di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
«Quadrilatero: un percorso tra Marche e Umbria, un progetto che avvicina luoghi e persone, nella sostenibilità ambientale» è il titolo del convegno andato in scena oggi negli spazi del cinema Italia per iniziativa dei club Rotary di Macerata, Camerino e Tolentino e che ha visto protagonista l’ex viceministro dell’Economia e presidente in pectore dell’Istao Mario Baldassarri. Sua la relazione di riferimento cui hanno fatto seguito gli interventi dell’architetto Fabrizio Romozzi, già dg della Quadrilatero spa, di Antonio Pettinari, consigliere di amministrazione della Quadrilatero, del prof Ercoli Incalza, direttore del piano generale dei trasporti del Ministero delle Infrastrutture e dell’avvocatessa Alessia Pupo. A moderare il dibattito il giornalista Paolo Notari con interventi di saluto del governato delle Marche Francesco Acquaroli, dei presidenti dei club Rotary e “Matteo Ricci” e del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli. Baldassarri ha raccontato la sua storia umana e professionale, la vicenda della Quadrilatero e delineato infine alcune possibili strategie.
L’ex esponente del governo Berlusconi ha fatto ricorso a date e alle prese di posizione senza mancare qualche frecciatina ironica. «Quando ero piccolino e leggevo – ha scherzato Baldassarri – le strisce di fumetti di Topolino c’era uno strampalato architetto, cugino di Paperino, che progettava le strade più inverosimili, ricordo un’autostrada che finiva sul mare. Quando sono diventato grande, quella strada l’ho rivista a Civitanova, non finiva sul mare ma su un semaforo rosso. Pensate, sono cambiate le amministrazioni, di centrodestra e di centrosinistra, ma il nostro progetto per la parte terminale della superstrada, con il cavalcavia con i due silos nel terreno adiacente all’attuale Cosmopolitan, non è mai passato. Forse avevano altri interessi».
Un’altra frecciatina Baldassarri la dedica al suo amico Giorgio (l’ex sindaco di Macerata Meschini): «Il progetto iniziale della Quadrilatero comprendeva l’intervalliva di Macerata, allora (i primi anni del Duemila) il costo era di venti milioni. Giorgio mi disse che era un’opera già prevista e che la Regione Marche l’avrebbe realizzata. Poi ha capito che la Regione non avrebbe mantenuto la promessa ed è tornato da me, ma, come gli avevo già detto, la delibera era già stata adottata da un pezzo».
Sono passati venti anni e l’intervalliva non c’è ancora. Non solo battute, Baldassarri ha parlato a ruota libera per circa un’ora spiegando come una grande idea nasca dall’accumulo di capitale umano e dai maestri che si incontrano negli anni.
«Il primo maestro è stato Dante Cecchi che è stato il mio padrino di battesimo nella chiesa di Santa Maria della Porta nel ’46. Poi due grandi maestre nel ’50 alle Giuseppine dove sperimentavano il metodo Montessori, poi alla De Amicis e a Ragioneria. Laurea in Economia ad Ancona sotto la guida del prof Giorgio Fuà, allora Ancona era una succursale di Urbino, diploma firmato da Carlo Bo. Poi il Mit a Boston dove ho avuto come maestro il prof Modigliani, infine la Sapienza e le Marche dove ora mi preparo a guidare l’Istao fondato dal prof Fuà».
Chiarito cosa il prof Mario Baldassarri intende per accumulo di capitale umano, ecco la nascita del progetto Quadrilatero: «E’ una storia semplice che nasce dalla mia tesi del 1978 sul modello di cattura del valore: trovo in Italia, nel mio territorio, la possibilità di realizzare quella idea. Facciamo in quattro – io, Pupo, Pieralisi e Romozzi – una società pubblica di scopo, la prima in Italia. E’ un tipo di società che permette di decidere in fretta senza il tradizionale iter burocratico. Chi avversava questa tesi, mi davano allora del “venditore di tappeti”, ha tentato di tutto – come la Regione Marche – dal ricorso al Tar e alla Corte costituzionale per bloccarci. Gli oppositori fecero però due errori: il primo è stato che non conoscevano la nostra testardaggine e il secondo che non considerarono che io ero viceministro dell’Economia e guidavo il Cipe, cioè le delibere dovevano avere la mia firma. La sera prima del varo della legge Obiettivo con 2.1 miliardi di finanziamenti per tre opere di rilievo nazionale, chiamai al telefono il premier Berlusconi dicendo che era il caso che l’indomani intervenisse alla firma. Era il 2003, gli spiegai il tutto fino a mezzanotte quando mi chiese che opere erano state finanziate gli risposi che c’erano il passante di Mestre, due lotti della Salerno-Reggio Calabria e la Quadrilatero Marche-Umbria. Mi chiese cosa fosse la Quadrilatero e gli risposi che era mezzanotte e che glielo avrei spiegato l’indomani. Il giorno dopo Berlusconi venne e il progetto, con i relativi finanziamenti, venne approvato. C’erano pronti 2.1 miliardi di euro, poco meno di un miliardo per la Civitanova-Foligno».
