«Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l'indipendenza della professione;
di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l'eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte;
di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato;
di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un'informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa;
di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell'autonomia della persona;
di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita;
di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto;
di prestare soccorso nei casi d'urgenza e di mettermi a disposizione dell'Autorità competente, in caso di pubblica calamità;
di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che osservo o che ho osservato, inteso o intuito nella mia professione o in ragione del mio stato o ufficio;
di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della professione.»
PORU IPPOCRATE!!!
A QUELLA ETA' IN EFFETTI GLI APPETITI SONO MOLTO FORTI, SE LI ACCOGLIAMO ALLORA ABBIAMO ANCHE IL DOVERE DI SODDISFARE QUESTE LORO ESIGENZE,L'ACCOGLIENZA SENZA AMORE NON E' VERA ACCOGLIENZA.
Io comunque almeno un centone di multa lo avrei fatto,tanto per rimediare la giornatella,visto che il governo, oramai che le aziende chiuderanno, sostituirà le tasse con le multe per riempire bene la sua mangiatoia.
Sempre al passo con i tempi per pelare il popolo bue...
Non po gli a fa scola chi s'è diplomatu 25 anni fa eppò nel frattempo ha fettato la mortatella fino a glieri.
Dopo non ce lamentimo che li frichì rmane zuccù.
Se ciaia lu postu se rvali lancasa.
Legge giusta.
Ma se lu ca non pò 'bboccà perchè 'nnasa li salami lu lascia de fori co la signora e compra quello che glie pare. che ce vo a glicce a scola !? C'occorre che gliè scapoti la robba?Quissu era 'mmoccò gassatu. Ha fatto vè lu commerciante a daglie quattro moccatù...
Marco Fioretti
Utente dal
18/8/2014
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