La lista Per una Recanati migliore con Emanuele Pepa
«Ma che fantastico, desolante teatrino ci ha regalato il centrosinistra in queste ultime settimane. Uno spettacolo degno delle migliori compagnie shakespeariane». Queste le parole della lista Per una Recanati migliore, della coalizione di Emanuele Pepa, candidato sindaco del centrodestra a Recanati. L’affondo è contro il diretto competitor al ballottaggio Antonio Bravi, candidato del centrosinistra, e al suo nuovo e antico alleato Francesco Fiordomo, per l’accordo trovato all’ultimo tra le due coalizioni.
« Prima si odiano, si attaccano, se ne dicono di tutti i colori, poi la svolta: forse è tornato l’amore – continua la lista – Ma l’offerta è troppo bassa. Ah, allora non si tratta di bene di Recanati o di ideali, di amore. No, l’amore non c’entra, è che non porta il conto delle poltrone. Dunque, volano di nuovo gli stracci e poi, come nelle migliori commedie, si fa la pace e tutti siedono alla stessa tavola a mangiare. E questo triste spettacolo è stato condito dai migliori discorsi sulla coerenza, dalle migliori lezioni sulla dignità e il rispetto. Ci chiediamo: è questa dunque la coerenza di cui parla il centrosinistra? È questa la dignità politica? È questo il rispetto per i cittadini e gli elettori, trattati come pecore che dovrebbero essere pronte al richiamo del pastore? Tutti di qua. No, aspettate, tutti di là».
«Ancor più grave è il giochetto che hanno fatto – aggiunge – in nome della democrazia, naturalmente quella loro, hanno trovato l’accordo per cui se vincono “rubano” alla minoranza due posti in consiglio, da 6 a 4. Com’era quando parlavate democrazia, di rispetto del ruolo istituzionale? La verità è che dietro quelle belle parole se ne nasconde una meno bella, ma più veritiera e che le contiene tutte: poltrone».
«Messi alle strette, dopo il risultato del primo turno, ci hanno attaccato in modo scomposto e denigratorio, “arriva l’onda nera!”, ma noi siamo andati avanti per la nostra strada, con la coscienza tranquilla, coerenti con le nostre idee – conclude la lista – Emanuele Pepa è la scelta giusta: i cittadini lo sapevano prima e lo sanno ora a maggior ragione. Per salvare Recanati dal deserto in cui è caduta, ben rappresentato da quella lugubre fila di vetrine spoglie, con cartelli affittasi e vendesi, che osservano tristemente chi si fa due passi al centro storico, o dalle strade di campagna in abbandono. Per rilanciare la città, farla rinascere, darle il futuro che si merita, fatto di vita, energia, dialogo e rispetto, per chi cerca davvero la coerenza, il 23 e il 24 giugno, votiamo Emanuele Pepa».
Sulla questione interviene anche In Comune, altra civica di Pepa. «L’accordo Bravi/Fiordomo, arrivato dopo estenuanti trattative, è una mera spartizione di poltrone, nulla più – dicono – Dopo cinque anni di totale incomprensione le loro strade si erano già divise in modo burrascoso a fine febbraio quando Bravi aveva chiesto al suo assessore di rinunciare alle deleghe. Incomprensioni e liti che hanno provocato l’immobilismo nell’azione amministrativa: scuola Gigli, chiusura del Comune il sabato, centro storico, strade, parchi e periferie abbandonate e tanto altro. Peccato che a rimetterci siano stati i recanatesi. Bravi. Questo accordo ha sacrificato idee e buoni propositi iniziali sull’altare dei personalismi, animati dalla speranza per alcuni di assicurarsi un posto al sole. Ma soprattutto rappresenta un insulto alla democrazia. Se i presupposti sono questi ci domandiamo quali prospettive possa avere una città amministrata con queste logiche».
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Finale kafkiano.
Quousque tandem?
Ci sarebbe piaciuto vincere facile. Perchè dovremmo rinunciare facilmente al vantaggio di di vedercela contro un centro sinistra spaccato in due ? Bisogna però informare questi signori che la competizione elettorale prevede appunto il secondo turno quando uno dei competitori non supera la maggioranza assoluta nella prima tornata. E la logica del secondo turno non è che tutto deve rimanere come al primo (perchè altrimenti si farebbe ?) ma che invece chi può vada a ricercare i motivi per stare insieme piuttosto che quelli per essere separati. Ah beh dicono ma questi motivi sono le “poltrone”. Perche’ invece loro per cosa competono ? Le poltrone in questo caso sono quelle della amministrazione di Recanati e sono le stesse sia che ci arrivi con la stessa coalizione del primo turno sia che ne nasca una nuova al secondo. Quindi, forza e coraggio. Ora la competizione è ad armi pari e spetta ai cittadini di Recanati scegliere.
Quasi non ci volevo credere leggendo il titolo, qui di desolante c’è solo questa dichiarazione, che si scaglia contro le regole democratiche di una legge elettorale, quella dei Comuni, che è l’unica che finora ha funzionato. Ci si scandalizza perché ci si apparenta al secondo turno? Io credo, al contrario, che l’apparentamento al secondo turno – quando si trova un accordo politico-programmatico – sia invece stato fin qui troppo sottovalutato, quasi mai utilizzato. Leggo che anche a Osimo stavolta c’è stato, e lì a destra. Da un punto di vista del funzionamento della democrazia può essere solo un bene (anche se poi occorre essere molto vigili sul rischio di litigiosità se l’accordo non si basasse su una volontà reale). Altro discorso è la convenienza politica per chi non ha con chi apparentarsi, può dispiacere ma giustamente la legge elettorale premia la capacità di rappresentare il numero più largo di elettori.
l’elettorato con una dose sufficiente di sale in testa,che credo abbia,sceglie sulla base delle prospettive programmatiche offerte dai contendenti e non su altro.Il centrodestra recanatese punta su altro,segno che lui per primo crede molto poco alla sua piattaforma programmatica.