Un’esplosione di sacchetti in centro,
il porta a porta così non va.
Servono progetti alternativi

MACERATA - Abbandoni dopo abbandoni, passare in centro non è un bel vedere, anche oggi sono comparsi sacchetti di tutti i tipi nonostante la "caccia" ai furbetti. Ma anche per la consegna normale strade e vicoli restano con i rifiuti in giro per diverse ore sino a che non è terminata la raccolta mattutina, non il massimo per i tanto ambiti turisti e visitatori (e nemmeno per chi ci vive e lavora)

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Sacchetti abbandonati questa mattina all’angolo tra via Lauro Rossi e via Padre Matteo Ricci

La carica dei sacchetti in centro, dopo la “caccia” ai furbetti, nel cuore di Macerata non si fermano le “consegne” di sacchi buttati in strada e ce n’è di tutti i colori, gialli, blu, neri, di carta e pure “fantasy”. Uno scatto per dirne molti: all’angolo tra via Lauro Rossi e via Padre Matteo Ricci questa mattina c’era una bella collezione di sacchetti abbandonati.

Una immagine che fa il paio con altri abbandoni dei giorni scorsi. Di chi è colpa? Di gente che non ha fiducia nella raccolta differenziata? Di maleducati? Di studenti che vanno via per il week end e non possono raggiungere i cassonetti ad hoc perché sennò perdono il treno o il bus? Di chiunque sia la colpa è evidente che la raccolta porta a porta in centro non funziona.

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L’idea era nata per far sparire i brutti cassonetti che non si potevano vedere di fronte agli eleganti palazzi del centro storico. E ok, è vero che per il turista essere accolto da un cassonetto non è il massimo. Però bisogna anche fare i conti con l’altra faccia della medaglia: tolti i cassonetti sono rimasti i sacchetti: una scia di sacchetti lungo strade e vicoli, sulle piazze, lungo le piagge. È bello questo? No, non è bello nemmeno questo. E i sacchetti la mattina, perché a raccoglierli tutti è lunga e richiede tempo e impegno, rimangono a volte anche sin dopo le undici in certe strade e pure oltre. La raccolta porta a porta, con tanto di microchip nei sacchetti, è al tramonto? E se si tornasse ai cassonetti? Magari studiando dei punti raccolta idonei, curati, integrati come arredo urbano. Insomma cassonetti che non sembrino cassonetti ma che divengano arredo urbano.

A Macerata abbiamo persino un’Accademia di belle arti, mica ce l’hanno tutte le città: perché non coinvolgerla, come fatto per altri progetti, nello studio di un nuovo arredo urbano, magari qualcosa di artistico, che ci salvi dai cassonetti e dai sacchetti. O magari, con un po’ di immaginazione in più, si potrebbe pensare a cassonetti “invisibili”, che si aprono come tombini e il cestino resta ancorato sotto il livello della strada.

(di Redazione Cm)

(Scatti di Fabio Falcioni)

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