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Tetraplegico sfrattato da casa
«Lo Stato si accanisce contro di me,
ma continuerò la mia battaglia»

MATELICA - Il caso di Michele Cesari che da ieri, quando la procedura è divenuta esecutiva, vive in albergo con il fratello e la mamma ultraottantenne. Il giudice non ha concesso la sospensiva. L'abitazione dove vivevano era finita all'asta dopo il fallimento dell'azienda di famiglia. «Cerco soltanto giustizia per riaffermare i miei diritti»

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Il matelicese Michele Cesari

di Monia Orazi

Sfrattato dalla propria abitazione di via Roma a Matelica, disabile di 48 anni, ora vive in albergo con la madre ultraottantenne ed il fratello. Ieri il tribunale di Macerata non ha concesso la sospensiva allo sfratto, che è diventato esecutivo. «Continuerò fino alla fine la mia battaglia, cerco soltanto giustizia per riaffermare i miei diritti», commenta così la sentenza di ieri il matelicese Michele Cesari. Tetraplegico da quando aveva quattro mesi, a causa di un vaccino difettoso contro la poliomielite che gli era stato somministrato nel 1976, per cui aveva ottenuto anche un indennizzo per i danni subiti, poi fortemente ridotto.

Quel vaccino ha ridotto la sua mobilità, ma non ha certo fermato la sua indole battagliera, 48 anni laureatosi in economia bancaria a Macerata, da imprenditore insieme al fratello Andrea aveva preso in mano l’azienda di famiglia che produceva macchinari idroelettrici e diretto per anni il giornale matelicese Geronimo. La ditta di famiglia è andata fallita nel 2015, coinvolgendo nella messa all’asta dei beni della famiglia, anche l’abitazione in via Roma dove Michele ha sempre vissuto dalla nascita. Ieri in tribunale a Macerata si è tenuta l’udienza con la richiesta di sospensione della procedura di sfratto, non concessa. Il giudice ha rimandato tutto all’11 dicembre per esaminare la questione.

Cesari promette che darà battaglia per rimanere nella sua casa. Il 48enne ha presentato un’istanza per chiedere il diritto di usucapione della propria abitazione, assistito dall’avvocato Riccardo Antonelli. La casa, che ha un valore stimato di circa 900mila euro, è stata acquistata per soli 140mila euro. Ieri sono state cambiate le serrature ed eseguito lo sfratto. «Rimarremo per qualche giorno in albergo, ma non potremo restare a lungo visti i costi – commenta Cesari – lotterò fino alla fine, non mi fermerò. Dal Comune dicono che non ci sono case a disposizione, cercherò una casa fuori Matelica, ho lasciato il cane con acqua e cibo ma devo andare a riprenderlo sennò mi denunciano per abbandono di animale. Sono disabile in carrozzina, lo Stato si accanisce ancora contro di me, il sindaco se n’è lavato le mani, ho avuto solo indifferenza». Chi conosce Cesari sa che ha un carattere tenace, che non si abbatte facilmente. Il suo obiettivo resta quello di rientrare nella propria abitazione, dove ha sempre vissuto sin dalla nascita nel 1975 e dove si trovano una serie di ausili tecnici che gli consentono quell’autonomia di vita che non ne ha mai cancellato lo spirito battagliero.



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