
Ussita, gru al lavoro
Le loro case da ricostruire restano un miraggio, anche dopo l’appello di fine agosto che pareva potesse sbloccare la situazione. La vicenda riguarda alcuni residenti di Ussita Antonella Dominici, Patrizia Goia, Claudio Bruni e Romina Cecola, che hanno le case a Pratolungo e Calcara, frazioni che sono in una zona a rischio idrogeologico R4. E ora sono pronti a rivolgersi agli avvocati. Perché ad oggi a più da nove anni dal sisma del 2016 ancora tutto fermo, dicono.
«Abbiamo appreso che il Consorzio di Bonifica delle Marche, dopo essersi impegnato a presentare il progetto entro la fine di ottobre scorso, è ancora nella fase di studio e progettazione ed ha chiesto ulteriori mesi di proroga per completare il progetto – dicono i quattro residenti -. A questo seguiranno altrettanti mesi per addivenire all’approvazione del progetto stesso ed anni, ad oggi non quantificati, per l’esecuzione dei lavori di mitigazione del rischio, con una cifra da spendere di oltre 30 milioni di euro. Oltre la beffa di questa assurda situazione ne subiamo anche il danno: non solo non ci consentono di presentare i progetti delle nostre abitazioni né tantomeno avviarne la loro ricostruzione, ma ci hanno precluso la possibilità di accedere ad ogni forma di agevolazione fiscale quale il Sisma bonus, il Super bonus e non sappiamo quantificare le quote in accollo che dovremmo sostenere con il continuo aumento dei prezzi che riguardano l’edilizia e non solo, mettendo, di fatto, una ipoteca sulla nostra vita e su quella dei nostri figli. Nel frattempo aspettiamo di vedere ricostruite le nostre case in un tempo indefinito a causa dell’inerzia da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini».
L’incarico di progettazione, il Consorzio di Bonifica, «l’ha ricevuto ad agosto 2021. Sono passati oltre 4 anni ed è ancora nella fase di studio della progettazione – continuano – ed in tutta questa vicenda nessuno degli enti coinvolti pensa al problema principale e cioè alla sicurezza, anche alla luce degli enormi disastri climatici che stanno interessando parti dell’Italia e che, in tempi recentissimi, hanno coinvolto anche la nostra regione, con smottamenti, danni e vittime, sicurezza tanto decantata come scusante per il procedere a rilento di questo progetto, ma che, dopo 4 anni, ha il sapore di una vera “presa in giro”». La domanda su tutte che si fanno è «Quando riavremo le nostre case? Purtroppo non abbiamo avuto alcuna risposta che potesse, in qualche modo, accendere la speranza. Solo il sindaco di Ussita, appositamente interpellata, sta cercando con ogni mezzo di mettere un punto a questa vicenda ma, purtroppo, subisce le decisioni di chi ha in mano l’intero iter progettuale ed esecutivo. A questo punto non ci rimane altro da fare se non prendere posizione facendoci affiancare dai nostri avvocati per intraprendere le vie legali».
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