Un allevamento Fileni
Dai polli bio che non passerebbero le necessarie ore all’aria aperta, ai mangimi ogm, fino all’inquinamento ambientale e al Rusticanello. La Fileni risponde punto per punto a quando denunciato dalla trasmissione di Rai 3 Report, dopo il servizio di Giulia Innocenzi mandato in onda ieri sera. L’azienda, con sede legale a Jesi e amministrativa a Cingoli, terza produttrice nazionale nel settore delle carni avicole e al primo posto per le carni bianche da agricoltura biologica, ha risposto ai punti sollevati dalla trasmissione creando un’apposita sezione nel sito web ufficiale (#parlanoifatti), con una serie di domande e risposte.
Le immagini mandate in onda da Report
«Ieri sera abbiamo seguito la trasmissione Report che ha messo in discussione il nostro operato – dice Fileni – Siamo dispiaciuti per le modalità con cui sono stati rappresentati molti aspetti che avrebbero dovuto essere spiegati e raccontati dal servizio in modo più bilanciato, ascoltando anche le nostre ragioni. Teniamo a ribadire che tutto ciò che dichiariamo bio è bio, ciò che dichiariamo senza ogm è senza ogm, ciò che dichiariamo allevato all’aperto è allevato all’aperto. Come sempre, siamo pronti a recepire, laddove ci siano, elementi di miglioramento e intervenire su singoli episodi di comportamento che non riflettono la nostra cultura aziendale, a partire dal benessere animale. Ricordiamo, infine, chi siamo, cosa facciamo e qual è, da sempre, il nostro approccio. Siamo nati circa 60 anni fa dalla visione di Giovanni Fileni, che aprì il primo allevamento a Jesi. Da allora siamo diventati il terzo player nazionale nel settore delle carni avicole e il primo produttore in Italia di carni bianche da agricoltura biologica, con un percorso di crescita da sempre improntato al rispetto delle persone, degli animali, dell’ambiente e del territorio, occupando oggi circa 3.500 persone tra dipendenti e indotto sul territorio nazionale, di cui la quasi totalità nelle Marche».
Giulia Innocenzi
«La nostra azienda – continua Fileni – è cresciuta in Vallesina, da sempre luogo di allevamenti da reddito, dove abbiamo riconvertito o ampliato vecchie fattorie già dedicate a polli, a suini o a bovini, riducendo al minimo il “consumo di suolo”. In questo senso, siamo stati antesignani di quella che oggi viene definita sostenibilità. Questo percorso ci ha portato ad affiancare alla produzione convenzionale, sin dal 2000, la più importante linea di carni biologiche in Italia, prima con marchi diversi da Fileni e nel 2014, con la linea Fileni Bio (registrato a livello Ue), che oggi può contare su oltre il 30% dei ricoveri destinati all’allevamento della nostra filiera. Una scelta volta non solo a garantire la massima condizione di benessere degli animali, ma anche un altrettanto prioritario impatto positivo sul territorio e sull’ambiente. Climate Neutral (scope 2) sin dal 2020 con la compensazione di tutte le emissioni dirette del Gruppo, nel 2021 abbiamo raggiunto un’altra tappa importante con la trasformazione in Società Benefit, la firma del Climate Pledge con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette totali entro il 2040 e la sottoscrizione, come prima Azienda italiana, dello European Chicken Commitment (ECC), una serie di standard concordati a livello europeo riguardanti il benessere animale. Nel 2022, poi, siamo diventati la prima azienda B Corp al mondo nel suo settore. Questa è oggi la nostra realtà come gruppo Fileni, la nostra filosofia e il nostro modo di fare azienda».
