Il consigliere Giordano Ripa
Scienze infermieristiche a rischio: nonostante i solleciti Comune e Ast restano in silenzio, ma la convenzione con l’Ircr per l’uso dei locali di Villa Cozza è scaduta da tempo. È Giordano Ripa, consigliere comunale passato di recente dalla maggioranza al gruppo misto, a far riemerge la problematica.
«Tutto tace a cinque mesi di distanza dall’incontro che avrebbe dovuto preludere alla rapida definizione della problematica dei locali che ospitano il corso di laurea in Scienze infermieristiche, che rischia di essere trasferito in altra sede provocando un danno anche di immagine a Macerata, storicamente sede provinciale e punto di riferimento della formazione professionale degli infermieri – rimarca l’ex titolare della delega alla sanità – cosa stanno facendo il sindaco Parcaroli e i dirigenti dell’Ast Ricci, Corsi e Cordani? All’incontro, sollecitato da me e dal presidente di Ircr Amedeo Gravina, avevano preso atto della problematica condividendo la necessità di cercare una soluzione per scongiurare il rischio di trasferimento. Inoltre avevano valutato l’opportunità di coinvolgere i referenti regionali del settore per risolvere il più velocemente possibile un contenzioso di anni che riguarda la legittima esigenza dell’Ircr di avere o un corrispettivo economico o ulteriori posti letto in convenzione per compensare l’utilizzo degli spazi occupati per il corso di laurea».
Un corso la cui presenza a Macerata risale a 50 anni fa, nato come Scuola Infermieri provinciale per il diploma triennale e riqualificato in corso di laurea triennale nel 1999.
«L’ospitalità dell’Ircr ha consentito di scongiurare già una volta il trasferimento in occasione della centralizzazione del corso di studi a livello regionale con sede all’Università Politecnica delle Marche di Ancona – ricostruisce il consigliere comunale – tutte le amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia si opposero alla centralizzazione e, per riportare all’interno dei propri Comuni il corso, misero a disposizione locali propri come sede. Il comune di Macerata, non avendo in quel momento la disponibilità di locali idonei, siglò una convenzione con l’Ircr che prevedeva il ristoro in termini di affitto ed il rimborso delle spese per le utenze da parte dell’Asur. Alla scadenza della convenzione, nel 2019, a fronte della dichiarata volontà dell’Asur di spostare il corso di laurea a Montecassiano, dove aveva locali disponibili, e della conseguente manifesta contrarietà popolare e politica, venne chiesto all’Ircr di mantenere la disponibilità dei locali stipulando un contratto di comodato d’uso all’inizio del 2020, tuttora in essere. Invariato rimaneva il rimborso delle utenze che prevedeva un tetto di spesa».
Tutto questo in attesa di una veloce soluzione definitiva che non arriva e, nel marzo del 2023, l’amministrazione dell’Ircr invia una comunicazione di disdetta del contratto di comodato d’uso alla direzione Ast ed al sindaco di Macerata. «Di fronte a questa decisione, a distanza di circa un mese, veniva preso atto della volontà della direzione Ast di ampliare i posti letto convenzionati da 30 a 33 adottata come soluzione ponte per l’anno 2023, per cui veniva revocata la disdetta – ricorda Ripa –. In vista della scadenza della soluzione ponte fissata per il 31 dicembre 2023, il sottoscritto, in qualità di consigliere delegato alla sanità, sollecitava ripetutamente il sindaco sull’urgente necessità di un incontro tra le parti al fine di trovare una soluzione definitiva e scongiurare la soppressione a Macerata del corso di laurea in Scienze Infermieristiche. È evidente che, perdurando lo stallo decisionale, il consiglio di amministrazione di Ircr sarebbe legittimato ad interrompere il contratto di comodato d’uso con conseguenze disastrose in termini di supporto logistico (i locali didattici si trovano a poche decine di metri dall’ospedale di Macerata), di qualità della formazione (l’ospedale di Macerata dove si svolge la parte pratica del corso di laurea va ben oltre il primo livello) e in termini economici per gli studenti di Macerata e comuni limitrofi che possono frequentare come pendolari limitando le proprie spese».
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No problem il signor sindaco risolverà al 110% tranquilli.
Sicuramente troveranno posto a Civitanova…..
Un altro scippo alla sanità maceratese con i soliti complici? E la gente tace.