Il sindaco Sandro Parcaroli, la “sua” civica di fatto non esiste più
di Luca Patrassi
Il giorno dopo il cambio di gruppo (leggi l’articolo), il coordinatore della giubilata lista civica Parcaroli (ora “Pensiero e Azione”) Gianluca Micucci Cecchi non usa mezzi termini: «E’ risultata incompatibile, per i consiglieri civici appunto, l’appartenenza ad un gruppo che prende il nome del sindaco che, inevitabilmente per la sua posizione e per sua volontà, è stato accondiscendente allo sbilanciamento della maggioranza verso i partiti, se non protagonista». Tradotto: è colpa di Parcaroli se la civica gli si è rivoltata contro.
Probabilmente il caso è unico e meriterebbe di essere studiato non solo negli ampi e rinnovati spazi di Scienze Politiche di Unimc (e magari fatto oggetto di una mostra documentaria tra qualche anno a cura del prof Angelo Ventrone) ma anche nelle Facoltà di Medicina per i risvolti collegati. Il sindaco Sandro Parcaroli si presenta con il centrodestra alle elezioni comunali da candidato sindaco e stravince al primo turno grazie anche al 10% ottenuto dalla sua lista civica che non a caso si chiama lista Parcaroli. Lasciando i vari passaggi interlocutori (la lista ha eletto quattro consiglieri comunali e ha avuto due assessori di peso per poi perdere due consiglieri emigrati altrove (Leombruni a FdI e De Padova al Gruppo Misto), ieri c’è stato in Consiglio comunale il colpo di teatro. I due consiglieri comunali superstiti hanno tolto di mezzo (per ora il nome) Parcaroli e fondato il gruppo “Pensiero e Azione”: operazione che poteva apparire di restyling se non fosse intervenuto, da par suo, il coordinatore della lista civica Gianluca Micucci Cecchi per dire che si tratta di una risposta che la lista civica vede il sindaco troppo appiattito sui partiti e bisognava invece rivendicare il ruolo dei civici. Andrebbe pure quasi tutto bene, se non fosse per il piccolo particolare che a presentarsi alle elezioni e a vincerle è stato Sandro Parcaroli ed è possibile che molti elettori che hanno contribuito al 10% di quella lista lo hanno fatto pensando di sostenere Parcaroli e non lo spirito civico di chi oggi c’è, domani magari passa a un altro gruppo e dopodomani contesta il padre fondatore della lista.
Altro passaggio politicamente poco chiaro: se l’ex presidente dell’Apm Gianluca Micucci Cecchi voleva far sentire la presenza dei civici perché non trovare un accordo con gli altri tre consiglieri che formano il Gruppo misto? Mentre fervono gli interrogativi, anche se la risposta potrebbe essere semplice e da ricercarsi in presidenze mancate per effetto dei veti dei partiti del centrodestra, la maggioranza è costretta a far di conto in questo finale di legislatura. Se ad inizio legislatura la maggioranza contava su venti consiglieri (21 con il sindaco) contro i 12 di opposizione, oggi il quadro si direbbe fluido. Considerando il gruppo misto, l’opposizione si attesterebbe sui 15 consiglieri contro i 17 della maggioranza. In più c’è il balletto dei due consiglieri superstiti della lista Parcaroli che un primo segnale formale lo hanno dato: come dire che la maggioranza potrebbe anche andare sotto in una qualsiasi delibera. Ci sarebbe da spiegare ai cittadini come si fa ad essere eletti con il centrodestra e passare sul fronte opposto, ma questo oramai non lo fa più nessuno. Anzi rimanere fedeli a un partito, rischia di essere registrata come la posizione di un eccentrico.