Ecco la serie di domande e risposte pubblicate sul sito aziendale, nella sezione #parlano i fatti
Le diapositive preparate dall’azienda
La prima questione: i polli bio vivono in realtà al chiuso, come mostrato nel servizio? «Falso – risponde l’azienda – il capannone mostrato dalla Innocenzi è diverso da quello menzionato dai due operatori intervistati che affermavano che all’interno i pulcini avevano 10 giorni. Per questa ragione, è corretto che all’interno vi fossero animali di età diverse. Non vi sono prescrizioni vincolanti sul momento dal quale l’animale biologico deve poter fruire degli spazi aperti, poiché l’unica prescrizione normativa concerne il fatto che i broiler bio devono poter trascorrere almeno 1/3 di vita all’aperto, anche a seconda delle stagioni e delle condizioni meteo. È quindi normale che l’inizio delle aperture possa variare, non solo da allevamento ad allevamento, ma persino da capannone a capannone o da stagione a stagione».
I prodotti a marchio Fileni sono alimentati con mangimi ogm? «Falso – continua l’azienda – Confermiamo che tutte le carni avicole vendute con marchio Fileni derivano da animali alimentati con mangimi ogm-free e che tutti i prodotti commercializzati a marchio Fileni sono privi di componenti ogm, come indicato nel bilancio di sostenibilità».
E’ possibile utilizzare ogm in allevamenti convenzionali? «Vero – risponde Fileni – l’impiego di componenti ogm (per mais e soia) è circostanza normale e comune per tutto il settore avicolo e, a ben vedere, anche per tutto il food europeo, salvo in quei prodotti dove viene espressamente escluso l’uso di ogm per la preparazione (o, nel caso dell’allevamento, per l’alimentazione degli animali)».
Nell’allevamento di Monte Roberto i polli sono accasati oltre limite? «Falso – dice ancora l’azienda – Premesso che la vicenda di Monte Roberto riguarda un puramente una discordanza urbanistico – amministrativa a carico degli enti locali, cui Fileni è estranea, Monte Roberto era stato autorizzato ad operare regolarmente sino al 31 ottobre 2022. Riguardo il problema relativo all’accasamento confermiamo che, dopo il 31 ottobre, nessun nuovo animale è stato “introdotto” a Monte Roberto, ma si è solo provveduto a portare a maturazione i cicli precedentemente accasati sulla scorta del regime autorizzativo adottato proprio a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, anticipando anche le catture rispetto alle tempistiche normalmente osservate. L’impianto è completamente vuoto e inattivo dallo scorso 9 dicembre».
Report ha denunciato anche abbattimenti arbitrari di polli, mostrando un operaio che torceva il collo agli animali per poi lanciarli nel mucchio. «Fileni – ribatte sempre l’azienda – non ha nessun interesse ad abbattere “arbitrariamente” un numero di animali maggiore di quello strettamente necessario, pratica che sarebbe non solo inutilmente crudele, ma anche antieconomica. Ogni eventuale condotta non corretta tenuta, rispetto alla gestione degli animali, da singoli addetti alle linee di produzione configurerebbe una violazione dei doveri collegati al singolo rapporto di impiego (assumendo anche rilevanza disciplinare) e non potrebbe certo essere spacciata per una policy aziendale, né per una prassi favorita o tollerata dalla società, che – prima di oggi – non aveva mai avuto segnalazioni in tal senso, neppure dalla Lav (Lega Anti-Vivisezione). La tecnica della dislocazione cervicale del collo è legale, essendo espressamente prevista e autorizzata dall’articolo 4 del Regolamento Europeo 1099/2009, relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento. Questa tecnica viene applicata nei casi di animali malati o sofferenti, che vengono soppressi dagli addetti dei singoli allevamenti, come previsto dalla legge ».
Polli schiacciati dagli uscioli automatizzati? «Fileni – la risposta – non ha contezza di tale problematica. L’azienda non ha nessun interesse a che gli animali restino impigliati negli uscioli. Al contrario, per monitorare al meglio le fasi di allevamento, inclusi i processi automatizzati di apertura/chiusura degli uscioli, l’attivazione degli stessi viene sempre presidiata da uno o più operatori».
Assenza di luce naturale negli allevamenti? «Falso – assicura Fileni – nei due allevamenti citati, la luce naturale entra attraverso le finestre di ventilazione (Borghi) o attraverso gli uscioli di policarbonato trasparente (Ostra Vetere) e si combina con quella artificiale, nel pieno rispetto delle prescrizioni regolamentari che prevedono espressamente la combinazione di diverse ‘fonti’ di luce».
