di Luca Patrassi
Il tempo per i maceratesi di mandare in archivio l’edizione 2025 dei riti pasquali e il Consiglio comunale interrompe la serie di sedute senza una delibera di un minimo interesse per proporne due a distanza ravvicinata e con argomenti di sicuro impatto. La prima sessione è stata convocata per i prossimi 28 e 29 aprile e delibera di riferimento sarà quella di approvazione delle tariffe Tari con aumenti già indicati lo scorso anno (7,5%) mentre la seconda è annunciata per il 12 maggio e vedrà al centro la delibera del nuovo centro commerciale Simonetti a Piediripa.
La vicenda Simonetti è argomento di rilievo comunale da parecchi anni, la pratica edilizia nasce ai tempi del sindaco Meschini nel 2008 mentre è la maggioranza Carancini che autorizza nel 2010 l’insediamento di un parco commerciale sul tipo di Corridomnia e il Comune incassa dal privato gli oneri di urbanizzazione e la ex chiesa di San Rocco in vicolo Costa.
Poi varia la legge urbanistica regionale e Simonetti chiede di rivedere tipologia costruttiva diminuendo le superfici. Proposta che da alcuni anni giace non discussa con relativi ricorsi al tar e annunci di richieste di risarcimento dei danni. La pratica ora è stata affrontata nei suoi molteplici aspetti, legali ed economici ed andrà appunto al’esame del Consiglio di metà maggio.
Secondo i rumors della vigilia, la maggioranza sembra aver imboccato la strada dell’approvazione dopo aver risolto alcune questioni tecniche e verificato i possibili rischi di un diniego in apparente contrasto con il via libera di tanti anni fa. Al netto di alcune posizioni contrarie di singoli consiglieri, la maggioranza a guida Parcaroli è orientata a dar corso alla proposta Simonetti.
Il prossimo Consiglio comunale, quello del 28 e 29 aprile. La seduta del lunedì inizierà, alle 15,30, con due interrogazioni sui lavori di riqualificazione dei Giardini Diaz (Stefania Monteverde di Macerata bene comune) e sulla chiusura notturna del cortile tra via Pannelli e via Don Bosco (Andrea Perticarari del partito Democratico). Il Consiglio passerà poi alla discussione delle tre delibere iscritte all’ordine del giorno dei lavori che riguardano l’approvazione delle tariffe Tari 2025, il regolamento per la somministrazione di alimenti e bevande e la modifica all’articolo 66, comma 10, del regolamento edilizio comunale.
L’assise cittadina prenderà poi in esame le quattro mozioni presentate relative all’attivazione di servizi alternativi gratuiti per la raccolta dei rifiuti a seguito della chiusura dell’isola ecologica di Piediripa (Andrea Blarasin di Fratelli d’Italia), sulla situazione igienico-sanitaria nel vicolo che si affaccia su viale Trieste (Alberto Cicarè di Strada comune – Potere al popolo), al No ReArm (Roberto Spedaletti e Roberto Cherubini del Movimento 5 stelle) e sulla Ztl centro storico (Andrea Perticarari del Partito Democratico e altri consiglieri di minoranza). Infine in discussione un ordine del giorno sull’intitolazione di un luogo istituzionale a Maria Pucci, prima parlamentare donna, eletta nel 1948 nelle fila della Dc, imsegnò anche al liceo Leopardi di Macerata (Lorella Benedetti di Fratelli d’Italia e altri consiglieri di maggioranza e di minoranza). Nel caso in cui la seduta del 29 aprile dovesse risultare deserta, la seconda convocazione è fissata per il 5 maggio alle 16.
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Intanto mi congratulo con l’amico di sempre Luca Patrassi che con il suo stile preciso e soft, a volte non privo di ironia e sagacia, ci informa su quanto sta accadendo ( e accadrà) in Consiglio comunale. Mi riferisco alla ennesima “grida” manzoniana riferibile alla “vicenda” Simonetti e alla sua storytelling, una vera e propria “narrazione” che include, addirittura, il ricorso ( sempre “narrante”) ad Adam Smith e ad alcuni principi o brocardi del pensiero “liberale”. Ma qui occorre Alessandro Manzoni per comprendere “plasticamente” la “cosa”. Noi ricordiamo che Renzo Tramaglino si doveva sposare con Lucia Mondella. Il prete era don Abbondio, quello che Manzoni dice essere un pavido (“uno il coraggio non se lo può dare”). Ma due “Bravi” ( il Griso e il Nibbio) telecomandati da un “potente” di quel tempo ( come ce ne sono oggi) don Rodrigo, minacciano don Abbondo “obbligandolo” a non sposare Renzo. Don Abbondio deve trovare assolutamente un “sistema” per il matrimonio. Quando Renzo va da lui don Abbondio comincia a citare “impedimenti” per il matrimonio,in latino, ovviamente, cito per sorridere:” Error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus, disparitas si sis affinis, cominciva don Abbondio contando sulla punta delle dita- si piglia gioco di me? Interruppe il giovine, che vuol che io faccia del suo latinorum?” Ma la questione non si ferma qui. Renzo vuole assolutamente giustizia e ricorre al noto avvocato Azzeccagarbugli più noto per i suoi rapporti con i potenti. Lo paga con due capponi.Ma, niente da fare.Il paziente lettore si chiederà come mai io abbia affrontato la questione Simonetti a livello letterario. Perchè lo merita.
Questo cambio di orientamento della maggioranza sulla questione Simonetti, se vero, è un grande errore.