Promessi sposi a Villa Buonaccorsi?
Non s’ha da fare, saltano decine di nozze
La rabbia: «Non ci hanno informati»

POTENZA PICENA - La denuncia di Lorenzo Mongardi che stava organizzando il suo matrimonio e si è fatto portavoce di altri fidanzati che sono nella sua situazione: «Abbiamo firmato i contratti per la prenotazione, seguendo un percorso durato circa un anno, poi la settimana scorsa abbiamo ricevuto la chiamata dal proprietario del catering. Saltati almeno 30 matrimoni». Sindaco e curatrice fallimentare «Nessuna conferma degli eventi da parte nostra»

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Parte del giardino di Villa Buonaccorsi

di Giulia Sancricca

«Avevamo prenotato Villa Buonaccorsi per il nostro matrimonio e solo ora ci dicono che la struttura è stata chiusa». L’incubo di tutti gli sposi si è materializzato nella dimora storica di Potenza Picena: a pochi giorni dalle nozze, la location scelta da ben trenta coppie non è più disponibile. A rendere pubblica la questione sono state proprio loro che, tramite uno dei futuri sposi, Lorenzo Mongardi. Lui è della provincia di Ravenna, la sua promessa sposa è di Ancona e avevano deciso di sposarsi proprio nelle Marche.

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Lorenzo Mongardi

«Dopo che abbiamo firmato i contratti per la prenotazione della villa – racconta Mongardi -, seguendo un percorso organizzativo di circa un anno, la settimana scorsa abbiamo ricevuto una chiamata dal proprietario del catering per comunicarci che la villa era stata chiusa». Protagonista, suo malgrado, della chiusura anche una coppia di sposi che avrebbe dovuto tenere il ricevimento a Potenza Picena il prossimo fine settimana. «Vorremmo cercare almeno di far sentire la nostra voce – aggiunge Mongardi – per rendere pubblica una situazione che è drammatica. Tra l’altro, anche se ci concedessero la struttura a breve, i giardini sono impraticabili. Si tratta di giardini all’Italiana che hanno bisogno di una cura quotidiana e sui quali il sole sta bruciando tutto. Non ci sarebbe il tempo materiale per sistemarli. Ci è stata paventata una riunione tra le istituzioni, ma nel frattempo stiamo cercando location alternative. Tutti noi, però, abbiamo versato caparre e studiato allestimenti per quella struttura».

«Eventi prenotati da mesi – continua Mongardi –  in alcuni casi sono sposi che avevano rimandato il loro matrimonio da oltre due anni a causa della pandemia, e ora si ritrovano da un momento all’altro senza location a disposizione. Improvvisamente è stato apposto un lucchetto ai cancelli della villa, cacciata la società che aveva in gestione il bene e liquidati senza troppi complimenti i custodi e i giardinieri che per anni si erano presi cura della struttura e del parco. Tutto questo – denuncia – è avvenuto senza che nessuno si fosse premurato di avvisare gli interessati: almeno 30 matrimoni, coppie costrette a riprogrammare in breve tempo tutta l’organizzazione, cambiando date e luoghi, spostando almeno 4mila invitati verso altre destinazioni con pochissimo preavviso e con notevole disagio per tutti».

Nei mesi scorsi il ministero della Cultura ha potuto esercitare il diritto di prelazione sulla villa che è diventata un bene di proprietà pubblica. Questa notizia aveva destato non poca preoccupazione per chi aveva un contratto in essere con la vecchia società, «ma gli interessati – sottolinea Mongardi – sono stati rassicurati da tutti (gestore, Comune, Regione, curatori fallimentari), i quali hanno garantito che gli eventi prenotati nel 2022 sarebbero stati confermati». Ora la doccia fredda per le coppie e per tutti i loro invitati, provenienti da ogni parte d’Italia e in alcuni casi anche dall’estero.

Le coppie si sono ora unite in un gruppo e sono intenzionate a procedere per vie legali e aggiunge «La domanda a cui nessuno riesce a dare risposta è come possa essere sfuggito alla politica locale e regionale un problema simile: tutti sapevano che nel giardino della Villa erano in programma decine di eventi, che avrebbero coinvolto centinaia di persone, e nessuno ha pensato a una possibile soluzione, anche solo temporanea».

