Terzo Millennio, sia il Sindaco che il suo nuovo alleato e capogruppo di minoranza Piergentili hanno più volte affermato che l’unica strada tutelante per la società e per il Comune era il concordato preventivo.  E’ risibile che invece ora lo stesso sindaco, al fine di mascherare il proprio dietrofront, sostenga che l’attuale valutazione di convenienza della procedura di composizione negoziata sia frutto di un’attività di ricognizione e analisi della situazione economico-finanziaria della società da parte del nuovo amministratore unico e del nuovo revisore dei conti, dalla quale sarebbe emersa la possibilità di intraprendere un tale percorso. Quali sarebbero le novità economico-finanziarie. La realtà è questa: il concordato preventivo è l’anticamera del fallimento, forse c’è stato un periodo in cui questo era il vero obiettivo del sindaco, dell’amministrazione comunale e del capogruppo di minoranza Piergentili; le lotte sostenute a gran voce da Fdi in Consiglio comunale, in assemblea dei soci delle terme e da ultimo anche in sede giudiziaria, hanno drizzato le orecchie alla cittadinanza e non solo, creato dubbi e più di qualche malcontento, reso di difficile gestione un’operazione che sarebbe dovuta passare sottovoce e alla chetichella: il fallimento della Sarnano Terzo Millennio e la vendita all’asta della struttura termale con tutti i suoi beni, con qualche avvoltoio pronto a fare festa sul cadavere».

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