Nella trasmissione si parla poi dei cattivi odori provocati dall’eccessiva ammoniaca presente nell’aria, con diversi cittadini anche di Jesi e Cingoli che hanno denunciato situazioni al limite del sostenibile. In particolare il riferimento di alcune rilevazioni effettuate a Ripa Bianca di Jesi. «Se è vero che i valori rilevati nella citata campagna di monitoraggio degli enti preposti (Arpam) sono risultati talvolta più alti rispetto ai valori stimati nello studio previsionale di impatto atmosferico – specifica la Fileni – è altrettanto vero che i valori medi giornalieri misurati nella predetta campagna di monitoraggio rispettano il valore guida limite giornaliero della Who pari a 270 microgrammi/metrocubo. I valori “alti”, infatti, si riferiscono a specifici picchi orari, che – ponderati con le altre ore giornaliere – rientrano nel suddetto limite di 270. Peraltro, le misurazioni dell’Arpam sono state effettuate tutte in un solo punto (peraltro posto in posizione prevalentemente sottovento rispetto all’allevamento) e non sono mai stati confrontati con rilevazioni a monte, come sarebbe stato necessario fare per potere caratterizzare correttamente un’area su cui insistono non solo l’allevamento, ma anche terreni agricoli (con potenziali pratiche di spandimento di liquami e fertirrigazione) e altre attività (come il depuratore comunale da 60000 abitanti equivalenti) che possono contribuire, anche significativamente, alla produzione e rilascio di ammoniaca nell’aria. A proposito dei livelli di ammoniaca, è il caso di ricordare come, nelle più recenti pubblicazioni di Arpa. Lombardia, si dia conto del fatto che in ambiente rurale i valori di picco di ammonica rilevabili arrivano fino a 900 ppb (circa 650 microgrammo/metrocubo) ben al di sopra di quelli rilevati nella campagna Arpam. L’assenza di pericoli per la salute umana collegabili alle emissioni degli allevamenti Fileni è confermata anche dai valori di PM10 e PM 2,5 rilevati negli ultimi anni dalle centraline provinciali (validati dall’Arpam): valori che non hanno subito nessun significativo incremento a seguito della realizzazione ed esercizio degli allevamenti Fileni, ma che evidenziano anzi un trend in diminuzione».
Quindi la questione del Rusticanello, secondo la trasmissione almeno in uno stabilimento in Emilia Romagna i polli con questo marchio sarebbero allevati al primo piano della struttura, quindi probabilmente non all’aperto. «Rusticanello è il nome commerciale dato dall’azienda ad alcune linee di eccellenza, relative alla razza a collo nudo “JA57 Hubbard” a lento accrescimento – aggiunge l’azienda – Quest’ultima, se allevata al chiuso, non riporta in etichetta la dicitura “Allevato all’aperto”. Questo significa, per totale trasparenza, che una confezione con questa etichetta contiene esclusivamente un pollo allevato all’aperto e alimentato con mangimi vegetali privi di ogm.
(Redazione Cm)
Fileni nel mirino di Report: «Polli bio? Perché non sono all’aperto?»
Ma questi di Rai 3 sempre a rompere le balìe ?
Potevate commentare prima non dopo. i polli che stanno all'aperto sono quelli della pubblicità?
Perché non andare in trasmissione e replicare? Mi risulta che sono stati invitati.
Uno di quei casi in cui il silenzio sarebbe stato oro!
Perché il servizio è stato fatto solo su Fileni e non hanno mai nominato gli altri allevamenti come Amadori ecc forse Fileni da fastidio a qualcuno?
Sabina Segalla ti sei fatta la domanda, ora datti la risposta, non è difficile.......
Non dimentichiamo che da lavoro a centinaia di persone per me hanno fatto vedere quello che hanno voluto !!!!
Sabina Segalla pure su Amadori è stato fatto qualche anno fa il servizio.....
Sabina Segalla da Amadori già ci sono passati con risultati simili
Le risposte studiate a tavolino con i vostri avvocati,non valgono.
