Piazza Vittorio Veneto quasi pronta,
Iommi: «Via molti posti auto
Tornerà il busto di Lauro Rossi» (Foto)

MACERATA - Le opere di risistemazione volgono al termine. Diverse le novità inserite nel progetto finanziato con i fondi Pnrr: dall'arredo urbano ai materiali passando per il "pozzo di cultura" al posto del "maxi posacenere" fino alla ricollocazione del monumento dedicato al musicista maceratese: «Lo riportiamo nel sito originario togliendolo dall’attuale marginalità e oblìo»

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I lavori in piazza Vittorio Veneto oggi, sullo sfondo la cattedrale di San Giovanni

di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)

Le operazioni di restyling di piazza Vittorio Veneto (già antica piazza degli “Ospitalieri di S. Giovanni”, poi Ricci), volgono al termine. Mancano circa un paio di settimane per vedere cosa ha prodotto il relativo cantiere aperto a inizio amrzo. La memoria dei singoli cittadini aiuta a risalire ad alcuni decenni fa, poi arriva la memoria storica a mettere in relazione il prima e il dopo. Di aiuto è sicuramente il rivolgersi all’assessore all’Urbanistica e ai monumenti architettonici Silvano Iommi che, all’interno del relativo finanziamento Pnrr ottenuto con il progetto “accesso al castrum”, ha ideato e curato l’operazione della piazza.

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Il busto di Lauro Rossi attualmente circondato da uno dei tanti cantieri in centro

Si parte da una novità: viene spostato in piazza Vittorio Veneto il busto dedicato al grande musicista maceratese Lauro Rossi (Macerata 1810 – Cremona 1885; studiò a Napoli, direttore di orchestre teatrali in Italia e negli Usa, direttore dei Conservatori di Milano -1850-71 e di Napoli 1871-78). Un altro spostamento dopo quello del busto di Mazzini spostato nell’omonima piazza da via don Minzoni.

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Una foto storica degli anni Venti con il busto di Lauro Rossi collocato a sinistra nella piazza

«Il busto – spiega l’architetto Silvano Iommi – venne realizzato nel centenario della nascita di Lauro Rossi, dunque nel 1910, la parte lapidea del monumento fu scolpita dal maceratese Carlo Panati che studiò a Roma e lavorò nello studio di un allievo del Canova), mentre è conservato presso l’Archivio di Stato un bozzetto del busto bronzeo come opera di Giovanni Battista Tassara, artista genovese che diresse, nella fase della sua istituzione, la locale scuola d’arte e che in precedenza fece parte anche della spedizione dei Mille.

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Altra foto storica, fine anni Trenta: primo parcheggio con distributore di carburante. A destra il busto di Lauro Rossi

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Il busto di Lauro Rossi

In sostanza il trasferimento del busto risponde alla esigenza di riportare il busto nel sito originario, togliendolo dall’attuale marginalità e oblìo: si tratta di una delle opere scultoree classiche tra le più pregiate esistenti in città, oggi circondata da cantieri e messa anche a rischio di rovina essendo collocata su una terrazzetta artificiale creata in passato dalla demolizione di un edificio. Alcuni mesi fa, infatti, proprio a ridosso del monumento sprofondò la sede stradale scoprendo la presenza di grandi vuoti sub-orizzontali, mostrando che quella piazzetta va risanata e pulita: c’è già un cantiere in attività ed è in partenza un altro cantiere della Restedil che interesserà il recupero dell’edificio dove campeggia la grande scritta “vuoto”».

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Auto parcheggiate in piazza Vittorio Veneto, al momento c’è un permesso per i residenti

 

La nuova piazza Vittorio Veneto come sarà: «il busto trasferito da via Lauro Rossi, sarà posizionato al centro di una aiuola fiorita nel punto d’incontro ideale tra i primitivi e scomparsi tracciati della prima cerchia muraria, come indicato nello schema planimetrico. Un sito che segnala e lascia intuire sia l’estensione planimetrica ottocentesca della primitiva e medievale piazza , sia le due diverse potenzialità funzionali; da un lato lo spazio pedonale antistante la collegiata di S. Giovanni (oggi cattedrale) e la Biblioteca-Museo Mozzi Borgetti, dall’altro lo spazio polifunzionale perimetrato dal portico commerciale».

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Altre indicazioni tecniche: « Ci saranno sul retro dell’aiuola ornamentale del monumento alcuni tavolini o sedute, mentre sul lato est del portico potranno trovare spazio due stalli auto per disabili più due stalli per scarico e carico merci, oltre a circa cinque stalli per residenti». Quindi i posti auto saranno più che dimezzati. «Tuttavia stiamo parlando di ipotesi ancora allo studio: per ora l’indicazione è non mettere altre auto, far percorrere in salita la strada che dalla piazza porta alla caserma dei carabinieri».

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La planimetria

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Il progetto del pozzo al centro della piazza

Infine un altro intervento fortemente voluto dall’assessore Iommi: via il maxi “posacenere” (così definito dall’amministratore) e spazio all’oculo.

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La griglia che si trovava al centro della piazza, definita da Iommi “maxi posacenere”

«Ci sarà un loculo di vetro che lasciare intravvedere, attraverso il collo di un pozzo, l’antica cisterna-neviera del collegio dei Gesuiti, altro elemento di memoria storica cittadina. Ci sarà una schermatura verde impiantata in grandi vasi posti in adiacenza della balaustra in pietra che si affaccia verso la piaggia della Biblioteca, per mitigare l’impatto incongruo della “Casa rosada”, l’edificio della ex Cassa di risparmio costruito verso la metà degli anni ’50 su progetto dell’architetto romano Piacentini, previa demolizione del cinquecentesco palazzetto della precedente sede e dell’adiacente palazzo di Ignazio Compagnoni del 1818-20 opera prima a Macerata di Ireneo Alendri».

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Altri particolari tecnici: «La piazza è stata ripavimentata con conci in pietra arenaria in sostituzione delle precedenti piastrelle ormai molto rovinate; è stata sostituita la precedente griglia circolare (posacenere) migliorando il sistema della fuoriuscita dei gas previsto dall’impianto antincendio installato nel sottostante deposito librario. Ora dobbiamo valutare l’installazione di dissuasori per evitare di calpestare sia il loculo in vetro che le piastre rivestite in pietra del sistema antincendio. Nel corso dei lavori si è visto anche che la struttura orizzontale della piazza ha sofferto il passaggio dei mezzi pesanti del cantiere di riparazione sismica: dunque si tratta di evitare ulteriori e possibili rischi pedonalizzando l’intero spazio antistante la chiesa e la biblioteca».

 

 

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