Gianluca Micucci Cecchi, ex presidente dell’Apm
Il nuovo scenario che si propone in Consiglio comunale: la maggioranza in teoria ha 17 voti (6 FdI, 6 Lega, 2 FI, uno Udc e i due ex Parcaroli (la minoranza ne ha 15 (5 Pd, 3 del Gruppo misto, 2 Cinque Stelle, uno ciascuno per Macerata Bene Comune, Strada Comune, Macerata Insieme e Macerata Rinnova). Nei decenni passati, in tempi di “vacche magre”, le “battaglie” in maggioranza scoppiavano alla vigila della presentazione dei bilanci per i fondi assegnati ai vari assessorati, ora in periodi fantascientifici per la capacità di attrarre fondi (Pnrr, Governo, Regione) il centrodestra litiga per motivi ignoti. L’unico forse è il prof Ventrone a poter tentare la risposta, magari alla luce degli slogan usati dai vari protagonisti di questa fase.
Ed ecco comunque la dichiarazione odierna di Gianluca Micucci Cecchi: «Intendo fare alcune precisazioni: l’associazione “Pensiero e azione” non è contraria ai partiti, non cadiamo in questo equivoco, ma è contraria allo sbilanciamento di questa maggioranza a favore degli stessi e a discapito dei “civici”; di conseguenza è chiaro che è risultata incompatibile, per i consiglieri civici appunto, l’appartenenza ad un gruppo che prende il nome del sindaco che, inevitabilmente per la sua posizione e per sua volontà, è stato accondiscendente a questo ordine di cose, se non protagonista. La situazione di fatto che si è venuta a creare è oggettivamente non rispettosa di quanto i cittadini hanno espresso in sede elettorale ponendo i civici in una posizione assolutamente marginale e secondaria, se confrontata a quella degli altri componenti della maggioranza. Perché un’alleanza non sia sudditanza occorre il rispetto di tutte le parti che la compongono e la partecipazione delle stesse a ogni fase dell’amministrazione del comune, compresa quella consultiva e decisionale, non solo a quella finale del voto. Da qui la decisione di optare per una scelta coraggiosa ma che restituisce certamente maggiore autonomia ai consiglieri aderenti, in ossequio al mandato ricevuto dai loro elettori. In tal senso è stato costituito il gruppo consiliare “Pensiero e Azione” a cui hanno aderito i consiglieri Alessandro Bini e Cristina Cingolani, i quali già appartengono all’associazione dall’omonimo nome, di cui, invece, non fanno parte né il sindaco né gli assessori Iommi e Cassetta. Il nuovo gruppo consiliare, comunque, come il precedente, si colloca in area di centrodestra ma potrà meglio rappresentare quella porzione di cittadini elettori che, come già spiegato in altre occasioni, non intendono sentirsi costretti dentro i rigidi margini dei partiti pur non escludendo una collaborazione con gli stessi, mantenendo l’appartenenza alla attuale maggioranza a condizione che, come è normale, ne sussistano i presupposti, con la consapevolezza che, numeri alla mano, questa scelta ha, inevitabilmente, ridefinito gli equilibri nel consiglio comunale».
