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Quel flauto magico di Olena
In fuga dalla guerra d’Ucraina
Tra le bancarelle c’è una stella

LA STORIA di un’artista di prima grandezza, dall’orchestra di Zaporiggia ai Cancelli durante il mercato settimanale maceratese. «Ora sono a Civitanova e giro per fare musica, per sopravvivere». Fino all’invasione era la solista dell’orchestra sinfonica, ha dovuto lasciare tutto e ora vive suonando dove capita. Il Macerata opera festival l’accolga per restituirle la sua arte

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Carlo Cambi

di Carlo Cambi

E’ comparsa mercoledì sul “palcoscenico” dei Cancelli mentre va in scena in piazzetta dell’Annessione la frettolosa commedia umana del mercato sempre più mesta, per la verità, causa crisi immanente. Come Ariel per metà spirito e per metà folletto ha colorato l’aria di sussurri gentili, sovrastando il vociare da imbonitori degli ambulanti e lo stridulo mercanteggiare delle donne. Dal flauto stilla nota dopo nota, un elegante dolore e sì, sembra che Mozart la sorregga perché c’è in lei qualcosa di magico, di esoterico nel suo delicato sforzo di dar fiato superando la base registrata che le dà il ritmo.

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Olena Kocherga ai Cancelli di Macerata

In punta di piedi ci siamo avvicinati e lei non ha interrotto; solo con un cenno del capo ha significato: attendete. Ondeggiando come fanno gli esecutori al flauto traverso che danno dinamicità al racconto musicale con lo slancio del tronco ha chiuso tutta la partitura terminando su un là garrulo, mentre nella scatolina precipitavano radi spiccioli di solidarietà. Neppure sul selciato di una strada che le è ignota ha voluto o potuto interrompere la musica. Show must go on? Può darsi, ma è più probabile che sia: non s’interrompe un sogno. E la musica è sogno. Un solo applauso, il nostro. Petra mi fa: ma sai che io la signora l’ho già ascoltata? Suonava all’imbocco del sottopasso dei giardini Diaz. Ci osserva timida mentre leggiamo il cartello che ha appeso al suo leggio, compare una sua foto in un bellissimo vestito carta-zucchero, i capelli d’oro raccolti in cima alla testa con due riccioli tirabaci a incorniciarle il volto. E’ al centro di un’orchestra in vestito di gala. Sembra avere un fiero pudore della sua arte, mentre appare davvero come il folletto di Shakespeare fatta della stessa sostanza dei sogni. Si sente che le vibra dentro un’intima tempesta: vorrebbe gridare la sua rabbia tinta di giallo e di blu, giallo come gli sterminati campi di girasole e di grano della sua terra ora lacerata, blu come il mare di Odessa dove ha studiato. Lascia invece che l’indifferenza l’accarezzi, si difende con un pudore disarmato.

«Mi chiamo Olena – sussurra, è ovvio, con voce flautata – come Zelenska, ora tutti sanno dire mio nome. Olena Kocherga, sono primo flauto solista di orchestra di Zaporiggia, ma in mia terra ora si sente solo urlo di bombe». E’ fuggita dall’orrore otto mesi fa. La sua vita sta tutta in uno zaino; si è portata dietro il flauto traverso, un po’ di spartiti, un amplificatore, jeans e magliette. C’è un mondo lì dentro: di disperazione e speranza. A Zaporiggia cosa è rimasto? «Tutto il mio amore: la mia musica, la mia vita, il mio compagno che è in guerra».

olena-flautista-ucraina-2-325x239Gli occhi, due acquemarine, sono velati di un vapore di lacrime, le mani stringono il flauto come un appiglio, ma le dita, appena riparte la musica, si muovono sulle punte come ballerine accarezzando quel metallo magico che manda bagliori di speranza. Sa che a Macerata si fa un festival lirico? Dallo stupore si comprende che non ha capito, scrive in cirillico, parla un po’ d’inglese e il suo italiano ad ascoltarlo è sinfonico, ma ha molte battute a vuoto. L’opera! Lei risponde: “Flauto magico? Tosca?”. Si Olena, anzi no. Quest’anno in cartellone ci sono Traviata, Lucia di Lamermoor e Carmen. «Io ho fatto Lamermoor, bellissima. Mi piacerebbe di vedere…ma forse no resto, io ora sto Civitanova e giro con mio flauto per fare musica, per sopravvivere, musica era mia vita a Zaporiggia, musica mi ha sempre dato vita e io non rinuncio».

Ci salutiamo, lei accenna un sorriso poi attacca le Fantasie per flauto di Telemann. E’ totalmente brava, totalmente appartenente alla sua musica; suona con gli occhi chiusi, abbandonandosi agli accordi e come un folletto sembra volare, sembra senza peso né di sventura né di anni; non deve averne molti anche se si vede che è provata dalla tragedia e da una quotidianità affannata e irregolare nei pasti. Chissà se nel cuore ha una tempesta, se vive un incubo, ma così sembra fatta davvero della stessa sostanza dei sogni…

Questo capita un mercoledì mattina girando per il mercato di una citta che si definisce della musica e dove la musica compare profuga. Macerata dice di sé d’essere l’Atene delle Marche, Macerata si è detta estroversa e accogliente, Macerata si specchia nello Sferisterio. C’è l’occasione di passare dagli slogan ai fatti. C’è l’occasione di farsi del bene facendo del bene, restituendo a un’artista la sua anima che una guerra inutile, come tutte le guerre, le ha strappato e stuprato. Olena Kocherga ha un curriculum da star del flauto di prima grandezza: le offra il Macerata Opera Festival l’opportunità di suonare durante la stagione lirica. I vari club benefici – dal Rotary, ai Lions passando per il Soroptimist e la Rounde Table – si mettano insieme e organizzino un concerto di Olena, Macerata l’accolga nelle sue scuole musicali. Colga l’opportunità di restituire un cielo di speranza a questa stella della musica infiochita dalla polvere da sparo. E’ un gesto d’armonia.

 



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