
La manifestazione a Tolentino
di Francesca Marsili
Uno striscione: “Dimenticare uguale uccidere di nuovo”. Seicento le voci silenziose, quelle degli studenti e studentesse degli istituiti superiori Filelfo e Frau, che questa mattina si sono levate dal corteo che ha attraversato la città di Tolentino per dire basta violenza sulle donne. Ed è nel luogo dove sei mesi fa Gentiana Kopili è stata uccisa dal suo ex marito, in viale Benadduci, che la marcia si è trasformata in un potente atto in sua memoria: una coreografia toccante dove l’arte ha sfiorato delicatamente quella tragedia per dire “Mai più”.

Il corteo è partito da piazza Don Bosco, protetto da polizia, carabinieri e polizia locale e accompagnato dai docenti. Tra i seicento ragazzi e ragazze, ognuno di loro vestito di un capo rosso, le istituzioni. Un’unica voce che si è snodata attraverso le principali vie della città. Passi segnati dal racconto di 43 donne vittime di femminicidio, la loro storia, la loro tragica fine.
Tanti i gesti simbolici per abbattere il muro della violenza e costruire il rispetto: letture, opere e danze. Davanti al Palazzo Europa e nei pressi dello stadio della Vittoria il corteo si è fermato. Qui gli studenti della terza media della Don Bosco e della Lucatelli hanno consegnato dei palloncini rossi, unendosi simbolicamente alla marcia. Poi l’arrivo in quel luogo della memoria, viale Benadduci, accolto dalla musica di un violino e violoncello suonati da Vanessa Meneghini e Leonardo Carsetti, studenti del Liceo musicale.

Intenso e commovente lo spettacolo di danza delle studentesse del V anno del Coreutico lì dove Gentiana è stata uccisa. Sulle note di “Through the eyes of a child” le ragazze hanno volteggiato attorno ad un ragazzo, seduto sulla stessa panchina dove il 15 giugno scorso si è fermato l’ex marito di Gentiana, Nikollaq Hudhra, dopo averla uccisa. Il movimento dei corpi per ricordare lei e tutte le altre vittime di femminicidio. La professoressa Valeria Baresi, del Liceo Coreutico: «La coreografia nasce da un laboratorio coreografico che abbiamo fatto in classe. Il lavoro non è stato semplice, si rischia di essere didascalici, ed è valso anche come percorso personale, di ricerca sul nostro rapporto con la violenzaLa musica e la danza arrivano a colpire senza passare attraverso la ragione, ma con l’emozione».

In quello stesso luogo è stata apposta un’installazione realizzata dai ragazzi del Frau: una rete metallica come una ragnatela, a rappresentare i legami sociali e familiari che da un lato offrono sostegno ma dall’altro possono trasformarsi in trappole invisibili. Un’opera che ha offerto un ulteriore spunto di riflessione. «Questa manifestazione – ha sottolineato il sindaco Mauro Sclavi – tutto quello che avete visto, dalle scritte alla danza, non è opera della politica, ma del futuro ovvero dei ragazzi. Hanno fatto tutto da soli, e io ne sono orgoglioso». Il preside del Filelfo Donato Romano, in corteo con i ragazzi: «Tenere viva la memoria è una missione della scuola. Questo evento non vuole soltanto onorare la memoria di Gentiana, ma lanciare un messaggio educativo».

Valerio Vincenzetti, studente del liceo Scientifico: «La sensibilizzazione verso le nuove generazioni è la parte più importante, dove sicuramente occorre investire più tempo». La marcia è proseguita sino a piazza della Libertà, dove ad attendere i ragazzi c’erano gli studenti del Liceo musicale. In scena un monologo tratto dalla Medea di Euripide. Sul palco Cinzia Pucciarelli, docente di Diritto del Filelfo e referente della commissione Orientamento, che ha mostrato la cassetta rossa che verrà posta in ogni plesso dei due istituti. In queste casette si potranno porre i ricordi, ma anche le denunce verso comportamenti non corretti. «A giugno abbiamo pensato di organizzare qualcosa di forte, per discutere in modo approfondito il tema – ha spiegato la docente – e questo è l’evento finale», sottolineato dal lancio in aria di palloncini rossi, affinché la memoria delle vittime sia la forza per costruire una società in cui ogni donna possa essere finalmente libera di vivere.

Cinzia Pucciarelli che mostra la cassetta rossa









La vicesindaco Alessia Pupo e il sindaco Mauro Sclavi







Donato Romano

L’installazione in viale Benadduci

Valeria Baresi




Valerio Vincenzetti

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