Mauro Falcucci
Annullato dal dal Tar Marche il provvedimento con cui l’Unione montana Marca di Camerino, guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, aveva respinto la richiesta presentata nel 2018 dai Comuni di Castelsantangelo sul Nera e Monte Cavallo di entrare a far parte dell’Ente. I due Comuni, entrambi assistiti dall’avvocato Fabio Pierdominici, sono stati costretti a presentare ricorso giurisdizionale, che è stato discusso nell’udienza del 22 marzo 2023, mentre la sentenza è stata ufficialmente depositata ieri. L’Unione montana ha resistito in giudizio avvalendosi degli avvocati Gennaro Marino e Massimo Ortenzi, mentre non si è costituito il Comune di Serravalle di Chienti.
Il provvedimento annullato è la delibera di consiglio dell’Unione montana numero 24 del 17 dicembre 2021. Scrivono nella sentenza i giudici del Tar: «Il provvedimento di diniego deve essere annullato. Dall’annullamento deriva l’obbligo dell’Unione montana di rideterminarsi sulla domanda di adesione del Comune di Castelsantangelo sul Nera». Analoga decisione è stata presa nella sentenza riguardante il Comune di Monte Cavallo.
I due Comuni montani avevano presentato nel 2018 e 2019 domanda di adesione alla nuova Unione montana costituitasi nel 2015, sulle ceneri della disciolta comunità montana. All’epoca diversi comuni non aderirono, tra questi Bolognola, Visso, Ussita, Valfornace e appunto Monte Cavallo e Castelsantangelo sul Nera, tanto che l’Unione montana si costituì con i soli Comuni di Camerino, Fiastra, Muccia, Pieve Torina e Serravalle di Chienti, poi nel 2019 era stata accolta la richiesta di Ussita di entrare a farne parte.
«A modificare la normativa regionale del 2013 sulle Unioni montane, a partire dal primo gennaio 2021 – spiega il Comune di Castelsantangelo – la nuova legge regionale (che creò anche un vespaio di polemiche, ndr) di cui erano stati firmatari i consiglieri Renzo Marinelli, Jessica Marcozzi, Giacomo Rossi e Carlo Ciccioli, che aveva modificato l’articolo 35 della legge regionale n. 35 del 2013, impedendo fino al 2025 l’ingresso dei Comuni richiedenti e prevedendo il silenzio diniego, nel caso di una mancata risposta dell’ente, ma di fatto le domande dei due enti erano già state presentate prima, nel 2018 Castelsantangelo e nel 2019 Monte Cavallo. Se quindi la nuova legge regionale fosse stata adottata per impedire il loro ingresso, si assisterebbe ora al paradossale effetto che la nuova disciplina costituisce uno sbarramento per tutti i Comuni delle Marche, eccezion fatta proprio per Castelsantangelo sul Nera e Monte Cavallo».
Nella delibera di consiglio dell’Unione montana con cui era stato disposto il no all’ingresso dei due comuni si esponeva come motivazione che i due comuni avrebbero approvato senza la maggioranza dei 2/3 dei consiglieri lo Statuto, e quest’ultimo non sarebbe entrato in vigore. Inoltre non sarebbe stato seguito il percorso di condivisione delle linee programmatiche indicate dal Consiglio dell’Unione Montana prima e dalla Giunta dell’Unione dopo, inviate a tutti i Comuni dell’ambito. Si legge ancora nella sentenza: «Alla fattispecie in esame appare applicabile la legge regionale che non solo si limita a richiedere l’approvazione dello statuto, ma la ritiene necessaria non per l’ammissione, ma per l’effettiva partecipazione, lasciando quindi intendere che è possibile un’approvazione successiva, l’Unione montana non può quindi negare l’adesione esclusivamente per la mancanza della maggioranza qualificata. Quindi l’istanza non poteva essere respinta. Non può essere considerato come decorso il silenzio-assenso previsto nella legge del 2020, infatti nel luglio 2019 il Consiglio dell’Unione Montana ha preso atto della richiesta di adesione dei due comuni, decidendo di rinviare a successiva seduta la decisione, inviando lo statuto e la mozione programmatica per aprire un tavolo di confronto politico».
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Il Tar, invece di bocciare l’Unione montana di Camerino: dovrebbe annullare le comunità montane, che non sono altro che uno dei tanti carrozzoni politici parassitari con spese dannose per i contribuenti. Ogni comune ha il suo tipo di territorio che dovrebbe essere protetto dai sindaci tramite leggi dello stato. Per cui: non si capisce il motivo per creare un mini ente indipendente dalle amministrazioni comunali.