«Premeditato l’omicidio di Rosina»
La figlia Arianna condannata all’ergastolo,
il nipote Enea a 27 anni

DELITTO DI MONTECASSIANO - Sentenza della Corte di appello, ribaltato in parte l'esito del processo di primo grado. Condannato anche Enrico Orazi, marito dell'anziana uccisa, a quattro anni e sei mesi per maltrattamenti. Il procuratore Giovanni Narbone: «Eravamo convinti che la ricostruzione del fatto fosse diversa da quanto ritenuto dalla Corte di assise di Macerata. Accolto il nostro ricorso». Il difensore della figlia della 78enne: «Non condivido affatto la sentenza, si discosta in modo abissale da quella di primo grado». Gli avvocati del nipote: «Considerevole riduzione della pena. Le attenuanti? Forse per il rapporto con la madre»

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Enea Simonetti, Arianna Orazi e Rosina Carsetti

di Gianluca Ginella

Omicidio di Rosina, la figlia Arianna Orazi condannata all’ergastolo, il nipote Enea Simonetti a 27 anni e sale a 4 anni e sei mesi la pena per Enrico Orazi (considerato responsabile di maltrattamenti in famiglia e di simulazione di reato). La sentenza oggi alla Corte di appello di Ancona. Per i giudici Rosina Carsetti quel 24 dicembre del 2020 è stata uccisa nella villetta di Montecassiano in cui viveva, dalla figlia e dal nipote. Un delitto che per i giudici della Corte d’appello di Ancona è stato premeditato. Una sentenza che modifica molto quella di primo grado della Corte d’assise di Macerata in cui Enea venne condannato all’ergastolo e Arianna ed Enrico Orazi furono condannati a due anni per simulazione di reato e assolti dall’omicidio.

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Il procuratore Giovanni Narbone

«Eravamo convinti che la ricostruzione del fatto fosse diversa da quanto ritenuto dalla Corte di assise di Macerata tanto che abbiamo presentato un appello molto articolato con il collega Vincenzo Carusi e e a quanto sembra è stato accolto dalla corte d’appello», commenta il procuratore di Macerata, Giovanni Narbone.

Per l’accusa determinante il reato di maltrattamenti in quanto sarebbe questo il motivo che avrebbe mosso Enea e Arianna al delitto. E i maltrattamenti la Corte di appello li ha riconosciuti per tutti e tre gli imputati.

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Il procuratore generale Roberto Rossi

Che fosse il movente l’aveva detto lo stesso procuratore generale Roberto Rossi che nella sua requisitoria aveva chiesto la conferma della condanna di Enea Simonetti e la condanna di Arianna all’ergastolo.

Alla fine i giudici hanno deciso di condannare Arianna all’ergastolo, a 27 anni Enea riconoscendo le attenuanti generiche e a 4 anni e sei mesi Enrico Orazi che nell’ultima udienza aveva detto di aver commesso lui il delitto (ma anche fosse stato ritenuto credibile non l’avrebbero potuto condannare perché già assolto dal reato di omicidio con sentenza non appellata e passata in giudicato).

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Gli avvocati Valentina Romagnoli e Andrea Netti

«Riteniamo che rispetto all’ammontare della pena di primo grado ci sia stata una considerevole riduzione tenuto conto della misura cautelare già sofferta e dei benefici previsti dalla legge – commentano i legali di Enea, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli – La pena finale per gli anni da scontare ammonta a 20 anni, radicalmente diversa rispetto all’ergastolo di primo grado. Riteniamo che Enea non sia responsabile di omicidio e che il riconoscimento delle attenuanti probabilmente dipenda dal rapporto particolare madre e figlio».

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Enrico Orazi con il suo legale, l’avvocato Barbara Vecchioli

«Secondo noi non ci sono elementi per ritenere integrato il reato di maltrattamenti, le prove sono contraddittorie – dice l’avvocato Barbara Vecchioli, legale di Enrico Orazi -. La corte si è presa 90 giorni per le motivazioni, le leggeremo e faremo ricorso».

Arianna è stata condannata oltre che per omicidio pluriaggravato, così come Enea, per maltrattamenti e per rapina perché prese il cellulare a Rosina e le disse “Se succede qualcosa a Enea ti ammazzo” e l’ha risposto in un mobiletto. «Non condivido affatto la sentenza – dice l’avvocato Olindo Dionisi, legale di Arianna -, si discosta in modo abissale da quella di primo grado.

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L’avvocato Olindo Dionisi

Riconosco sia un processo indiziario ma gli indizi sono stati letti in altro modo rispetto al primo grado. E’ abnorme, è troppo quello che è stato riconosciuto dalla Corte di appello per quanto emerso nei processi. Il concorso nell’omicidio in che veste? Come ha concorso? La premeditazione? Per un semplice messaggio su Instagram (scrisse al figlio “Sto studiano il piano”, ndr)? Prevedo farò ricorso in Cassazione. Arianna resta libera fino alla Cassazione perché non è stata chiesta una misura cautelare».

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Rosina Carsetti

Le indagini sul delitto di Montecassiano partirono nella serata del 24 dicembre dopo una telefonata fatta da Arianna in cui si parlava di una rapina. Arianna, Enrico, Enea per lungo tempo sostennero che la donna venne uccisa da un uomo entrato in casa per rubare. Una ipotesi che sin dalle prime battute era apparsa poco credibile ai carabinieri perché troppe cose non tornavano. «E’ stata confermata la bontà dell’operato degli inquirenti, procura e carabinieri, e condivisa in toto l’impostazione investigativa» commenta il colonnello Nicola Candido, comandante provinciale dei carabinieri.

(Ultimo aggiornamento alle 15,30)

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Il pm Vincenzo Carusi che ha condotto le indagini sull’omicidio di Rosina

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Arianna Orazi la notte in cui venne scoperto il delitto

 

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