Scogliere a Scossicci, via ai lavori.
I balneari esultano ma avvertono:
«900 metri non bastano»

PORTO RECANATI - L’associazione Abpr plaude per l'avvio della posa delle barriere: «Primo passo storico, ma col solo primo stralcio si rischia l'effetto "bordo": si finanzi subito il resto dell’opera, dal Potenza al Musone».

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La motonave al lavoro a Scossicci

Iniziati i lavori per le scogliere a Scossicci, l’Associazione dei balneari sorride, ma ricorda che occorre ancora fare molto: «E’ un momento storico per la difesa della costa portorecanatese, ma il primo stralcio coprirà solo 900 metri, temiamo l’effetto bordo, si metta ai ripari tutta la costa dal Potenza al Musone».

Un punto di inizio: la presenza della motonave che posizionerà le barriere frangiflutti è per tutti i concessionari di spiaggia di Porto Recanati un momento atteso da anni. Quest’anno l’associazione dei balneari aveva lanciato l’allarme per l’erosione della costa che periodicamente lima lo spazio a disposizione della spiaggia, lasciando una sottile striscia di arenile stretto tra ferrovia e Adriatico. Nel 2025 sono stati 800 gli ombrelloni in meno a causa dell’erosione e l’arrivo del pontone è il primo passo per la protezione della costa.

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«Finalmente, dopo decenni di allarmi e promesse, vediamo le motonavi a lavoro – spiegano dall’Abpr (Associazione balneari Porto Recanati) – , vogliamo esprimere i più sentiti ringraziamenti a tutti gli enti e alle istituzioni coinvolte che si sono battuti, come dovevano, quando il progetto ha vissuto un momento di stallo in fase di Via. Ma sappiamo anche che purtroppo il primo stralcio coprirà solamente una porzione del litorale di circa 900 metri. Il pensiero non può che andare alle zone limitrofi a questo progetto, soprattutto a nord, che ne subiranno, speriamo il meno possibile, un probabile “effetto bordo” che andrà ad aggravare una situazione già in emergenza. Chiaro esempio di questo effetto lo stiamo vivendo nel litorale centrale di Porto Recanati, a ridosso del fiume Potenza, dove la forza del mare viene amplificata dalle scogliere che proteggono la Pineta. In quel tratto il mare ha eroso svariati metri di spiaggia, oltre al Lungomare, e anche le strutture balneari rischiano di subire gravi danni come accaduto in passato. Cosa fare quindi? Bisogna correre a finanziare e progettare. Finanziare la realizzazione del secondo e terzo stralcio così da dare continuità al progetto fino alla foce del Musone. Se questo non fosse possibile nell’immediato, finanziare il progetto, già avallato dai tecnici regionali, di manutenzione dei pennelli di quella zona che, come abbiamo esposto in tutti gli incontri con le istituzioni in particolare durante la campagna elettorale, potrebbe mettere un cerotto ad un’emorragia in attesa della sala operatoria. Progettare, infine, la difesa delle altre zone in emergenza a Porto Recanati che non hanno nemmeno un progetto pronto per essere finanziato».

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