Il funerale di Ciro Lazzarini
di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)
«La storia di Civitanova si ferma con lui, nessuno ha saputo documentarla meglio. Ora la città lo ricordi con una mostra». Si è commosso pure Roberto Ciccola, il sempre puntuale presidente dell’Associazione nazionale carabinieri non è riuscito a trattenere le lacrime mentre ricordava Ciro Lazzarini, l’amato fotografo civitanovese scomparso mercoledì ad 87 anni.
La chiesa di Santa Maria Ausiliatrice era piena di tutti gli affetti che Ciro aveva saputo coltivare nella sua lunga vita: le associazioni con le quali aveva collaborato erano presenti coi labari, la Croce verde, l’Avis, l’Aido e anche l’Avis di Esine che era sempre nel suo cuore e nei suoi pensieri. Ma anche i “gemelli” di San Martin, dall’Argentina hanno accolto con cordoglio la notizia della sua scomparsa.
E poi i “colleghi” fotografi, quelli dei media e quelli amatoriali che incontrava al porto, le persone comuni a cui non faceva mai mancare un sorriso e una parola, riuscendo, con un talento unico a costruire con chiunque un rapporto unico e speciale.
Ciro Lazzarini
«La città deve essere fiera di aver avuto un membro così coinvolto nel tessuto della comunità – ha ricordato don Waltermar Niedziolka – con tutti stringeva rapporti e amicizie speciali, è difficile pensare che non ci sia più». Al termine dell’omelia in tanti hanno preso la parola per rievocare episodi, aneddoti, momenti di condivisione.
Tra questi Silvano Donati presidente onorario dell’Avis, Vittorio De Seriis, il sindaco Fabrizio Ciarapica.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica
«In una comunità poche volte accade che una persona possa essere identificata da tutti come uno di famiglia – ha detto li sindaco -. Questo accade quando la sua vita si intreccia con quella della città. Ciro è stato un uomo educato, una persona perbene, un volto popolare. Chi non conosceva Ciro? Ha raccontato con la sua macchina fotografica decenni di storia della città fra paesaggi, tradizione e modernità. E’ stato fondatore della Fototeca, donatore Avis e tantissime altre cose, ma soprattutto custode di un prezioso patrimonio fotografico che racchiude la vita di Civitanova. Sempre allegro, generoso, schietto e appassionato. Con Ciro avevamo un rapporto vivissimo da tanti anni. Ricordo le foto che ha fatto ai miei figli fin dalla loro nascita. E i momenti di festa come il suo 60esimo anniversario di matrimonio. Ricordo questo suo esserci sempre e il mio pensiero va a Diana compagna di una vita e ricordo a tutti noi che le persone non muoiono mai davvero perché le conserviamo nei nostri cuori. E lo immagin0 allegro e sorridente con la sua bici che se ne va per il suo ultimo viaggio. E allora gli dico, come era solito congedarsi lui, “ciao Momó”».
Roberto Ciccola
Toccante la testimonianza di Roberto Ciccola che ha preso la parola per ultimo in veste sia di presidente Anc, sia di promotore del gemellaggio con San Martin in Argentina: «Se siamo in tanti a ricordare Ciro è perché ci ha voluto bene e noi gli abbiamo voluto tutti un mondo di bene. E anche l’Argentina lo piange: nel lontano 1991 faceva parte della delegazione che è andata a San Martin ed era lui che ci guidava. Una dote che aveva e che non è comune era quella di inquadrare le persone nel momento giusto al posto giusto. Siamo stati all’ambasciata italiana, al ministero degli esteri e perfino al ministro diceva: “Tu mettiti qui, tu mettiti qua”. Ma nessuno nemmeno il ministro ha osato negargli quella richiesta. Come ha ricordato un nostro associato parlando di Ciro, la storia di Civitanova si ferma con lui, ora sarebbe bellissimo poterlo ricordare con una mostra di tutte le sue fotografie». Il feretro è stato poi accompagnato fuori dalla chiesa con il tributo degli onori da parte dell’Anc.
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Civitanova piange il “suo” fotografo: «Ciro, sei stato un faro per tutti noi»
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