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Sisma, il tramonto del Cas:
nasce un nuovo contributo,
escluso chi era in affitto

LA DECISIONE è della Cabina di coordinamento. Si chiama Contributo per il disagio abitativo. Parte dal 1 settembre, ne ha diritto chi ha avuto l'abitazione principale danneggiata o distrutta e ha chiesto il contributo per gli interventi di ricostruzione. Lo riceve pure chi viveva in affitto nelle case popolari

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Guido Castelli, commissario per la ricostruzione sisma

Sisma, il Cas diventa Contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione e stop al contributo per chi all’epoca del terremoto era in affitto (a meno che non vivesse in case popolari). Questo dal primo settembre. La Cabina di coordinamento sisma, presieduta dal commissario Guido Castelli ha raggiunto l’intesa sull’ordinanza che regola il funzionamento del contributo. Riguarda le famiglie la cui abitazione principale sia stata distrutta o gravemente danneggiata dal sisma e che hanno già richiesto il contributo per gli interventi di ricostruzione. La misura di assistenza abitativa, che in sigla potremmo chiamare Cda, al contrario del Cas, non è riconosciuta a chi alla data degli eventi sismici dimorava in una casa in affitto (con esclusione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica). «Con il cambio di passo nella ricostruzione, il Cas cambia necessariamente natura e si lega sempre più alla necessità di garantire il rientro nella prima casa dei residenti dell’Appennino centrale – sottolinea il commissario Castelli -. Il nuovo contributo tiene conto delle necessità delle famiglie ma anche della circostanza oggettiva che è assolutamente prioritario incentivare la presentazione dei progetti di ricostruzione privata. Questo è il momento per cittadini, tecnici e imprese di avere piena fiducia nella ricostruzione e in regole ormai chiare e con risorse certe per poter finalmente superare le troppe false partenze». Il contributo è riconosciuto anche ai nuclei familiari la cui abitazione deve essere sgomberata per l’esecuzione di interventi di ricostruzione limitatamente alla durata del cantiere. La dichiarazione circa la permanenza dei requisiti va resa da parte delle famiglie interessate entro il 31 marzo di ogni anno mediante la piattaforma informatica. Le risorse necessarie, 34 milioni di euro, saranno trasferite entro il 15 agosto 2024 dal Dipartimento della Protezione civile. 

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