Manca il numero legale,
salta il Consiglio sulla sanità.
Acquaroli: «Occasione persa»

CIVITANOVA - La minoranza esce dall'aula, maggioranza in difficoltà. Dispiaciuto il governatore: «Stanno per uscire gli atti aziendali e volevamo illustrare i presupposti che sono alla base della riforma calandola sui territori come abbiamo già fatto in altre realtà. Questo doveva venire prima dello scontro politico»

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I banchi della minoranza vuoti, solo 11 i consiglieri di maggioranza e l’assise sulla sanità salta

di Laura Boccanera

Salta il Consiglio comunale sulla sanità a Civitanova, non bastano le chiamate ai consiglieri di maggioranza che non si erano presentati al primo appello, la minoranza non garantisce il numero legale. Il governatore Francesco Acquaroli: «Persa un’occasione, spiace». Al centro del tema la riforma sanitaria, una discussione attorno all’azienda e ai suoi numeri, in particolare l’atto aziendale, il documento che disegna l’organizzazione e le articolazioni di governo dell’azienda sanitaria e i suoi rapporti con gli enti locali, la Regione, le rappresentanze dei cittadini.

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La stretta di mano poco convinta fra Francesco Acquaroli e Francesco Micucci (Pd)

Che sarebbe stato un confronto acceso visto il tema e viste le polemiche che lo hanno preceduto per l’impossibilità del pubblico a partecipare c’era da aspettarselo, ma che a non parlare alla fine sarebbero stati proprio il Governatore delle Marche Francesco Acquaroli e l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini è stato abbastanza sorprendente. E’ mancato il numero legale per considerare la seduta valida, 13 gli assenti al secondo conteggio, non bastano gli 11 presenti più il sindaco.

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Alle 17 in sala del consiliare ci sono solo 6 consiglieri della maggioranza (Roberto Pantella, Pierpaolo Turchi, Fabiola Polverini, Giorgio Pollastrelli, Paola Campetelli, Piero Croia) e quattro della minoranza (Mirella Paglialunga, Francesco Micucci, Piero Gismondi, Silvia Squadroni). Micucci chiede il numero legale e l’assise si riaggiorna alle 18. Ma a quell’ora nonostante l’arrivo in forze dei consiglieri di Fratelli d’Italia (Ruffini, Nori, Capozucca) e di Paola Fontana, la minoranza non garantisce il numero e rimane fuori dall’aula. Il consiglio salta.

 

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Scelta che provoca la reazione del presidente del consiglio comunale: «Prendiamo atto che manca il numero legale – ha detto Fausto Troiani – i consiglieri che sono espressione dell’elettorato hanno sempre ragione, prendiamo anche atto che alla minoranza non interessa l’argomento sanità, lo riconvocheremo dopo le feste perché ci interessava parlare col Governatore di qualcosa che riguarda tutta l’area vasta».

Rammaricato il presidente della Regione Francesco Acquaroli: «Dispiace perché eravamo venuti a parlare di una sfida che riguarda tutti noi, tutti il territorio. Stanno per uscire gli atti aziendali e volevamo illustrare i presupposti che sono alla base della riforma perché non è basata solo su ciò che c’è scritto, ma volevamo calarla sui territori come abbiamo già fatto anche in altre realtà come Pesaro, Ancona, Fabriano, San Benedetto, Fermo, Urbino, Fano. Spiace che uno scontro politico non abbia permesso di affrontarlo».

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Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità

Dall’opposizione ferma la propria posizione senza rimorsi per non aver consentito l’assemblea: «E’ grave che mancasse la maggioranza ed è incredibile l’accusa di Troiani che dice che non ci interessa la sanità quando loro per primi erano assenti» – la posizione di Mirella Paglialunga, mentre per Francesco Micucci non è mancato il rispetto delle istituzioni: «ci mancherebbe che toccasse a noi garantire il numero legale, noi c’eravamo, loro non sono capaci di farlo e non vogliono nemmeno sottostare alle regole. Il rispetto da entrambe le parti, fare un consiglio comunale senza permettere al pubblico di parlare è assurdo, facessero un’assemblea».

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