Si si. Vabbè.
Report la trasmissione più falsa della Rai, fanno montaggi a loro piacimento,il conduttore personaggio falso come il suo partito vorrei sapere quante denunce pendono a carico suo e della trasmissione
Danilo Brevi quando si sminuisce tanto troppo si vuole nascondere chi male non fa paura non deve avere
Fileni me nanna ma non me convince
Dalle accuse fatte,chi ha denunciato conosce bene quel lavoro.
Servizio di report su fileni ...fazioso ..e degno di indagine da parte degli organi di sorveglianza della Rai ...sono stati ripresi e messi in risalto solo aspetti negativi e fuorvianti...con tutti i controlli che ci sono in Italia sull biologico non credo che gli enti preposti non avevano intrapreso qualche azione contro l azienda. Io non sono assolutamente di parte in quanto non ho nessun contatto con l azienda. Ma mi sembra inopportuno colpire in questo modo falso un azienda leader nella mondo..fiore all'occhiello della zootecnia italiana..migliaia di dipendenti...poi non ci lamentiamo se le aziende chiudono o vanno all estero..sono indignato con la Rai che dovrebbe essere sopra le parti ..se permettete sono soldi anche miei che mantengono il servizio pubblico e pretendo che tali schifezze non vengano messe in onda..
Mauro Borri io la penso come lei.
Paola Sabbatini grazie per la solidarietà... purtroppo il servizio pubblico spesso è un arma in mano a fazioni che vogliono destabilizzare aziende e persone scomode ..la cosa più abominevole e che certi pseudo giornalisti si asservono a questi sporchi giochetti..e Report è un esempio
Mauro Borri e non solo report purtroppo.
Paola Sabbatini verissimo
Mauro Borri se è come dice lei perché non li hanno fatti entrare, non avevano nulla da nascondere.
Mauro Borri quindi Report sarebbe fazioso perchè in Italia si fanno controlli? ma da quale pianeta vieni? e hai il coraggio di criticare Report che, sebbene di sinistra, è l'unico programma tv che prova a fare serie indagini giornalistiche in un paese in cui l'informazione è drogata (e pagata) dai grandi capitali e dai soliti partiti? ripeto ma da quale pianeta vieni?
Noris Secchiaroli mi scusi ...chi viene da un altro pianeta e lei prima di tutto...poi mi dice che Report non è fazioso? Penso proprio che lei faccia parte di quella parte di italiani che ancora non hanno capito che tutte le testate giornalistiche sono all soldo dei potenti ...mi scuso per il tono ..ma io la penso così..poi ci sarebbe da discutere giorni interi per parlare di questa materia.. distinti saluti
Mauro Borri, ok diamoci del lei, guardi, lei sfonda una porta aperta, lei sostiene esattamente ciò che io ho detto sopra in merito alle proprietà dei mezzi d'informazione in Italia. E anche la Rai, pur essendo azienda pubblica, è monopolizzata sempre dagli stessi partiti, basta saperlo, ma questo non toglie che Report è una trasmissione seria, perchè fa inchieste approfondite e documentate, anche se magari solo in un senso, però come dicevo basta saperlo e saper "filtrare" le loro inchieste, ma almeno loro le inchieste le fanno. Sullo specifico, quando lei afferma, per avvalorare la sua tesi contro la faziosità del programma, che in Italia si fanno già tanti controlli alle aziende, mi scusi, parte già male, perchè se una cosa non si fa in Italia, sono proprio i controlli (intendo quelli seri).
In nessuna azienda ti fanno entrare ..e le spiego perché....1)motivi di sicurezza 2)motivi di privacy. 3) perché con 5minuti di ripresa televisiva non si avrebbe l esatta rispondenza dell ciclo produttivo...poi le maestranze non sono autorizzate a fare entrare chiunque all interno dell' azienda...