David Miliozzi
Sul fronte dell’opposizione si registra un intervento di David Miliozzi per Macerata Insieme: «Possiamo dire senza paura di smentita che Macerata insieme è una lista civica con una storia alle spalle, forse l’unica vera lista civica rimasta in città. Noi crediamo fermamente nel civismo, come tanti che non si sentono rappresentati da nessun partito, ma hanno voglia di impegnarsi per il proprio territorio. Ci dispiace quanto successo in questi anni: pensate alla lista civica di Parcaroli, decisiva per far vincere il sindaco alle scorse elezioni e adesso mortificata dalla prepotenza di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Vorremmo ricordare che la lista Parcaroli alle elezioni aveva preso il 10%, come Fratelli d’Italia, e adesso la maggior parte dei suoi consiglieri, stanchi delle oppressioni dei vari partiti di maggioranza sono diventati i maggiori oppositori del sindaco e di questa amministrazione. Il civismo è una cosa seria, mortificarlo significa mortificare la città. Questo sindaco debole, a tratti imbarazzante, incapace di fare il sindaco e di guidare la sua stessa maggioranza, anziché impegnarsi per imparare a fare il sindaco è voluto diventare anche presidente della Provincia, una sovrapposizione di cariche dannosa per il territorio, con il rischio di non fare bene né l’uno né l’altro ruolo. Un sindaco che si spacciava per civico, oggi diventato il più accanito dei salviniani, con tanto di maglietta “processate anche me”. Le liste civiche e chi le rappresenta meritano rispetto, non dimentichiamoci che il civismo, quello vero, è l’antidoto migliore al sempre maggiore disamore dei cittadini verso la politica. Una lista civica non è un cavallo di troia da sfruttare in campagna elettorale per prendere voti. Il civismo traduce le battaglie quotidiane di tante cittadine e di tanti cittadini in una proposta politica, e questa proposta va rispettata per il bene della democrazia, non mandata per aria per prepotenza politica».
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Il bartoloni che dice? Tutto ok? Maalox ce n’è?
Lo strano caso del Dottor Civico e di Mister Partitico, racconto gotico maceratese.
…aspettiamo con ansia un commento dal signor “Maalox” ma prima diamogli tempo di studiarsi le carte …!!!
La considerazione che ho di questi personaggi che cercano solo pubblicità e’ pari a zero !!!
Veni vidi e andate tutti a casa che è mejo.
Oppure storie di questi tempi di basso impero democratico, dove partitici travestiti da civici e civici travestiti da partitici battono le liste adescando ingenui e disorientati elettori, dove l’antico mestiere politico è diventato un equivoco commercio, dove urgerebbe la riapertura di case politiche chiuse con un professionale controllo di qualità preventivo del prodotto.
Ovviamente le mie sono sempre letture divertite e scherzose.
Letture che non devono assolutamente turbare l’austero e ponderoso dispiegarsi delle vicende civiche e partitiche della Polis Granne.
E’ molto grave, Giorgi, che nessuno apprezzi il tuo talento. Grave e agghiacciante… come se nessuno sapesse leggere, come se nessuno riuscisse a capire quello che legge… tutta una sterminata flora di cucurbitacee a perdita d’occhio…
Quando le liste vengono costruite in modo surrettizio…
Ma se allora il sindaco che vuole essere processato insieme a Salvini bisogna preparargli una cella a Gradara con il veleno galeotto, ah era un libro , sì ma questa è un’altra commedia. Il piedistallo merita tutto il rispetto dei maceratesi che lo hanno amato sin dal primo momento e che ne hanno seguito la Trasformazione così come è accaduto nel romanzo di Kafka fino a trasformarsi in un orribile leghista per tutto uguale a Salvini, dentro con gli stessi alti spiriti , celtica intelligenza e democrazia per tutti perché lui ne parla. Anche la Meloni ne parla ma di che caxxo parlano solo loro lo sanno visto che sono considerati uno più fascista dell’altro e dicono ma poco ci credo con un vantaggio del padano che probabilmente non sa neanche che significa. Certo che questa maggioranza non si sfascerà visto che le elezioni sono prossime ma alle prossime che succederà? Tutti i leghisti vorranno cambiare di posto, i fratelli accoglieranno i transfughi ma non prima di aver detto loro che dovranno stare al loro posto sennò aria, il sindaco completamente interdetto o si ritira o qualcosa si inventerà ma è già tardi adesso e allora ecco che probabilmente che sbucherà fuori un uomo che non è mai stato nell’ombra per non farsi dimenticare anzi sempre una passo davanti al primo leghista, che qualche anno fa stava già facendosi cucire un abito nuovo per l’investitura quando per ordini superiori ha dovuto chinare il capo e dire anche lui seppure in maniera meno marziale e con nessuna convinzione: “Obbedisco!”. Signori è Marchiori, il presente, il futuro e il passato. Insomma ce da mettere un po’ d’ordine nei tempi ma scommetto sin da ora che Macerata avrà un nuovo…volto a rappresentarla.
