«Con un meningioma al cervello
ho invalidità, esenzione e urgenza
ma devo pagarmi le visite di controllo»

APPELLO - Michela Mangiaterra, 39enne di Urbisaglia, si è sentita rispondere dal Cup che non c'è posto: «Sono stata operata due volte, ora devo seguire un iter ben preciso ma, anche se mi muovo per tempo, è impossibile»

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Il Cup dell’ospedale di Macerata

di Michele Carbonari

Operata due volte per un meningioma al cervello, ora segue un programma sperimentale che prevede controlli ogni due o tre mesi, ciascuno preceduto da visite ad hoc. Ha l’invalidità, l’esenzione e la priorità, chiama il Cup ma non riesce a trovare appuntamento: costretta a rivolgersi a strutture private e quindi a pagare. È la spiacevole situazione vissuta da Michela Mangiaterra, 39enne di Urbisaglia, che per l’ultimo controllo previsto entro i primi di aprile sarà costretta a pagare 160 euro.

«Ho un meningioma al cervello, da tenere sotto controllo ogni due o tre mesi a Padova. Ho fatto due interventi e ora ho questo programma sperimentale con un farmaco da prendere ogni due settimane. I medici che mi curano devono seguire un iter e devo fare per forza queste visite. Purtroppo è impossibile prendere appuntamento con la mutua, ma non credo sia un problema solo mio – racconta Michela Mangiaterra -. Mi sono operata alla testa un anno fa e quindi ho l’invalidità, l’esenzione e l’urgenza. Ho provato a chiamare per i primi di aprile ma con il Cup non ce l’ho fatta. Al telefono mi hanno risposto: “Signora non c’è posto”, fine. Sono stata costretta ad andare a pagamento, all’Istituto Andrea Cesalpino di Terontola, in provincia di Arezzo, in Toscana. È un centro privato che fa usufruire dell’esenzione. Sono sempre andata lì, ma questa volta dovrò pagare 160 euro, di pensione di invalidità prendo 266. Al Cesalpino è pieno fino a luglio, quindi credo che dovrò pagare anche la prossima. Ci sono dei centri anche qui intorno, più vicino, ma non mi conviene. Il prezzo è di 250-280 euro e i macchinari sono vecchi: tanto vale andare ad Arezzo, che hanno le mie vecchie risonanze, quindi possono confrontare. Le potrei fare anche a Padova ma fra pedaggio e rifornimento anche in questo caso non conviene – conclude la 39enne di Urbisaglia -. I dottori mi danno la carta urgente e la priorità, non riesco a trovare posto neanche con quella. Qui da noi non funziona niente. Dove mi seguono si sono chiesti come sia possibile. Prendo l’esenzione, faccio tutta la trafila per l’invalidità e la pensione e poi le visite me le devo pagare. Ma possibile? La sanità nella nostra regione non funziona. Il personale è anche arrogante: “Signora, se non c’è non cè”. Non guardano più le urgenze della carta. Nella mia ricetta c’è scritta l’invalidità, l’esenzione e la priorità a trenta giorni e a venti giorni. Questo non viene considerato questo. Che devo fare?».



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