Centro per autismo, le famiglie:
«Sceneggiata politica»

CIVITANOVA - I familiari delle persone con autismo non celano il malcontento dopo il rinvio della votazione. Il centrosinistra, a cui ieri sera è stata negata la possibilità di votare l'emendamento parla di «brutta pagina per la città» e di «spettacolo indecoroso e vergognoso»

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Le famiglie ieri in consiglio con maglie e striscioni

«E’ stato un teatrino di false ipocrisie e promesse vuote, pretendiamo risposte». Dopo la lunga e infuocata seduta del consiglio comunale di ieri, il dibattito sul centro per l’autismo di Civitanova Alta non si placa.

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Ad infiammarlo ulteriormente sono le reazioni delle famiglie delle persone con autismo che registrano scontento e disillusione rispetto al comportamento della politica con i consiglieri accusati di aver trasformato la discussione in una «sceneggiata politica» anziché dare una risposta concreta al problema.

consiglio-comunale-centro-autismo-striscioni-novembre-25-civitanova-FDM-7-325x217Le famiglie, in una nota amara, siglata nel pomeriggio hanno denunciato il clima di immobilismo, chiedendo chiarezza e rispetto: «Il consiglio comunale è stato un incontro in cui paradossalmente tutti si sono detti d’accordo — affermano – che il centro è necessario, che il Paolo Ricci è una realtà preziosa, che le famiglie meritano sostegno, ma nessuno ha dato risposte. È un teatrino di false promesse e telefonate a vuoto. Sono anni che aspettiamo: convocate un consiglio comunale solo quando avrete una soluzione vera e veloce, che rispetti la vita dei nostri figli. Perché i politici non si sono confrontati prima mettendo sul piatto anche degli studi che probabilmente non hanno fatto e che avrebbero permesso di focalizzare i punti di debolezza e di forza di un eventuale progetto?».

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Dalla parte politica, la minoranza con i consiglieri Francesco Micucci, Mirella Paglialunga, Elisabetta Giorgini, Piero Gismondi, Elisabetta Murri, Lidia Iezzi e Yuri Rosati, parla senza mezzi termini di una “brutta pagina” per Civitanova. «Uno spettacolo indecoroso e vergognoso — scrivono — portato avanti dal sindaco Ciarapica con la spalla del presidente Troiani, che hanno preferito accaparrarsi gli applausi di qualche famiglia, sfruttando il loro dolore, piuttosto che dare una soluzione al problema».

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I consiglieri di opposizione

Secondo i consiglieri, una soluzione concreta e condivisa era possibile con l’emendamento, firmato anche da parte della maggioranza (tra cui Lega e Fratelli d’Italia), che prevedeva di ridurre la variante da 6.000 a 3.000 metri quadrati. «Si è impedito al consiglio di votare, in modo arbitrario e contrario al regolamento comunale — accusano le opposizioni —. Dopo otto anni di silenzio, il sindaco è riuscito in un solo colpo a spaccare la maggioranza e a non dare risposte alle famiglie. È mancato il coraggio di trovare una mediazione e di portare a casa il risultato, cioè il centro per l’autismo. Troiani ha anche rilanciato il progetto di spostare Villa Letizia per aprire così alla speculazione edilizia fronte-mare. I dubbi da tempo sollevati erano anche di buona parte della maggioranza: un sindaco serio ne avrebbe preso atto. Avevamo gridato i nostri dubbi ai quattro venti, tutti li conoscevano.

consiglio-comunale-centro-autismo-striscioni-novembre-25-civitanova-FDM-6-325x216E le risposte biascicate in questi giorni non davano alcuna sicurezza: tempi biblici per realizzare i 6000 mq (più 1000 per il comune) della variante, senza le risorse necessarie per farlo e senza avere nello specifico un progetto di fattibilità con costi, servizi, autorizzazioni, nulla. Dopo lo spettacolo vergognoso offerto dal sindaco ieri sera, il dato positivo è che il consiglio comunale ha lanciato un messaggio chiaro per la direzione da prendere. Si lavori da subito su una variante ridotta in tempi rapidi, oppure si valutino alternative. La responsabilità delle risposte spetta a chi amministra. Se il sindaco non è in grado o non ha più una maggioranza per farlo ne prenda atto e si faccia da parte».  

(l. b.)

 

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