Sospensioni nelle università
per il personale senza green pass,
protesta dei prof: «Discriminatorio»

LETTERA partita dagli atenei di Ancona, Camerino, Macerata, Urbino: «Fortemente ingiusta e sproporzionata tale misura punitiva, che è lesiva della dignità, della libertà, dei diritti fondamentali dell'uomo. Non vi sono basi scientifiche per l’obbligo vaccinale». Ecco i docenti promotori

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Green pass e sospensioni dal lavoro, protesta negli atenei delle Marche. Alcuni docenti, ricercatori e personale tecnico e amministrativo delle università di Ancona, Camerino, Macerata e Urbino, dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Isia di Urbino hanno condiviso una lettera aperta ai propri rettori e direttori, dichiarando di prendere formalmente le distanze dal provvedimento di sospensione dal lavoro e dello stipendio dei colleghi che hanno deciso di non iniziare o completare la vaccinazione anti Covid.

I coordinatori dell’iniziativa, i prof: Raffaele Zanoli per l’ateneo di Ancona, Vincenzo Cuteri per l’ateneo di Camerino Clara Ferranti per l’ateneo di Macerata, Maria Stella Colomba per l’ateneo di Urbino, Emanuele Bertoni per l’Accademia di Belle Arti di Urbino e per l’Isia di Urbino.

I firmatari della lettera ritengono «fortemente ingiusta, sproporzionata e discriminatoria tale misura punitiva, che è lesiva della dignità, della libertà, dei diritti fondamentali dell’uomo e soprattutto del diritto al lavoro. Non vi sono basi scientifiche – dicono – per l’obbligo vaccinale dei lavoratori dell’università, peraltro in un contesto di basso rischio (scarsa diffusione del virus nelle aule universitarie e vaccinazione di oltre il 90% del personale). Tale provvedimento non garantisce una maggiore sicurezza contro la diffusione del virus nell’ambiente di lavoro, perché anche i vaccinati come i guariti possono diffondere il virus».

I firmatari chiedono ai rettori marchigiani «di trovare una soluzione che permetta ai dipendenti sospesi e deprivati dello stipendio di essere totalmente reintegrati, anche in considerazione del fatto che già numerose sentenze hanno dichiarati illegittimi i provvedimenti di sospensione». La raccolta firme continua.



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