Lo staff del progetto con Gianni Giuli e Silvia Agnani
di Mauro Giustozzi
Contrasto, prevenzione e riduzione del rischio del gioco d’azzardo. Si chiude il progetto Hazzard a valere sul fondo regionale che ha consentito la realizzazione di un insieme articolato di interventi sul territorio dell’Area Vasta 3 dal 2020 ad oggi. Un progetto che grazie al rifinanziamento continuerà anche il prossimo anno, iniziativa promossa e coordinata dal Dipartimento dipendenze patologiche dell’Area Vasta 3, realizzato grazie alla Cooperativa sociale Pars, all’Associazione Glatad onlus, alla Cooperativa Cooss Marche e alla Cooperativa Berta ’80.
I professionisti del privato sociale hanno realizzato gli interventi previsti con la costante supervisione dello staff di prevenzione coordinato dalla dirigente sociologa Silvia Agnani del Dipartimento dipendenze patologiche di Av3 diretto da Gianni Giuli. Che sono stati anche coloro i quali hanno illustrato il bilancio dell’attività svolta nelle aree di intervento che sono state prevenzione, informazione, consulenza e ascolto, formazione.
Gianni Giuli
«Questo è un progetto importante perché trattiamo di una patologia multidimensionale –ha esordito il direttore Giuli- il gioco d’azzardo patologico che è una dipendenza che interessa non solo l’individuo ma l’intera famiglia il suo patrimonio economico, tutta la società, lo Stato che poi si occupa di pubblicizzare lo stesso gioco d’azzardo ed in questo si denota una certa incoerenza che è evidente. Il progetto deve essere sinergico, le alleanze sono fondamentali. Noi siamo un dipartimento pubblico-privato, questo ci permette di dare un sistema di servizi più completo, ci consente di progettare sul territorio in maniera più efficace e quindi collaborare col privato sociale e le associazioni che ci sono, ci permette di scendere nel territorio e fare attività di prevenzione in maniera adeguata. La prevenzione del gioco d’azzardo, a differenza di altre patologie da dipendenza, riguarda tutte le fasce di popolazione. Noi partiamo dai minori sino agli over 60. Per questo bisogna saper stare nel territorio e modulare l’intervento. Coinvolte le scuole, poi c’è l’educativa di strada, ci sono progetti rivolti agli over 60. L’altro aspetto è l’attività di cura. Quando il gioco d’azzardo patologico giunge nei nostri ambulatori di Av3 a Camerino, Civitanova e Macerata le persone ci arrivano in ritardo quando la loro situazione è oramai compromessa non solo da un punto di vista psicopatologico, ma anche familiare e del patrimonio. Per questo è stata allacciata una collaborazione con l’Ordine degli avvocati per allargare la rete di sostegno a queste tematiche».
In poco più di un anno il progetto Hazzard ha coinvolti 6.028 studenti della scuola primaria/secondaria di primo grado, 2073 studenti di secondaria di secondo grado, 116 ragazzi agganciati nei gruppi informali, 1010 adulti tra cui genitori, insegnanti, allenatori, educatori, 1795 giovani nei luoghi di divertimento. A questi numeri vanno aggiunti i destinatari potenziali cioè tutti i segmenti di popolazione (over 65, giocatori d’azzardo ed i loro familiari) a cui sono state dirette le campagne di sensibilizzazione mirate che sono state realizzate. Altro dato rilevante è la diffusione su tutto il territorio delle azioni messe in campo dai professionisti delle cooperative sociali: oltre il 70% dei comuni di Av3, cioè 38 su 53, sono stati destinatari di almeno un intervento. Tra le tante attività svolte vanno ricordate ‘Build The future’, ‘La carta del navigatore’ Bookcrossing’, l’educativa di strada denominata ‘Hazzard on tour’ indirizzata ai giovani di età compresa tra 14 e 20 anni con l’obiettivo di agganciare gli stessi attraverso attività ricreative e sportive fornendo ascolto e relazioni positive.
Silvia Agnani
«Lo scopo era quello di giungere a tutte le fasce d’età coinvolte nel gioco d’azzardo -ha ribadito Silva Agnani- con progetti mirati. Siamo stati presenti in modo imponente in poco più di un anno, visto che si è partiti nell’autunno del 2021, dai ragazzi fino agli over 65 che sono stati avvisati tramite lettera firmata dai sindaci sui rischi legati al gioco d’azzardo, oppure penso alle locandine affisse negli ambulatori dei medici di medicina generale che sono uno snodo importante della sanità vicina al territorio, alle pillole informative ossia contenuti web indirizzati agli insegnanti ed agli educatori che sono accanto ai ragazzi che danno informazioni e poter avere poi un approccio più consapevole verso i giovani. Il gioco diventa patologico quando colonizza una parte rilevante della vita del soggetto che non riesce a fare a meno del brivido che dà il gioco e porta ad investire sempre di più somme rilevanti di denaro e rendere impossibili le relazioni ed anche una gestione consapevole del budget economico di cui si dispone nel tempo libero. Quando non si è liberi di scegliere se giocare o meno si è già dentro il problema del gioco d’azzardo».
E’ stato inoltre presentato il ‘Toolkit’, una sorta di cassetta degli attrezzi che fornisce informazioni circa la tutela del cittadino consumatore che presenta problematiche economico-legali legate al gioco d’azzardo. Infine è stato lanciato il ‘Manifesto del Non Azzardo’ che contiene 10 principi ed un impegno condiviso di buon senso per disinnescare i pericoli dell’azzardo, la cui sottoscrizione viene proposta ai sindaci dei comuni di Av3, alle scuole, a tutti gli altri enti del territorio, pubblici e privati e al mondo dell’associazionismo. I soggetti che hanno collaborato alla realizzazione delle attività e che sono parte integrante della rete territoriale Hazzard sono Ama Macerata, Help San Severino, Labs, Red, rete Slot Mob, Veder Crescere con il dialogo, Adiconsum, Fondazione antiusura Monsignor Traini onlus, Libra, Moica.
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Secondo eminenti studiosi e grandi magistrati la lotta al gioco d’azzardo è intrecciata con quella della delinquenza organizzata, tipicamente quella del traffico degli stupefacenti. In particolare il gioco d’azzardo serve a ripulire gli introiti illeciti.
Quindi la lotta è ardua.
Ha sottoscritto il sindaco della Las Vegas delle Marche? Quello che nonostante tutte le sentenze negative tiene sempre nel cassetto la delibera che con l’aiuto della Regione spera che un giorno possa mantenere le promesse fatte. Lui purtroppo non gioca ed almeno su questo versante non ci si può aspettare che si rovini. Negli altri non c’è che una timida risposta talmente pudica di cui ancora non si sente nessuna voce. Siamo sempre lì, all’antico ritornello ” ruba una mela e…”, naturalmente dove la mela sta ad indicare che se devi mangiare, ordina un’aragosta. La ludopatia era vizio quando l’eroina, cocaina non si sapevano neanche cos’erano. Più romantica certo come quando il conte rovinato da gioco e ballerine si faceva saltare il cervello. Comunque lo Stato sembra intervenire visto che sento nominare chi sempre in cerca di contributi si inventerebbe qualsiasi cosa pur di aiutare gli altri, tutti immersi nella loro grande è nobile bontà. Qualche successo l’ho visto negli Alcolisti anonimi, lo si potrebbe ripetere con i giocatori accaniti che qui se ho capito il testo sono giovani, in età scolare, eredi di grandi fortune che dissipano con le slot… mah!?!?