Ricci-Acquaroli, scontro sulla Zes.
«Pura finzione, non c’è un euro»
Il governatore: «Si può fare in pochi giorni»

REGIONALI - Il candidato presidente dem: «Solo un disegno di legge, senza risorse. Marchigiani presi in giro». La risposta del governatore: «Se tutti sono d’accordo, maggioranza e opposizione, in breve può diventare legge». Confartigianato: «Il riconoscimento del diritto delle imprese del nostro territorio ad accedere agli stessi strumenti già attivi nel Mezzogiorno è da tempo una nostra priorità, su cui non abbiamo mai smesso di lavorare»

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Matteo Ricci al mercato di Civitanova sabato scorso

«È pura finzione. Non c’è un euro, e il disegno di legge non è un decreto legge: andrà discusso». Matteo Ricci, candidato Pd per la presidenza della Regione, non usa mezzi termini per commentare l’annuncio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ieri ad Ancona ha comunicato lo “sblocco” della Zona economica speciale (Zes) per le Marche. Secondo Ricci, l’annuncio è solo l’ultimo capitolo di una strategia propagandistica condotta da una «filiera della finzione» che continua a «prendere in giro i marchigiani» al fine di favorire il governatore uscente Francesco Acquaroli. Il governatore replica: «Nessuna finzione. In pochi giorni può diventare realtà».

«Ieri l’ennesima testimonianza della filiera della finzione che continua a mentire ai marchigiani che ha certificato, con la Zes, la crisi marchigiana causata da Acquaroli con un’iniziativa di partito, venduta come istituzionale e pagata con i soldi dei marchigiani» ha commentato Ricci nelle ultime ore.

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Giorgia Meloni in visita a Cessapalombo

«Per rendersi conto della finzione che cercano di vendere ai marchigiani – continua – basta vedere che non si parla di un decreto legge, ma un disegno di legge, quindi non entrerà subito in vigore ma andrà discusso, per cui si andrà dopo le regionali». Secondo Ricci, riferendosi al disegno di legge stesso, «l’altra finzione sta nel fatto che non c’è stanziato un euro e se prevedi defiscalizzazioni devi prevedere risorse a copertura, che invece non ci sono. Non si possono continuare a prendere in giro marchigiani solo per fare propaganda. Poi c’è scritto “ad invarianza dei conti dello Stato”, quindi non deve nemmeno incidere nei bilanci dello Stato e questa rappresenta la terza finzione. Non riconoscere questa certificazione di crisi è da irresponsabili. Noi faremo uscire i marchigiani da questa mediocrità e finzione della destra. Più che Zona economica speciale è il caso di parlare di Zona elettorale speciale alla quale noi contrapponiamo una Squadra reale speciale».

Secondo il candidato, tra l’altro, la mossa della Meloni «senza dirlo significa riconoscere una crisi economica forte delle Marche. Noi sono mesi che lo diciamo che, purtroppo, le Marche non crescono, nonostante i fondi Pnrr ai quali hanno votato contro e i 14 miliardi per il terremoto delle Marche. Dati confermati anche da Bankitalia e Svimez. Dati che non tenevano ancora conto dei dazi che incideranno negativamente sull’export regionale. Ieri – ha concluso l’europarlamentare – hanno annunciato ciò che due anni fa era stato bocciato, dimostrando che c’è una crisi economica e chi può essere il responsabile di ciò se non Acquaroli e la sua Giunta che ieri gioivano per questa cosa».

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Francesco Acquaroli

Non si fa attendere al risposta del governatore Acquaroli: «Ricci dice che è una finzione? Esiste uno strumento per far approvare in tempi rapidi e certi il disegno di legge presentato ieri dal Governo per estendere la Zes alle Marche e all’Umbria: farla approvare direttamente dalle Commissioni competenti di Camera e Senato. Basta che Ricci chiami i suoi riferimenti in Parlamento e se tutti sono d’accordo, maggioranza e opposizione, nel giro di pochi giorni la proposta predisposta dal Governo può diventare legge. Come dimostra il Consiglio dei Ministri di ieri, la maggioranza di centrodestra ha già dato il proprio ok. Aspettiamo che Ricci senta le minoranze e che diano la propria disponibilità per approvare in tempi definiti e immediati questa proposta che rappresenta una svolta storica per la nostra Regione. Noi siamo pronti».

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Giorgia Meloni ad Ancona

Sul tema, anche il duro commento di Italia Viva, il cui comitato regionale supporta Ricci alle prossime elezioni di settembre. «Meloni si sveglia un minuto prima delle elezioni regionali estendendo la Zes (Zona economica speciale) anche alle Marche. Nei fatti inserite tra i destinatari come il Mezzogiorno. Il provvedimento prima annunciato da Fratelli d’Italia nel 2022 durante la campagna elettorale, nel 2023 venne bocciato dal Governo Meloni nonostante le sollecitazioni delle opposizioni e perfino di alcuni esponenti della maggioranza. Acquaroli evitò di chiedere il coinvolgimento delle Marche senza approntare misure alternative soprattutto per le zone terremotate. Evidentemente – ribadisce Italia viva, come fatto da Ricci – si tratta di una mossa elettorale per giunta di dubbia efficacia, considerato il fatto che si tratta di un Disegno di legge (non si nega a nessuno, soprattutto in campagna elettorale) con un iter di approvazione molto lungo e con scarse risorse».

