Una foglia degli ippocastani
di Luca Patrassi
Non pare sia per colpa del caldo, o almeno non solo, che gli ippocastani di viale Don Bosco, a Macerata, si sono colorati precocemente di giallo. Il tempo per l’assessore comunale al verde Paolo Renna di osservare che poteva trattarsi di un problema legato al caldo ed arrivano pareri di esperti.
Oggi c’è stato chi ha pensato di fare un sopralluogo e documentare il tutto sostenendo che si tratterebbe di “Cameraria ohridella”, un lepidottero minatore sbarcato in Italia dalla Macedonia negli anni Novanta che predilige gli ippocastani. Simili infestazioni ripetute negli anni riducono lo sviluppo vegetativo e compromettono la vitalità della pianta. Ai danni prodotti dal lepidottero si sono aggiunti quelli del fungo Antracnosi favorito dall’andamento climatico caldo e umido.
A fronte delle segnalazioni giunta da alcuni tecnici ecco invece l’analisi dell’autorevole agronoma paesaggista Luigina Giordani: «L’ippocastano è una pianta che nel tempo è diventata molto sensibile a tutto, sensibile sia ai patogeni di origine fungina come antracnosi e anche ai minatori fogliari. Non è da quest’anno che si manifestano questi seccumi, queste malattie – fungine, insetti o un insieme di tutto – sono aggravate dal fatto che gli ippocastani sono in ambito urbano e non sono più resistenti all’inquinamento e all’ambito ristretto come le strade. Gli ippocastani piacevano tanto ai reali, piacevano a Napoleone e per questo motivo ce ne sono tantissimi in tutta Europa ma che non andrebbero più messi e sostituiti da alberi più idonei e resistenti».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati