E’ rottura al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019 e atteso da migliaia di lavoratori delle imprese associate a Federdistribuzione. E allora sabato i gruppi che aderiscono all’associazione di categoria scenderanno in strada a Civitanova, sostenute dalle sigle sindacali.
«L’associazione, dopo una trattativa lunghissima e snervante, ha mostrato il suo vero atteggiamento: quello di rigetto della contrattazione e di mancanza di rispetto per lavoratrici e lavoratori, come già aveva mostrato nel rinnovo precedente, lasciando lavoratrici e lavoratori indietro rispetto a quanto accade ai loro colleghi dello stesso settore ma a cui si applica altro Ccnl – fanno sapere Angelica Bravi di Filcams Cgil Macerata, Marco Squartini di Fisascat Cisl Marche e Claudio Cicchitti di Uiltucs Uil Marche – con le sue richieste la parte datoriale voleva introdurre una flessibilità incontrollata, e allargare le maglie della precarietà; dopo aver lasciato per anni lavoratrici e lavoratori con redditi inadatti all’inflazione, Federdistribuzione ha addirittura avanzato richieste che volevano sminuire le professionalità presenti, e dare inquadramenti inadeguati, portando tutti verso il basso. Le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali hanno ritenuto tali richieste provocatorie, e hanno deciso di interrompere la trattativa come risposta ad un atteggiamento irrispettoso della controparte, e l’unica strada possibile è stata quella di una proclamazione dello sciopero di settore».
Sarà quindi sciopero, proclamato per sabato mattina, in tutti i gruppi che aderiscono a Federdistribuzione, «come, nel nostro territorio, Acqua e sapone, Magazzini Gabrielli, Lidl, Brico io, Obi, In’s Mercato, Conbipel, Kiko, Penny Market, Arcaplanet, Douglas e Oviesse». Nel Maceratese è previsto un sit-in alle 10 davanti al negozio Acqua e Sapone di via Vittorio Emanuele 121 a Civitanova per poi proseguire con un volantinaggio al mercato. «Vogliamo dare voce alle legittime richieste di lavoratrici e lavoratori che attendono da troppo tempo il rinnovo del contratto nazionale con il giusto riconoscimento economico e delle professionalità», finiscono i sindacalisti.
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