La lista Parcaroli è finita non adesso, ma un anno fa circa, quando il sindaco Parcaroli – con una mossa politicamente assurda – si è arruolato nella Lega, per fare il fiore all’occhiello del Carroccio marchigiano e, senza crederci più di tanto, ha iniziato ad andare a Pontida.
Così facendo si è messo totalmente nelle mani dei dirigenti della Lega Marche, che gli dettano la linea, e, privandosi della sua lista di sostegno, si è pure personalmente indebolito anche nei confronti degli altri partiti della coalizione di maggioranza. Veramente un capolavoro di tattica e di strategia politica.
La pagliacciata pseudopolitica continua senza sosta….
Fosse così anche per i cantieri ancora aperti….
La lista Parcaroli, almeno per il buon Parcaroli stesso, non è mai esistita.
Sul palco di piazza Mazzini mano nella mano con Salvini, se non erro, prima di essere eletto, chiese al capitano: “Ma tu mi stai vicino?”
Questo nefasto (almeno per me) evento mi aveva fatto venire in mente una nota brevissima poesia romanesca che qualcuno attribuisce a Trilussa, riferita alla visita di Hitler in quel di Roma, ospite di Mussolini prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, parafrasando la quale, si potrebbe dire : “Macerata con il cappello in mano prima dell’elezione saluta il capitano suo prossimo padrone.”
Che vuoi Pavoni, può essere che sia il famoso analfabetismo di ritorno, ma chissà che il governo non eradichi a breve anche questo male assieme a quello del bullismo nelle scuole.
Ma può essere anche, Pavoni, che non m’apprezzino proprio perché capiscono.
Tutti speravamo che un imprenditore di successo portasse Macerata al “successo”. Così non è successo; anzi non è accaduto. Per cui, non è detto che un imprenditore di successo diventi pure un sindaco di successo.
Abbiamo anche capito che non è la tessera di un partito a farti diventare un buon amministratore. Se eri un cretino prima, lo rimani anche dopo. Soprattutto se non sei capace di “sentire” il polso della gente. Che tace, ma parla pure nei caffè della città. E se non li frequenti, poi non sai come la pensa la gente…
A Corridonia, gli esponenti politici che sono in giunta lasciano tutti a desiderare. Perchè decidono tutto da soli, o al massimo in “famiglia”, senza ascoltare quindi l’opinione del partito, il quale ormai è, a sua volta, disgiunto dalla gente e che quindi non sa che dire. Di conseguenza il Centro Destra di oggi sta facendo la fine del Centro Sinistra di Paolo Cartechini. Il vantaggio che abbiamo è che il sindaco Giuliana Giampaoli non si è legata ad alcun partito e quindi stoicamente se ne sta dieci ore in Comune a lavorare. Sì, si faranno le nuove scuole decentrate, e altro. Come hanno fatto i democristiani e consoci, che all’epoca ci chiusero l’ospedale per favorire quello di Treia, che costruirono le scuole elementari laddove non dovevano costruirle per le grosse vene d’acqua nel sottosuolo e che alla fine sono crollate. Il fatto che i cittadini hanno continuato a ridare il voto alla Dc dimostra che quello di Corridonia è un popolo “inutile”, da soprammobile, che lo metti dove vuoi. Quindi inaffidabile. E se poi hai amministratori inutili come il loro popolo, la frittata è fatta.
Cosa tentare per il futuro? Se la gente non crede più nei partiti allora bisogna avere il coraggio di cambiare. Alle prossime amministrative dovremo buttare a mare i partiti e rivolgerci di nuovo alla gente, facendola diventare artefice del proprio destino. Come? Lo so, ma non lo dico… Perché già ci stiamo pensando.