Parcheggio e concessionaria vicino al fiume,
la maggioranza boccia la variante
«Troppe alluvioni, non ci sono le condizioni»

CIVITANOVA - Dopo averlo votato ad ottobre, ieri sera il consiglio ha respinto il progetto di 3400 mq in zona esondazione. A proporre il ritiro il sindaco. Soddisfatta la minoranza seppur scettica sulle ragioni della bocciatura. Micucci: «Sensibilità o lotte intestine?» Bianchi contro Belletti: «Si dimetta, il sindaco sconfessa la sua politica urbanistica». Scintille in apertura per le comunicazioni relative all'inquinamento sul basso bacino del Chienti

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Il consiglio comunale di ieri a Civitanova

di Laura Boccanera

Bocciata la variante per la realizzazione di un parcheggio e una concessionaria vicino al fiume. «Visti i fenomeni alluvionali di Romagna e Marche i capigruppo di maggioranza sono giunti alla conclusione che nell’attuale contesto non ci sono le condizioni per adottare la variante». A dirlo ieri sera è stato il sindaco Fabrizio Ciarapica leggendo un messaggio da parte della maggioranza. Che non vi era accordo sulla variante era emerso già in commissione e alla fine la maggioranza ha espresso la volontà di fare un passo indietro.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica

Il voto contrario arriva attorno all’1.30 dopo che è stato il segretario a specificare che onde evitare ricorsi occorreva passare comunque per il voto e non bastava ritirare il punto. L’assise si è così espressa anche in merito alle osservazioni pervenute agli uffici e presentate da privati cittadini e politici come l’ingegnere Giorgio Medori, l’ex sindaco Tommaso Corvatta e Pierpaolo Iacopini. Alla fine la variante è stata bocciata all’unanimità. Soddisfazione è stata espressa anche dalla minoranza sebbene non siano mancate alcune valutazioni di carattere politico: «questa sensibilità improvvisa rispetto agli eventi alluvionali fa pensare – il commento di Silvia Squadroni di Siamo Civitanova – dal momento che la variante è stata approvata in consiglio ad ottobre 2022, ad appena un mese dalle tragiche morti di Cantiano e Senigallia».

«Se un marziano fosse sceso in aula stasera avrebbe pensato che siete tutti sensibili a questo tema delle alluvioni e che la colpa probabilmente è dei tecnici dal momento che tutta la predisposizione della pratica era tesa a farla approvare – ha aggiunto il consigliere del Pd Francesco Micucci – In realtà non più di 6 mesi fa tutta la maggioranza ha votato a favore e la volontà era di portarla all’adozione finale. Vi siete ravveduti oggi sulla via di Damasco, c’è da capire se dietro ci sono davvero le tragedie legate alle alluvioni o guerre intestine. Ad ogni modo è una vittoria per la città».

«Speriamo che questa proposta non rispunti più avanti – le parole dell’ex candidata sindaca Mirella Paglialunga – riflettiamo su questo tipo di urbanistica e abbandoniamo queste varianti per opere commerciali che non hanno alcuna validità pubblica». A difesa della maggioranza è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia Roberto Pantella: «la maggioranza non è impazzita, ma ha deciso sulla base di ulteriori valutazioni. Oltretutto quando abbiamo adottato la variante la prima volta mancava il parere idrogeologico e a seguito di quello ci è parso che aggiungere ulteriore volumetria fosse correre un rischio non opportuno. Critica con l’assessora all’urbanistica Roberta Belletti Lavinia Bianchi: «il sindaco praticamente ha sconfessato un progetto dell’assessorato all’urbanistica ed è intervenuto per far presente che non sarebbe stato approvato, per la sua dignità assessore si dimetta. Invece delle biciclettate inizi a lavorare su ciò che interessa ai cittadini».

