Maurizio Tritarelli
«Non è più rinviabile un confronto serrato che porti all’adozione di soluzioni condivise nell’interesse del Paese. Le imprese del settore costruzioni e dell’impiantistica sono in allarme rosso e minacciano il blocco dei cantieri in tutte le città d’Italia». Sono le parole di Maurizio Tritarelli, presidente del Cna, sulla questione dello stop al Superbonus. L’associazione critica la decisione del governo e fa alcune proposte per uscire dall’impasse, oltre a fornire tutti i numeri relativi al Superbonus nelle Marche.
Il problema principale del Decreto legge del 16 febbraio – esordisce Tritarelli – sta nello stop al meccanismo delle cessioni dei crediti che rappresenta lo strumento essenziale per far funzionare le misure d’incentivazione fiscale, senza questo si blocca tutto. Uno stop repentino che riguarderà certamente anche la ricostruzione post sisma 2016. L’aumento della domanda di materie prime, unitamente al successivo deterioramento della situazione internazionale, hanno provocato un aumento dei costi per tutti i materiali edili, ben al di sopra dei listini previsti nei prezzari ufficiali. Con un opportuno bilanciamento dei fondi per la ricostruzione e del Superbonus, si riusciva ad evitare ai proprietari accolli insostenibili. Ora con questa scelta, ci troviamo nella situazione paradossale che vede il Superbonus bloccato ed i costi delle materie prime ancora altissimi; è inevitabile quindi che la ricostruzione post sisma subirà un arresto. In generale, nelle Marche le conseguenze di questo Decreto si traducono in 1.300 imprese coinvolte e quasi 7mila lavoratori a rischio; più di un quarto di queste imprese sono maceratesi».
«Da parte del Governo – continua il presidente Cna – si sostiene che sarebbero 160 i miliardi necessari per la copertura di tutti i bonus, noi ne chiediamo 15 per sbloccare i crediti incagliati, sottolineando come numerosi studi non solo Cna (Ance, Nomisma, Censis) hanno illustrato gli effetti positivi dei bonus edilizi sui bilanci nazionali, dimostrando che il costo effettivo a carico dello Stato è pari al 53% e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, Iva e contributi vari. All’incontro con il governo, Cna ha indicato tre priorità che richiedono risposte urgenti e definitive ai problemi generati dal decreto legge sulla cessione dei crediti. La prima riguarda proprio il tema dei crediti fiscali incagliati che le imprese non riescono a vendere e che mette a rischio fallimento decine di migliaia di attività e sta bloccando i cantieri e la stessa ricostruzione post terremoto. È necessario attivare qualsiasi strumento per svuotare i cassetti fiscali delle imprese che hanno l’unica “colpa” di aver realizzato i lavori anticipando, ai cittadini beneficiari, il contributo dello Stato. Sono varie le opzioni sul tavolo. Per quanto ci riguarda, tra la soluzione che indica la cartolarizzazione dei crediti e l’alternativa che indica lo scarico dei crediti attraverso i modelli F24 presentati in banca, consideriamo come maggiormente percorribile questa seconda ipotesi, e auspichiamo che si proceda in tal senso.
«La seconda priorità – continua Tritarelli – è rappresentata dal caos provocato dall’ultimo decreto del Governo che cancella l’opzione della cessione del credito. Le condizioni indicate nel provvedimento sono disegnate sul Superbonus, senza considerare che si applicano a tutto il sistema degli incentivi. Basti pensare ai tanti lavori di edilizia libera, dalle piccole opere di ristrutturazione alla sostituzione degli infissi, che interessano moltissimi cittadini e vedono coinvolte migliaia di artigiani e piccole imprese. Al momento per loro non ci sono indicazioni certe su come gestire i rapporti in essere. La terza è l’avvio di un tavolo per il riordino e la stabilizzazione degli incentivi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili residenziali anche alla luce della nuova direttiva europea sulla casa. Cna ribadisce che l’architrave del sistema è l’opzione della cessione del credito, un meccanismo che consente anche alle famiglie meno abbienti di poter realizzare interventi necessari a ridurre il consumo di energia, e quindi l’impatto ambientale, provocando anche il taglio del costo delle bollette, nonché a mettere in sicurezza le abitazioni contro i rischi terremoto.
I numeri del Superbonus nelle Marche, elaborati da Cna
2.000 imprese coinvolte nei crediti bloccati
3.000 cantieri i fermi
7,5% del Pil come valore economico generato dai lavori finanziati
6.000 posti di lavoro creati
25,8% aumento dei ricavi nel 2022 delle imprese delle costruzioni
30% crescita degli investimenti nel 2022 delle imprese delle costruzioni
9.291 pratiche di ammissione presentate al 31 gennaio 2023
1.724 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione
75,3% interventi conclusi
1.910 interventi sui condomini
971,4 milioni di euro di investimenti sui condomini
4.588 interventi su villette unifamiliari
499,1 milioni di euro di investimenti su villette unifamiliari
2.793 interventi su abitazioni con ingresso indipendente
254,1 milioni di euro di investimenti su abitazioni con ingresso indipendente
500 nuovi progetti presentati in media al mese (max 1.483 settembre 2022; min 385 gennaio
2023)
508mila euro investimento medio per i condomini
108mila euro investimento medio per abitazioni unifamiliari
91 mila euro investimento medio per unità abitative indipendenti
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Questi signori che ci guidano ora e che molti siete stati orgogliosi di averli eletti sono molto coerenti visto che sono riusciti a raddoppiare gli sbarchi ora cercano di raddoppiare i disoccupati e poi vi lamentate che ancora non sono riusciti a risolvere nulla…il “MODELLO MARCHIGIANO” si sta espandendo a macchia d’olio…la pacchia è finita!!!
Questa vicenda del decreto blocca cessioni bonus edilizi (approvato nottetempo subito dopo le elezioni regionali) fa capire quanta attenzione ha questo Governo per la ricostruzione post sisma! Talmente attenti da dimenticare la deroga per coprire gli accolli degli interventi di ricostruzione post sisma.
Piergiorgio Marchegiani rilassati che come minimo altri 20 anni non governate