Slalom tra i cantieri,
parcheggi introvabili.
I residenti: «Centro fuori controllo»

MACERATA - La rabbia di chi vive in via Armaroli e via Berardi: «Non veniamo avvisati di nulla e non si sa quando finiranno i lavori». Sos degrado, alcune zone diventano bar a cielo aperto

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Alcuni dei parcheggi occupati

di Giulia Sancricca

«Nessuna considerazione per chi vive in centro. I cantieri aumentano a dismisura e per noi trovare parcheggio è diventato impossibile». Sbottano alcuni residenti di via Armaroli e via Berardi che si trovano a fare i conti con l’annoso problema della mancanza di posti per le auto: una situazione che peggiora di giorno in giorno con l’aumentare del numero dei cantieri.

Da un lato il prestigio di vivere in centro storico, nel cuore di Macerata. Dove la vista dagli edifici più illustri, con particolari architettonici di pregio, spazia dai Monti Sibillini al mare. Dall’altro l’incubo dei parcheggi.

Sono sempre stati due lati della stessa medaglia che, in maniera equilibrata, facevano comunque pendere la bilancia verso i punti a favore. Ma ora questa convinzione, per molti, inizia a vacillare. Tornare a casa dopo una giornata di lavoro e dover girare in auto più e più volte alla ricerca di un parcheggio che dovrebbe essere riservato ai residenti ma che non c’è, e per il quale si paga un abbonamento più alto rispetto agli altri, diventa snervante.

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I graffiti sui bagni pubblici

Se qualche anno fa i residenti del centro, dentro le mura cittadine, dovevano fare i conti con i soli parcheggiatori abusivi che occupavano i posti riservati senza averne diritto – ed era comunque una disagio – oggi si trovano a fronteggiare cantieri che spuntano come funghi ma che non vengono di certo chiusi con la stessa velocità con cui vengono avviati. Anzi. I nuovi lavori si aggiungono a interventi in stallo da mesi: transenne, camion, strade chiuse e le strisce gialle si cercano con il lumicino. La pazienza dei residenti è arrivata al limite in ogni zona del centro. Ora, sul piede di guerra, sono coloro che vivono in via Armaroli e in via Berardi dove ultimamente sono stati aperti nuovi cantieri e a questo disagio aggiungono lo sdegno per la mancanza di decoro.

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«Nella zona adiacente ai bagni pubblici di via Berardi – fanno notare alcuni residenti – vi sono tre cantieri, uno vicino all’altro, che tolgono il parcheggio riservato a chi vive in zona. Si tratta di almeno 6 o 7 posti che vengono ora usati da chi lavora in centro. Anzi, spesso i furgoni occupano anche i posti riservati ai residenti». Ma a creare indignazione sarebbero i mancati avvisi: «I residenti non sono stati informati di nulla», aggiungono alcuni che ora chiedono all’amministrazione «una alternativa, a fronte anche di un abbonamento per il parcheggio dei residenti che nella zona dentro le mura ha un costo raddoppiato (42 euro l’anno l’abbonamento generico per i residenti e 82 euro l’anno per chi vive dentro le mura)». Delusione e amarezza, quindi, per chi vive nel cuore del capoluogo: «Nessuna considerazione per noi». E ad aggravare lo sconforto è la mancanza di informazioni sui tempi dei lavori: «Non si conosce la chiusura dei cantieri, considerando che i precedenti interventi sono attivi da anni. L’ultimo cantiere sorto in questi giorni, davanti alle ex suore di clausura, ha anche incluso nelle transenne la fontanella di acqua potabile, impedendone l’uso pubblico».

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Tutti disagi che, nel caos di una città, si fanno sempre più pesanti: non solo per rientrare a casa o recarsi al lavoro si è costretti a fare lo slalom tra i cantieri, imbottigliati nel traffico soprattutto nelle ore di punta, ma il delirio prosegue anche per la ricerca del parcheggio introvabile. Segnalazioni che si sommano a quelle sul degrado: «Il centro storico è ormai in totale abbandono, non c’è più controllo. Le mura dei bagni pubblici sono imbrattate da anni. Le promesse di ripulirle sono risultate vane come anche la promessa di installare una telecamera in una posizione che permetta di controllare la zona che, soprattutto il giovedì, diventa un bar a cielo aperto con tutto ciò che ne consegue».



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