Vannacci, sold out al Cecchetti.
E Ciarapica gongola:
«Nuovo capitolo culturale»

CIVITANOVA - Presentato ieri il discusso libro "Il mondo al contrario" davanti a oltre duecento persone. Presenti diversi esponenti dell'amministrazione. Fischiata dal pubblico una contestatrice. Il generale: «Pensare di rinunciare all’inquinamento e al progresso vuol dire fare il male dell’umanità»

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La sala del Cecchetti

di Federico De Marco

Cinema Cecchetti esaurito, duecento persone con qualcuno in piedi, per ascoltare il generale Roberto Vannacci che ha presentato il suo libro “Il mondo al contrario” che continua a provocare polemiche a non finire. Vannacci è arrivato a Civitanova per dialogare sulla sua opera che sta creando tanti divisioni.  «Mi auguro che dopo averlo letto lo criticherete in maniera caustica e severa». Solamente una domanda nel finale ha scatenato la bagarre.

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«Penso che Civitanova stia dando una dimostrazione di grande maturità culturale – sono le prime parole del sindaco Fabrizio Ciarapica presente all’iniziativa – e consentitemi di dire, con un pizzico di orgoglio, che forse stiamo vivendo anche un nuovo capitolo della storia culturale dove principi sacrosanti come quelli della libertà di pensiero e di parola non sono solo diritti sanciti dalla nostra Costituzione ma debbono essere elementi di ricchezza e di patrimonio per la crescita personale di ognuno. Difendiamo sempre la cultura sapendo che fare cultura non è semplice e che a volte ci vuole molto coraggio». Dopo un rapido saluto anche del presidente del Consiglio comunale Fausto Troiani e un’introduzione dei moderatori Tiziano Luzi di “Nova Polis” e di Paolo Piccinelli generale dei Carabinieri, si inizia.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica

«Vorrei cominciare con una precisazione sulla presenza delle forze dell’ordine. Se io avessi offeso la Repubblica o la Costituzione, come alcuni asseriscono, mi dovrebbero portare via. Quindi questo è uno dei primi paradossi del mondo al contrario nel quale viviamo – attacca il generale Vannacci e continua spaziando su vari temi – Quello che ha permesso il moltiplicarsi del genere umano sulla terra è il progresso. L’inquinamento non è altro che l’effetto collaterale del progresso stesso. Pensare di rinunciare all’inquinamento e al progresso vuol dire fare il male dell’umanità».

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Il generale dei Carabinieri Paolo Piccinelli, il Generale Roberto Vannacci e Tiziano Luzi, presidente di Nova Polis

Poi vola sull’identità di genere e il crocifisso nelle aule: «Sapete cosa sono le carriere alias? Una sorta di procedura che si applica nelle scuole, dove ci sono bambini minorenni, secondo cui un bambino che non si percepisce del sesso che effettivamente lo rappresenta da un punto di vista biologico si può far chiamare con un nome del sesso opposto. Io che sono padre di due figlie, 9 e 11 anni, mi comincio a preoccupare a sapere che c’è un Roberto alias Eleonora che conserva un batacchio in mezzo alle gambe e fa la doccia insieme alle mie figlie». Continua il generale Vannacci: «Il mio non è un libro sulla religione, ognuno sceglie quella che vuole. Però la religione è diventata parte integrante della cultura: ovunque abitiate la mattina sentite le campane suonare. Volenti o nolenti la religione è compenetrata con la cultura che è compenetrata con la civiltà a prescindere da quello che è il credo di ognuno di noi. E il crocifisso nelle aule non lo vedo come un simbolo religioso ma come un simbolo culturale. Qual è il motivo per toglierlo? Non c’è. Anche perché chi non si riconosce nel crocifisso non credo che gli dia fastidio e comunque ancora è una minoranza».

presentazione-libro-generale-vannacci-civitanova-FDM-1-325x214Poi arriva il momento delle domande del pubblico. Ne arrivano di tutti i tipi, da quelle più specifiche a quelle più nostalgiche. Qualcuno lo stuzzica: «Se lei decidesse di candidarsi io la voterò». Si sente gridare anche qualche slogan di ultradestra. Ma un po’ di parapiglia si crea quando prende il microfono una militante di sinistra per chiedere delucidazioni sul discorso sull’ecologia. Viene interrotta più volte dal pubblico anche con fischi e qualche insulto ma il generale ha voluto ascoltare per rispondere.

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In prima fila il presidente del Consiglio Fausto Troiani e gli assessori Roberta Belletti e Francesca Calderoni

Come prevedibile, l’arrivo in città del generale Vannacci aveva già sollevato un vespaio di polemiche. L’associazione Donne di Mondo, l’Anpi Civitanova, Arcigay Comunitas Ancona, l’associazione Sted, il movimento Dipende Da Noi-Civitanova, le liste Ascoltiamo la città, il gruppo consiliare Per Civitanova Marche, Futuro in Comune e il Pd Civitanova avevano sottolineato come la presenza di Ciarapica e Troiani contrastasse con ogni «criterio di imparzialità istituzionale e purtroppo manda il messaggio alla cittadinanza di una inaccettabile parzialità, per cui sembra che sindaco e presidente del Consiglio comunale siano al servizio di un’ideologia di estrema destra fuori dal tempo ed estranea alla coscienza della stragrande maggioranza dei cittadini di Civitanova Marche».

Arcigay Comunitas Ancona rincara la dose ribadendo «con fermezza il nostro profondo senso di disgusto nei confronti dell’iniziativa, non solo come persone Lgbtqia+, ma anche come donne o persone migranti, ogni giorno subiamo sulla nostra pelle le conseguenze del pensiero che il libro di Vannacci legittima e promuove. La città di Civitanova Marche quest’anno ha ospitato per la prima volta il Marche Pride con un successo ineguagliabile: è giunta l’ora per la politica di guardare in faccia alla realtà e di non voltare le spalle alle migliaia di persone che questo 17 giugno sono scese in strada per chiedere maggiori tutele e parità perché ogni giorno persone come Vannacci sputano su coloro che hanno sacrificato la propria vita per dargli quelle libertà di cui oggi vorrebbero approfittare per portarci indietro nel tempo. Noi questo non lo permetteremo. Per noi, il mondo al contrario, è solamente quello che desiderano questi signori».

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