Guido Castelli, commissario per la ricostruzione sisma
Sisma, il Cas diventa Contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione e stop al contributo per chi all’epoca del terremoto era in affitto (a meno che non vivesse in case popolari). Questo dal primo settembre. La Cabina di coordinamento sisma, presieduta dal commissario Guido Castelli ha raggiunto l’intesa sull’ordinanza che regola il funzionamento del contributo. Riguarda le famiglie la cui abitazione principale sia stata distrutta o gravemente danneggiata dal sisma e che hanno già richiesto il contributo per gli interventi di ricostruzione. La misura di assistenza abitativa, che in sigla potremmo chiamare Cda, al contrario del Cas, non è riconosciuta a chi alla data degli eventi sismici dimorava in una casa in affitto (con esclusione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica). «Con il cambio di passo nella ricostruzione, il Cas cambia necessariamente natura e si lega sempre più alla necessità di garantire il rientro nella prima casa dei residenti dell’Appennino centrale – sottolinea il commissario Castelli -. Il nuovo contributo tiene conto delle necessità delle famiglie ma anche della circostanza oggettiva che è assolutamente prioritario incentivare la presentazione dei progetti di ricostruzione privata. Questo è il momento per cittadini, tecnici e imprese di avere piena fiducia nella ricostruzione e in regole ormai chiare e con risorse certe per poter finalmente superare le troppe false partenze». Il contributo è riconosciuto anche ai nuclei familiari la cui abitazione deve essere sgomberata per l’esecuzione di interventi di ricostruzione limitatamente alla durata del cantiere. La dichiarazione circa la permanenza dei requisiti va resa da parte delle famiglie interessate entro il 31 marzo di ogni anno mediante la piattaforma informatica. Le risorse necessarie, 34 milioni di euro, saranno trasferite entro il 15 agosto 2024 dal Dipartimento della Protezione civile.
Beh.credo che chi era in affitto non avrebbe dovuto prender nulla dallinizio,al massimo gli si doveva dare il contributo per il trasloco e in situazioni più gravi nelle quali non era possibile recuperare i mobili,un contributo per il riacquisto..invece conosco gente che pagava 350 euro daffitto e ne prendono 900 di cas.anche perché il terremoto a distrutto animi,persone e costruzioni ma non conti correnti..invece molti si sono riempiti le tasche!!!
Non ne hanno fatto mai una giusta forse incominciano adesso Ba?
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La norma doveva già partire così dall’inizio, ho sempre pensato che chi stava in affitto non ha avuto un grande disagio, anzi ci ha guadagnato, avremmo risparmiato tanti soldini. Meglio tardi che mai.
Che significa che chi stava in affitto non ha subito grandi disagi? Chi scrive questo è sicuramente una persona che non sa cosa significhi perdere tutto in un attimo. Ci sono situazioni e situazioni forse qualcuno ci ha guadagnato ma qualcun altro sicuramente no perché magari si è trovato una casa ma con un affitto decisamente superiore. Anche chi sta in affitto organizza la propria vita in modo permanente in quella casa e ci spende dei soldi per adeguarla alle proprie esigenze qualora il contratto non preveda il rinnovo solo in caso di morosità. Inoltre per quanto riguarda i mobili magari li ha dovuti fare su misura, ad esempio la cucina, che chiaramente non vanno bene per la nuova casa. Chi non ha dovuto spostare la propria vita da un luogo ad un altro cosa ne sa del disagio, delle notti insonni, e di quelle passate a dormire prima in macchina poi in una roulotte senza servizi igienici comprata forzatamente per l’occasione e pagata tre volte tanto il suo valore? Chi non ha subito il terremoto cosa ne sa di chi stava in affitto in campagna e lì ha dovuto lasciare i propri animali e parte delle proprie cose e mobili perché magari nella nuova casa non entrano e cosa ne sa del dover andare tutte le sere anche con la febbre a dar loro da mangiare? E se ci sono animali serve acqua e luce e quindi doppie bollette da pagare. Chi non ha subito il terremoto cosa ne sa delle razzie dei ladri che hanno preso tutto quello che era rimasto?
Non dico altro perché l’elenco delle cose da dire sarebbe molto lungo. Ci sono situazioni e situazioni ma il terremoto è una cosa devastante e soprattutto lo è perdere la casa per le persone anziane anche se in affitto.
Al Commissario dico: perché ogni sei mesi ci ha fatto ripresentare la domanda per verificare se erano cambiate le condizioni e perché ci ha fatto esprimere ogni volta la volontà di rientrare nel precedente alloggio con allegata dichiarazione del proprietario
di riaffittare la casa allo stesso inquilino? La volontà dell’affittuario di ritornare “a casa” non è uguale a quella del proprietario di un alloggio terremotato?
Non auguro nemmeno al peggior nemico di trovarsi in una situazione del genere.