Diego Camillozzi, presidente dell’associazione La terra trema noi no
di Monia Orazi
«Tolgano pure il superbonus nel cratere sisma, ma aumentino del 30% il costo parametrico, per evitare gli accolli e non bloccare la ricostruzione». A lanciare la proposta al governo è Diego Camillozzi, presidente dell’associazione La terra trema noi no.
All’indomani della bozza di decreto del governo sono tanti i terremotati preoccupati per il futuro della ricostruzione. Si salvano dalla cancellazione del superbonus solo i cantieri avviati e chi ha il progetto approvato, ma nelle Marche mancano all’appello ancora 22mila edifici da ricostruire. «Il superbonus con il cratere non ha niente a che vedere – prosegue Camillozzi – se non per evitare spese di accollo, visto che il contributo sisma copre per il 70% il costo della ricostruzione. Già la proroga al 2025 avrebbe creato disparità di trattamento, tra chi era riuscito a partire con i lavori e chi no e soprattutto verso le vere zone più colpite, che sono indietro con la ricostruzione per le molteplici problematiche che presentano. A questo si aggiunge il fatto che chi usufruirà da quest’anno del superbonus, sarà obbligato a stipulare una polizza assicurativa sulla casa, cosa di non poco conto. Inoltre si rischiano comunque accolli da parte dei terremotati, se la ditta chiede i soldi per il costo della cessione del credito».
Ecco la proposta dell’associazione dei terremotati: «Anche se ci troviamo in disaccordo con quanto dichiarato da Giorgetti perché, se le stime sono sbagliate non è sicuramente colpa nostra, e comunque i superbonus sulla ricostruzione sisma sono soldi sicuri, senza possibilità di truffe, come accaduto per il resto d’Italia. A questo punto si vuole togliere il bonus 110? Bene, toglietelo per noi è stato un danno fin dall’inizio, purché si aumentino i costi parametrici del 30%, garantendo a tutti una ricostruzione sicura, certa e senza accolli».
Il rischio è che con percentuali di accollo stimate intorno al 30% per i proprietari, c’è chi non possa far fronte all’esborso richiesto e scelga di non ricostruire la propria casa oppure giochi al risparmio, con inevitabili conseguenze sul fronte della sicurezza. A fronte di un costo parametrico iniziale di circa 1700 euro al metro quadrato, a cui aggiungere maggiorazioni nel caso di alcune tipologie di aggregati e quelle previste nell’ordinanza prezzi che si aggirano intorno ad una media del 20% non sempre il contributo pubblico copre il costo effettivo della ricostruzione che oscilla tra 2.500 e 3.000 euro al metro quadrato. I terremotati hanno sempre chiesto certezze sul superbonus che avrebbe dovuto rimanere fino a tutto il 2025.
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