
Giulio Pellizzari alla Liegi-Bastogne-Liegi (foto Red Bull-Bora-Hansgrohe)
di Marco Pagliariccio
Mica male esordire in una “Monumento” mettendosi alle spalle due ex campioni del mondo. Il ciclista camerte Giulio Pellizzari ha partecipato ieri alla sua prima “Classica del Nord” sulle strade della Liegi-Bastogne-Liegi mettendosi alle spalle nientemeno che Julien Alaphilippe, iridato nel 2020 e 2021, e Remco Evenepoel, campione nel 2023.

Pellizzari, passato quest’anno alla formazione tedesca della Red Bull-Bora-Hansgrohe, ha lavorato per il capitano Dani Martinez (che ha chiuso al settimo posto), ma è riuscito comunque a non perdere troppo terreno dal vincitore, il solito, straripante Tadej Pogacar. Il 22enne astro nascente del nostro ciclismo ha chiuso al 57° posto a 3’01” dal fenomeno sloveno, proprio davanti ad Alaphilippe (giunto a 3’03”) e a Evenepoel (a 3’11”), sloveno con il quale aveva duellato in una tappa dello scorso Giro d’Italia.
E proprio il Giro d’Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo per il ragazzo da Camerino. In un primo momento la squadra non sembrava orientata ad inserirlo nel team da spedire alla Corsa Rosa a sostegno del capitano Primoz Roglic, ma da giorni si rincorrono voci, per ora non confermate né dall’atleta né dalla squadra, di una sua possibile presenza alla kermesse, che peraltro quest’anno farà tappa proprio dalle parti di casa sua con l’arrivo dell’8° tappa, il 17 maggio, in programma a Castelraimondo. Questione di giorni prima che i nomi degli atleti presenti alla corsa siano svelati, visto che alla partenza del Giro (che quest’anno scatta dall’Albania venerdì 9 maggio) manca solo una decina di giorni.
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Sulle strade d’Ardenne, tra côte e vigor,
Giulio Pellizzari ha scritto il suo splendor.
Cinquantasettesimo, ma non è un numero vano,
è un canto di grinta, di un cuore sovrano!
Liège-Bastogne-Liège, la Doyenne severa,
con salite che sfidano, che il fiato dispera.
Ma Giulio, con forza, ha pedalato deciso,
ogni metro un trofeo, ogni passo inciso.
La Redoute, lo Stockeu, giganti di pietra,
non han piegato il suo sogno, la sua fiamma eterea.
Tra i campioni del mondo, tra miti e leggende,
il suo nome risuona, e il futuro si accende.
Cinquantasette, un posto d’onore,
per chi lotta e non cede, col fuoco nel cuore.
Oh Pellizzari, guerriero di Liège gloriosa,
la tua corsa è un poema, epica e radiosa!
Caro Pavoni, con condivido (quasi) mai i tuoi commenti ma stavolta, visto che la corsa si correva in Vallonia dove si parla il francese, ti dico “chapeau!”
Grokino ti ringrazia, Sileoni. Da vecchio avvizzito invidio la tua tenerezza…