Furbetti del reddito di cittadinanza,
dieci persone nei guai

PORTO RECANATI - Tra le anomalie riscontrate dalla Guardia di finanza le false dichiarazioni di possedere la residenza in Italia da almeno 10 anni o di avervi risieduto ininterrottamente per almeno 2 anni prima del momento della presentazione dell’istanza. La metà dei denunciati risiede all'Hotel House

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Dieci denunciati dalla tenenza di Porto Recanati della Guardia di finanza per aver percepito, a titolo di reddito di cittadinanza, complessivamente, circa 50mila euro di sussidi indebiti. Falsa dichiarazione di possedere il requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni o di avervi risieduto ininterrottamente almeno 2 anni prima dal momento della presentazione dell’istanza e omessa comunicazione delle intervenute variazioni dello stato reddituale, lavorativo o familiare, fattori che incidono sulla determinazione della prestazione sociale erogata, fino ad azzerarne il diritto alla percezione: sono queste le principali anomalie riscontrate dalle Fiamme Gialle, in collaborazione e sinergia con l’Inps con il coordinamento della Procura di Macerata.

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L’Hotel House

I riscontri, condotti attraverso l’incrocio dei dati desumibili dalle numerose banche dati in uso al Corpo e suffragati dall’attività informativa svolta sul territorio, hanno riguardato sia la veridicità delle dichiarazioni rese nelle istanze volte ad ottenere il sussidio che i dati riportati nelle dichiarazioni sostitutive uniche per il calcolo dell’Isee, poste a base della quantificazione del beneficio spettante. Ciò ha permesso di circoscrivere gli approfondimenti ad alcuni beneficiari, con l’attenzione, in particolare, si è concentrata su dieci persone, nove delle quali di origini extracomunitarie, di cui cinque residenti all’ Hotel House. I richiedenti hanno illecitamente beneficiato della misura di sostegno per una somma complessivamente quantificata in circa 50mila euro: sono stati segnalati alla direzione provinciale dell’Inps di Macerata, per l’interruzione dell’erogazione del sussidio, e alla Procura con contestuale richiesta della misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme non spettanti.



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