Ex casa del custode, pareti di cartongesso
per ridurre l’umidità dei locali
Ma gli spazi per il museo diminuiscono

MACERATA - Spesi 60mila euro per l'intervento nella struttura ai Giardini Diaz, dove l'amministrazione vorrebbe trasferirci il museo di Storia naturale contro il parere dell'associazione che lo gestisce

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L’ex casa del custode ai Giardini Diaz

di Luca Patrassi

Poco meno di 60mila euro per spese definite “accessorie” nell’ex Casa del custode dei Giardini Diaz di Macerata. La determina è stata pubblicata all’albo pretorio de Comune ed autorizza la liquidazione della spesa. Un ulteriore atto che va a ribadire la volontà dell’amministrazione di trasferire i museo di storia naturale dalla attuale sede di via Santa Maria della Porta nei locali citati. L’unico problema è che la sede scelta è ritenuta inidonea, per l’inadeguatezza dei locali e per l’essere decentrata, dall’associazione Amici del museo che gestisce attualmente la struttura nella sede di via Santa Maria della Porta, concetto ribadito dal presidente della stessa associazione, Federico Landi, che ha annunciato il disimpegno dell’associazione nel caso di un mancato chiarimento proficuo con la giunta comunale. Landi peraltro già un mese fa aveva inviato una mail agli assessori annunciando le dimissioni immediate per la mancanza di collaborazione da parte del Comune, poi ci sono stati degli incontri ma le posizioni restano distanti sul trasferimento del museo ai Giardini e lo stesso presidente ha annunciato che i volontari dell’associazione potrebbero a breve non garantire più il servizio finora svolto nel museo in assenza di decisioni condivise. L’idea di partenza ha visto protagonista l’amministrazione comunale guidata da Romano Carancini, era il 2019 quando la sua giunta approvò il progetto esecutivo dei lavori di restauro dell’ex Casa del custode dei Giardini Diaz, edificio di interesse storico – culturale, affidati all’architetto Luca Schiavoni e all’ingegnere Diego Cesaretti. Il finanziamento era di circa un milione di euro dei fondi europei di sviluppo regionale. L’amministrazione comunale a guida Sandro Parcaroli ci ha messo del suo nella vicenda e la vicenda è quella tuttora in corso e che sta suscitando notevoli polemiche.

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Il museo di Storia naturale

Quanto all’ultima determina tra i lavori definiti “accessori”, e realizzati dopo la ultimazione dei lavori, figura la posa in opera di pareti di cartongesso. Oltre alla spesa, è di tutta evidenza che l’inserimento delle pareti di cartongesso vada a ridurre lo spazio interno, spazio che era già stato reputato insufficiente. Peraltro le pareti di cartongesso sono state inserite, a lavori “ultimati”, per cercare di risolvere il problema di umidità che si è riscontrato nei locali. L’associazione di gestione dice che è impossibile trasferire il museo dall’attuale sede nell’ex Casa del custode, appunto perché i locali sono più piccoli e nel frattempo il museo ha ricevuto ulteriori donazioni. Nella sede attuale di via Santa Maria della Porta il museo potrebbe trovare nuovi spazi e rimanere vicino agli altri beni culturali della città, ma è anche vero che il Comune ha ottenuto quei fondi per l’ex Casa del custode per destinarvi la sede del museo e non può agire diversamente. Certo il sindaco Sandro Parcaroli non deve aver preso bene le misure, o parlato con i dirigenti della associazione Amici del museo lo scorso anno quando affermò: «Una struttura in stato di abbandono che diventerà invece una chicca per Macerata, l’impatto sarà magnifico. E’ chiaro che sarà importante lavorare bene sull’allestimento che andrà ad ospitare il Museo di Storia Naturale che sarà trasferito qui e troverà un’esaltazione rispetto al luogo dove è ora».

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