Il partito ricorda che «al solito ci si ferma agli annunci come fu, per esempio e sempre a ridosso di una tornata elettorale in quel caso le Europee, per il decreto sulle liste d’attesa. Per Acquaroli e Meloni basta la parola a favore di telecamera e su un palcoscenico, lasciando che le Marche e in particolare i comuni del cratere – che dovrebbero essere gli unici destinatari del provvedimento – continuino a patire le difficoltà dovute anche alla gestione del commissario Castelli. “Progetto Marche vive” attraverso i suoi candidati del maceratese Rosita Platinetti e Ulderico Orazi, denuncia le modalità improvvisate di una decisione che appare una mossa a effetto per imbonire un territorio e i cittadini. Confermando l’assoluta inadeguatezza di Acquaroli, della sua Giunta e di una Premier che pensa di fare cassa elettorale sulle spalle dei marchigiani millantando un’attenzione che serve solo a compensare i sondaggi negativi che vedono Acquaroli dietro a Ricci anche nella sensibilità da manifestare di fronte a problemi che usa solo per ottenere un consenso elettorale e che dopo il voto verrebbero dimenticati».

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Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli – Fermo (foto d’archivio)

Anche Confartigianato interviene sull’estensione della Zes. In attesa dei prossimi passaggi parlamentari e dei decreti attuativi, il segretario generale Giorgio Menichelli è intervenuto per sottolineare il valore della misura, restando comunque in attesa di capire i tempi di applicazione.

«Questa scelta rappresenta per noi una grandissima soddisfazione – si legge nella nota dell’associazione – perché il riconoscimento del diritto delle imprese del nostro territorio ad accedere agli stessi strumenti già attivi nel Mezzogiorno è da tempo una nostra priorità, su cui non abbiamo mai smesso di lavorare. Si tratta di un passaggio fondamentale che potrà favorire la competitività, la coesione territoriale e la crescita delle nostre comunità imprenditoriali. Il provvedimento, infatti, apre la strada a incentivi fiscali importanti, come il credito d’imposta fino al 100% per investimenti produttivi superiori a 200mila euro (fino a un massimo di 100 milioni), con possibilità di utilizzo fino al 15 novembre 2025, introduce semplificazioni procedurali concrete, come l’autorizzazione unica e l’adeguamento del Piano Strategico 2024–2026 già adottato a livello nazionale con il riconoscimento delle peculiarità territoriali delle due regioni, anche in relazione ai territori colpiti dal sisma e alle aree di crisi industriale complessa. Presumibilmente le filiere interessate saranno le stesse previste ora dal Piano, ovvero agroindustria, turismo, elettronica e Ict, sistema casa, moda e Made in Italy, energia e ambiente, chimica e farmaceutica, mobilità sostenibile e aerospazio. Si tratta di settori già individuati per il sud e perfettamente rappresentati anche nel nostro territorio, che meritano attenzione e investimenti mirati. La possibilità poi di avviare anche una Zona logistica semplificata interregionale, con il porto di Ancona come snodo, è un ulteriore elemento strategico che rafforza la visione complessiva. Misure di questo tipo possono realmente sostenere la competitività delle micro e piccole imprese, agevolando nuovi investimenti, rilanciando le aree interne e valorizzando il tessuto artigiano. Siamo consapevoli che i tempi non saranno immediati, perché con l’approvazione parlamentare del Ddl, sarà poi necessaria l’adozione di un Dpcm attuativo, che definirà nel dettaglio le modalità operative e i criteri di accesso agli strumenti previsti. Ma il segnale è chiaro: finalmente si agisce per colmare un vuoto normativo che penalizzava imprese capaci, resilienti e già internazionalizzate e garantire pari opportunità. Le imprese marchigiane e umbre non chiedono privilegi, ma strumenti per competere alla pari. È plausibile che l’attuazione completa richieda alcuni mesi – una volta approvato il Ddl, si entrerà nella fase attuativa con l’aggiornamento del Piano strategico entro 60 giorni – ma l’avvio dell’iter rappresenta un impegno concreto verso il riequilibrio tra territori».

«Confartigianato – conclude la nota – continuerà a monitorare le fasi del procedimento e a supportare le imprese associate nell’interpretazione e nell’utilizzo di queste misure, offrendo assistenza normativa, fiscale e progettuale per cogliere appieno le opportunità che si apriranno nei prossimi mesi. La Zes potrà diventare una leva decisiva per attrarre investimenti, rilanciare le aree interne, sviluppare il turismo, e valorizzare il saper fare artigiano. È il momento di prepararci a cogliere questa opportunità, con visione, competenza e unità d’intenti, auspicando di accelerare il più possibile l’applicazione concreta della misura».

 

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