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Fausto Troiani, presidente del Consiglio comunale

Il consiglio si è aperto però fra le polemiche con una comunicazione da parte del sindaco Fabrizio Ciarapica per rispondere sull’ordinanza che vieta l’accesso alla zona del tiro a volo. In queste settimane l’opposizione ha chiesto insistentemente chiarimenti e avviato anche una campagna cartellonistica in città per stigmatizzare sul ritardo fra l’adozione del provvedimento e la comunicazione della perizia del tecnico pervenuta in comune a gennaio: «sul basso bacino del Chienti l’opposizione sta facendo una campagna di disinformazione  – ha detto il primo cittadino – ha descritto uno scenario quasi apocalittico di Civitanova, fatto di studenti che hanno prelevato sabbia e bambini che giocavano sull’arenile inquinato.

In questo modo screditano la città di Civitanova in un momento in cui la stagione inizia solo per un  bieco tornaconto politico che, lo dico con rammarico, è atto a mascherare incapacità politica. Sono stato accusato da questa minoranza di aver agito con 6 mesi di ritardo, invece ho agito con 2 anni di anticipo. Già nel 2021 infatti ero intervenuto a tutela della cittadinanza interdicendo l accesso di un’area apparentemente contaminata. Il problema del basso bacino del Chienti parte dai primi anni 2000, era un fatto noto a tutte le istituzioni fino al Ministero tanto che nel 2014 l’ amministrazione Corvatta ha approvato un piano di caratterizzazione dove già era allegata una scheda che prevedeva valori sopra la soglia. Sono io il sindaco che ha emesso l’ordinanza.

Quei valori erano già chiari dal 2006, ma voi non avete preso alcun provvedimento. Vedendo il manifesto che gira, dove c’è scritto “noi non lo sapevamo”, invece lo sapevate. Altra falsa informazione è il divieto di sedersi sulla pista ciclabile che invece già nella relazione si dice che non è pericolosa, fate disinformazione». A seguire ne è nato un confronto accesso, anche dal punto di vista della procedura perché la Paglialunga chiede di discutere l’interrogazione urgente proprio a tema inquinamento del basso bacino, ma il presidente del consiglio Troiani afferma che come da modus operandi deciso nella riunione dei capigruppo l’interrogazione sarebbe slittata in coda alle altre all’ordine del giorno, il che significa non discuterla dal momento che il tempo previsto per interrogazioni e mozioni è di un’ora. Al che la Paglialunga e i consiglieri a lei legati come Letizia Murri e Roberto Mancini utilizzano il tempo per la replica sulla comunicazione del sindaco per leggere comunque parte dell’interrogazione che chiede in sostanza quali interventi il comune intende mettere in atto per la bonifica.

Replica anche Micucci: «la domanda è perché la comunicazione è di gennaio e i provvedimenti sono stati presi a maggio. In realtà le amministrazioni di sinistra qualcosa hanno fatto. La provincia con presidente Silenzi aveva un progetto approvato dal Ministero per 3 milioni di euro, poi in provincia è arrivata una giunta di centrodestra, il progetto è lievitato a 10 milioni di euro e il Ministero non ha finanziato più. La regione inoltre aveva messo 500 mila euro per rivedere dopo 10 anni a che punto era l’inquinamento, quindi non è vero che nulla è stato fatto». Alla fine Ciarapica risponde che l’area comunque era già stata interdetta dal 2021 e che la bonifica non compete al comune.

A seguire l’assise ha discusso anche l’interrogazione sul piano antenne e l’assessore Belletti ha riferito che entro luglio in assemblea pubblica verrà presentato il piano antenne. In merito invece alla mozione sulla sicurezza con la quale la minoranza chiedeva, a seguito del consiglio comunale aperto, l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente con mondo dell’Ast, enti pubblici e privati del terzo settore e del sociale, il primo cittadino ha detto che il tavolo si è già costituito e a giorni verrà sottoscritto un protocollo. L’assise si è poi chiusa dopo la votazione su alcuni punti tecnici finanziari e l’adozione di una variante che riportava a zona industriale un’area adibita a ricettività nella zona industriale.

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