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Noemi Tartabini, sindaca di Potenza Picena

Nel frattempo il sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, fa sapere che nei giorni scorsi ha ricevuto via email alcune segnalazioni da parte delle coppie di sposi coinvolte nella questione. «Segnalazioni – dice – a cui ho risposto affermando chiaramente di non poter dare riscontro alcuno in quanto né il ministero dei Beni Culturali né la Soprintendenza si erano ancora espressi in merito alla eventuale gestione del bene da parte del Comune. E proprio tale richiesta di gestione poteva non essere accolta o escludere la possibilità di celebrare cerimonie qualora l’attuale proprietario dell’immobile in questione (il ministero), non lo avesse reputato opportuno. Consapevoli del disagio che purtroppo è stato arrecato a queste coppie – dice il sindaco -, ci teniamo a sottolineare che non c’è stata alcuna rassicurazione da parte del Comune, come invece riporta la lettera diffusa a mezzo stampa».

L’amministrazione comunale, tramite un post su Facebook, ha anche annunciato che «il ministero della Cultura si è dichiarato disponibile, al trasferimento di Villa Buonaccorsi “attraverso il federalismo demaniale culturale”. Ciò comporta la stipula di un accordo di valorizzazione tra ministero, ente locale coinvolto e Agenzia del Demanio, finalizzato a “cedere” la gestione del bene alla Regione o al Comune.
A seguito della comunicazione, la Regione ha convocato un tavolo tecnico, in programma oggi, a cui partecipa anche il Comune, per definire le linee guida dell’accordo, ultimando il processo di valorizzazione già avviato nei mesi scorsi insieme all’avvocato incaricato e all’Università Politecnica delle Marche. L’accordo punterà alla valorizzazione della villa sul piano culturale, garantendone una gestione efficace e sostenibile anche dal punto di vista economico-finanziario. Sul fronte della manutenzione del giardino – precisa -, aspetto questo che ci preoccupava non poco, il Ministero ha conferito un incarico per la cura del verde ad una ditta di giardinaggio».

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Villa Buonaccorsi

Non resta in silenzio nemmeno la curatrice fallimentare dichiarata dal Tribunale di Padova nel 2019, Chiara Marchetto. Anche lei interviene tramite una nota.
«Per quanto mi riguarda – esordisce – non abbiamo confermato alcun evento a nessun soggetto, come invece scrivono le coppie». Ne approfitta, quindi, per dire la sua e ripercorrere il processo di acquisizione della villa da parte del Mibact. «Il compendio immobiliare Villa Buonaccorsi era stato concesso in godimento dalla procedura fallimentare ad una società di catering locale, subito dopo la sentenza di fallimento, nella primavera del 2019. Con tale contratto la società si era assunta anche l’obbligo di manutenzione del verde e di pagamento di un canone mensile. Stante il protrarsi dell’inadempimento, il fallimento si è avvalso della clausola di risoluzione contrattuale e ha chiesto la restituzione della disponibilità del bene. Nelle more, è intervenuto l’esercizio del diritto di prelazione da parte del ministero che, dal 22 novembre scorso, è divenuto proprietario. Della acquisita natura demaniale del bene, incompatibile per legge con qualsiasi occupazione preesistente, veniva data notizia alla società di catering con una Pec il 30 novembre scorso. Dunque da quella data era chiaro che nessun evento che non fosse autorizzato dal ministero poteva essere svolto al suo interno. Tale circostanza – precisa – è stata rappresentata ai soggetti che si interfacciavano con la curatela che, peraltro, non disponeva né dispone di alcuna copia dei contratti stipulati dai promessi sposi con la ditta di catering. Il 9 maggio scorso – aggiunge – la curatela è stata costretta ad attivare un servizio di vigilanza costante poiché qualche giorno prima, all’interno della villa è stata riscontrata la presenza di terzi non autorizzati, con la verosimile intenzione di predisporre quanto necessario a festeggiare una cerimonia, in violazione della proprietà demaniale. La manutenzione del giardino e della villa – conclude – è assicurata oggi dall’assistenza affidata dall’ente pubblico ad una azienda di cura del verde e giardinaggio».

 

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