Ma si, critichiamo tutto e tutti e poi mangiamoci la farina di grillo che è più buona
Io dico che di avicoltura non ci capite un c.. nessuno. Per fare un pollo di buona qualità non sono sufficienti 28/30 gg come fanno tutti o la stragrande maggioranza degli allevatori, bio o non bio. Basterebbe una legge semplice, vietato macellare polli sotto i 65 gg di vita. Non vi rendete conto di quanto migliora la qualità del prodotto.
Luigi i nostri sicuramente
SCEGLI IL BIO FILENIII SCEGLI IL BIOOOO
Tutti buoni a rispondere a delle domande che si concordano a tavolino. Potevate aprire le porte della vostra azienda alla giornalista visto che ci tenete tanto a precisare la realtà. Che problemi cerano? Le pezze sono sempre peggio del buco. Soprattutto dopo quel servizio con tanto di prove documentate. Complimenti a Report per i temi che tratta e per voler sempre approfondire. Fare la pubblicità in tv è facile, dire la verità un po meno.
A parte due o tre cose discutibili, ma comunque da approfondire, il resto del servizio era totalmente contestabile. Per capirci qualcosa (sottolineo QUALCOSA) bisognava almeno leggersi un pacco di regolamenti UE alto una spanna, controllare in ogni capannone quale categoria commerciale di polli veniva allevata, leggersi i disciplinari di produzione ecc ecc. Invece di fare questo hanno preferito fare un'accozzaglia di filmati, domande decontestualizzate e conclusioni raffazzonate utili solo a.....chi?
Non ha mica colpa di fileni se la gente acquista i loro prodotti e se li mangia. Questi sono allevamenti intensivi (e non solo la ditta in questione)
Come sempre qualcuno vuole negare l'evidenza
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Nel Musone, negli anni 2014/15 furono riscontrati alti livelli di ammoniaca. Da cosa dipesero?
Per risolvere il problema occorre ridurre il consumo di carne mangiando più pesce e più verdure.
Oggi Fileni. Qualche giorno fa una catena di supermercati con marchio non italiano. Un filmato orripilante è stato più volte ripassato da un telegiornale nazionale h24. Però i polli anche se non lo sanno, dopo morti si vendicano rendendoci sempre più antibiotici resistenti con tragiche conseguenze per tanti malati che in genere si beccano nuove patologie in ospedale, tanto per il solito collegamento con il comparto Sanità. Settore questo, che tra i vari problemi ha anche il famoso taglio dei fondi. Simpatica usanza che tutti i governi succedutesi negli ultimi tanti anni non ha mai dimenticato di proseguire. L’attuale non fa certo torto con l’aggravante però di far dire a tutti i suoi rappresentanti più o meno fotogenici e amanti dell’apparire che non sia assolutamente vero. Anzi!! Beh, a dirla tutta è grazie a loro che finalmente la povertà, stavolta sì che è stata veramente sconfitta con gli aiuti mastodontici dati a piene mani. Nell’articolo precedente, il nostro Líder Máximo stazionato ad Ancona dove andrà personalmente ad accogliere la Geo Barents, dice che lui fa controlli all’uopo. Magari in trattoria dove ordina non pollo ma prelibatissimi piatti di pesci, e molluschi e crostacei alla microplastica come:cozze, scampi, scorfani, acciughe e sgombri.
Tutti i polli degli allevamenti intensivi sono come le scarpe cinesi… puzzano. Che poretendete da polli allevati in 28 giorni? E’ solo trasformazione biologica di robaccia. Per far un buon pollo occorrono 60-65 giorni almeno e che abbiano vissuto e razzolato 8-12 ore all’aperto. Costerebbe il doppio di quanto il mercato oggi propone. E’ possibile arrivare a fare allevamenti per che producano animali in salute e gustosi? Il mercato attuale non lo permette. C’è qualche valoroso in Italia in grado di rischiare per far nascere una vera eccellenza?
Ansa, allevamento Fileni:
https://www.ansa.it/marche/notizie/terraegusto/2022/12/15/stop-allevamento-fileni-azienda-noi-parte-lesa_6ec90170-ab9b-45d5-97a7-22f31154bb71.html
Qualunque sia la verità, si tratta di prodotti di qualità infima.
Bio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono.