Ai “raggi x” i resti della Beata Mattia,
nel 2014 l’ultimo miracolo del sangue

MATELICA - La teca che contiene i resti della suora sarà trasferita dal monastero di Santa Maria Maddalena a partire dal 29 luglio e fino alla fine delle analisi dedicate a verifiche sullo stato di conservazione del corpo

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La Beata Mattia

di Monia Orazi

Una ricognizione del corpo della Beata Mattia Nazzarei a Matelica per verificare in che stato di conservazione si trova. L’annuncio viene dal volantino del monastero Santa Maria Maddalena: «Dal 29 luglio la teca con il corpo della beata sarà assente dalla chiesa per tutto il periodo necessario, per poi tornare a ricognizione ultimata nella sua collocazione sotto l’altare. Chiediamo a voi devoti e fedeli di accompagnare con la vostra preghiera i passi di questa importante ricognizione».
La teca che conserva le spoglie mortali della Beata, nata a Matelica nel 1253, suora di clausura nel monastero, si trova sotto l’altare del santuario intitolato al suo nome, ed è oggetto di profonda venerazione tra i matelicesi. Nel 1972 fu padre Antonio Riccardi ad effettuare la ricognizione sulle spoglie mortali della Beata e ad effettuare un trattamento conservativo sul corpo. Furono fatte anche delle analisi sul sangue di cui erano intrisi i panni di lino che avvolgevano i resti mortali della suora. La certificazione che l’essudazione di sangue si era avuta il 13 settembre del 1972, nelle analisi effettuate dall’Istituto di medicina legale dell’università di Camerino, che a seguito di indagine ematologica su 5 reperti, così si pronunciò: «Le macchie presenti in tutti i 5 reperti sono certamente costituite da sangue piuttosto invecchiato».
Il fenomeno dell’essudazione si è ripetuto diverse volte nel corso dell’Ottocento e del Novecento. Nel maggio 2014 il santuario balzò agli onori della cronaca per un fenomeno di presunto sanguinamento della Beata Mattia, per mesi giunsero pellegrini da tutta Italia e si parlò del fenomeno su giornali e trasmissioni televisive di rilievo nazionale.

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