di Luca Patrassi
Se essendo all’opposizione o alla finestra di un qualche ufficio è relativamente facile criticare il lavoro degli altri e dare ricette valide su tutti i temi, quando si passa dall’altra parte le cose non sempre funzionano così facilmente come poteva sembrare dall’esterno. La sanità in particolare.
Con la caduta del governo Ceriscioli e la fine del trentennale governo di centrosinistra, da poco meno di due anni sono al governo alcuni di quelli che all’opposizione erano sicuri di poter completare in pochi mesi i due piani allo stato grezzo dell’ospedale di Civitanova ed assumere a tempo indeterminato i medici nei reparti con organici carenti.
L’ondata di determine di fine aprile a cura della direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi permette di ribadire come i medici specialisti non ci siano per diversi settori e che addirittura anche gli specializzandi rifiutano gli incarichi.
Le Marche, secondo i dati del sindacato Anaao, sono terze in Italia nella classifica dei medici che escono dalle strutture pubbliche, o perchè vanno dai privati, o perchè, in questa fioritura di contratti precari, non vengono rinnovati i contratti. In questa serie di determine di fine mese, non ci sono atti per i reparti di Medicina di Urgenza dove la situazione dei pazienti negli ultimi tempi non è apparsa degna di un contesto civile: decine di lettighe sui corridoi, pazienti fermi per giorni nei “reparti di urgenza” in attesa di posti liberi che non arrivano mai. Chissà perchè.
Ed ecco i dati, ecco cosa dicono le ultime determine di casa Asur. «In ottemperanza al piano triennale del fabbisogno di personale» si è dato corso a una procedura di selezione per l’assunzione di una ginecologa, per il pensionamento di una specialista. Al bando, assunzione a tempo determinato, hanno risposto due specializzande ed è stata assunta la prima in graduatoria Chiara Marconi. Situazione critica sul fronte degli specialisti dell’apparato respiratorio. Quattro i posti vacanti in Area Vasta 3, l’azienda ha chiesto all’Asur regionale la possibilità di utilizzare la graduatoria di un concorso del marzo scorso e la riposta è stata che la graduatoria degli specialisti era già stata escussa, salvo una dottoressa che ha rinunciato all’assunzione a Macerata, come pure una specializzanda. Dunque determine di assunzione, sempre a tempo definito, per tre specializzande che sono Chiara Pierandrei, Maria Angela Vittoria Anna Chiara Licata e Alessia Zucca Giucca. Poi ci sono tre contratti per prestazioni d’opera professionale per le attività di di Contact-tracing, gestione e monitoraggio quarantene e prosecuzione della campagna vaccinale: si tratta di Alessandra Marani, Giorgia Maria Ricciotti e Fabio Santamaria. Il bando era per titoli e colloquio, ma siccome ad avere i requisiti sono risultati solo in tre, l’assunzione è scattata senza ulteriore selezione.
Tre assunzioni per un anno, nel profilo professionale di Educatore professionale, di Loredana Casoni, Elisa Ippoliti e Anna Patrini, inseriti nella graduatoria di un concorso bandito dall’Av5.
Ecco invece la motivazione di una determina di proroga di alcuni contratti sempre provvisori: «Nella fase attuale caratterizzata da una estrema difficoltà a reperire personale sanitario (stante l’aumento del fabbisogno in tutto il servizio sanitario nazionale) è opportuno mettere in atto ogni possibile strategia al fine di non perdere le professionalità già acquisite. In un contesto di carico assistenziale incrementato di questo tipo, il Direttore di Area Vasta ha dato indicazione di prorogare gli incarichi a tempo determinato conferiti a titolo straordinario». Le proroghe per sei mesi riguardano i coadiutori amministrativi Valentina Frascarelli e Federica Mercarelli, gli operatori tecnici Marco Marini, Adrian Alin Rusu, Teresa Del Carmen Porcaro, Cristina Castaldi, Valentino Colonnelli, Anna Grazia Toma, per un anni le proroghe dell’ostetrica Valentina Duca, delle biologhe Katia Forti e Donatella Gobbi, delle infermiere Letizia Pizzuti, Sabrina Bagazzoli, Elena Calisti, Jennifer Chiaraberta, Alice Pilesi e Valentina Trebaiocchi.
La grande fuga dei medici dagli ospedali pubblici: le Marche tre le peggiori d’Italia
Ma i dirigenti non si chiedono perché?
Facciamo 2 domande e diamoci anche una risposta ...perche'???
Massimo Ciucci perché nel privato lavorano meno,guadagnano di più, hanno attrezzature migliori, può bastare???
Fabiola Carlini esatto
Fabiola Carlini e chi ci rimette siamo sempre noi!!!
Chissà perché?
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Meditate gente meditate. Qui va tutto a carte quarantotto.
Complimenti a Luca Patrassi per l’articolo e per tenere viva l’attenzione su un tema caro. Avevamo un bell’ospedale che sta sempre più regredendo, a rimetterci siamo tutti noi residenti della Provincia, ma per certi aspetti anche molti residenti del fermano. Continuate a stare sul pezzo, brava CM
Da professionista che si è formato nelle Marche leggo questo articolo con un pizzico di dispiacere, ma tiro anche un sospiro di sollievo nell’aver deciso di andare a lavorare in altre regioni. Non si naviga nell’oro certo, ma piuttosto che niente… Meglio piuttosto.
non è vero che nel privato lavorano meno, c’è serietà di gestione, delle volte guadagnano meno ma possono scegliere gli orari.