Ora la Civitanova Foligno c’è e sembra lontana la situazione infrastrutturale precedente, ma Baldassarri ricorda: «Se facessimo qualche rilevazione statistica sui benefici che ne sono conseguiti, magari vedremmo che non ci sono più l’infinità di incidenti anche mortali che c’erano prima sulla 77, i territori hanno ricevuto effetti economici importanti, non c’è più la strada chiusa per neve. Tutto questo ha avuto un valore». Certo, si chiama Quadrilatero, ma i versanti stradali definiti sono tre, è mancata la terza corsia dell’autostrada fino a Pedaso. «Venne da me l’allora dg di Autostrade, Castellucci , che era di Senigallia, con il piano di Autostrade che non prevedeva la terza corsia. Gli dissi semplicemente che il Governo considerava strategica la terza corsia fino a Pedaso e senza non avrei firmato nulla. Tornò dopo 20 giorni con il progetto per la terza corsia fino a Porto Sant’Elpidio, ma solo perchè il Comune di Porto San Giorgio si era espresso contro». Porta la firma di Baldassarri, primi anni Duemila, l’ultima grande opera infrastrutturale marchigiana, un quasi miracolo visto quanto accaduto nell’ultimo secolo da queste parti. «Il nostro problema è che consideriamo un miracolo l’aver fatto una grande opera ed invece dovrebbe stupire il non fare». Già, ma il futuro? «Formazione, master tagliati su misura per il territorio, studi di economia territoriale per immaginare la Regione dopo il 2030, deve essere quella la visione, non si può ragionare per l’immediato. L’ultimo politico che aveva un progetto territoriale è stato quello che decenni fa parlava di Città Regione, avete capito che parlo di Ciaffi».
Ed a proposito di visioni, le sue idee l’ex ministro le esplicita, a domanda diretta, in pausa caffè nel bar Basquiat: «Si sta mancando un’occasione storica con il Pnrr: in ogni caso oggi non serve più la terza corsia dell’autostrada nel tracciato attuale ma una nuova arteria arretrata, inoltre serve realizzare una nuova rete ferroviaria verso l’interno per l’alta velocità come c’è sull’altra dorsale e lasciare l’attuale linea per i treni locali»
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Il connubio “satanico” di Democristiani di Sinistra e Comunisti ha portato e porta tanti danni all’Italia. Come pure a Macerata e a Corridonia.
Se lo Spirito Santo avesse all’epoca aperto gli occhi ai Maceratesi tutti, avremmo già avuto da anni e gratuitamente la bretella Carrareccia – Sforzacosta – Campogiano di Corridonia – Macerata, evitando l’isolamento del capoluogo provinciale. Adesso è già troppo tardi. I buoi sono scappati verso Porto Civitanova. Col colpo finale che il megacentro commerciale previsto a Piediripa darà al povero capoluogo provinciale, neanche più l’Atene delle Marche.
All’epoca un articolo informava di come, la Regione Marche, assoldó molti tecnici per contrastare il progetto.
L’interno non chiede tanto, ci mancava solo che non si realizzasse questa arteria stradale, per chiudere l’agognata quadrilatero. Si sarebbe rimasti, ad una viabilità del “1400centoo”, con auto e camion, al posto dei carri trainati da vacche. Ed ora per altri 2000 anni, mettiamoci l’anima in pace, ed attendiamo.
Sen. Mario Baldassarri il Tuo gioiello Quadrilatero è nato per far crescere le Marche e in modo particolare Macerata, purtroppo come sempre accade in questa Provincia le cose belle si fermano sempre o vanno al rallentatore. Mettici ancora la tua mano sulla Via Mattei La Pieve per unire al più presto la vallata del Potenza poi come già avevi progettato sempre nella Tua Quadrilatero la Tolentino – San Severino Marche poi ancora sempre nel tuo programma la S.S. 78 Amandola, Sarnano Sforzacosta. Solo con questa viabilità la provincia di Macerata in un pauroso calo di popolazione potrà attrarre imprese e posti di lavoro. Oggi in consiglio comunale di Macerata si discute un interessante Ordine del Giorno selle energie alternative Idrogeno con l’auspicio che la SNAM possa darci una mano affinchè la zona industriale Valle Verde veda l’inizio di qualche investimento. Fatti vedere più spesso so che Macerata ti è cara. Buon lavoro Ivano Tacconi