Dalle coste maceratesi a Bologna,
la protesta dei balneari contro le aste
«Con l’acqua alla gola per colpa dello Stato»

BOLKESTEIN - Una delegazione di 70 concessionari di spiaggia dell'Abat di Civitanova, Porto Potenza e Porto Recanati hanno portato supporto ai colleghi emiliani in presidio davanti alla sede della Regione. Mara Petrelli: «Non ci fermiamo, useremo tutte le armi in nostro possesso per far sentire la nostra voce»

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di Laura Boccanera

Sono partiti questa mattina da Civitanova alle 5, direzione Bologna per dare sostegno ai colleghi romagnoli in presidio davanti al palazzo della Regione. Erano una settantina, in pullman, i concessionari di spiaggia di Civitanova, Porto Potenza e Porto Recanti aggregati all’Abat che dopo la manifestazione romana della scorsa settimana hanno deciso di esprimere con manifesti e cartelli il proprio dissenso anche davanti alla sede del consiglio regionale dell’Emilia Romagna dove i colleghi hanno richiesto di parlare con Bonaccini. La richiesta: portare avanti la causa dei balneari che per la sentenza del Consiglio di Stato e per decisione del governo dovranno dire addio alle proprie concessioni nel 2024 per rimetterle all’asta per effetto della direttiva Bolkenstein.

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Un processo durato 20 anni, quando per la prima volta la direttiva apparve in Unione europea e passata per varie proroghe dalla politica per evitare di prendere in mano una patata bollente che oggi scotta soprattutto sulle mani delle attività che gridano a gran voce il loro no alle aste. Le richieste presentate da associazioni di categoria però non sono state accolte e il Governo va dritto per il rispetto della sentenza del Consiglio di stato che ha annullato l’ultima proroga concessa fino al 2033 ripristinando il limite per bandire le aste al 2024.

«Ci aspettavamo di essere molti di più – ha detto Mara Petrelli presidente Abat e in particolare ci ha stupito vedere così pochi concessionari romagnoli, noi dalle Marche eravamo una settantina partiti oggi alle 5, ma c’erano anche altre categorie arrivate per esprimerci solidarietà perché anche loro sotto effetto della Bolkestein nella direttiva servizi. La via che tentiamo è quella della pressione sulle Regioni affinché manifestino al Parlamento la volontà delle attività come la nostra affinché il Parlamento rigetti l’avvio delle aste. Al momento anche le associazioni di categoria stanno trattando con la politica ma senza manifestazioni, noi e gli altri oggi a Bologna siamo indipendenti e non intendiamo fermarci, useremo tutte le armi in nostro possesso per far sentire la nostra voce».

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Sugli striscioni gli slogan: “Con l’acqua alla gola per colpa dello Stato, no alle aste”, e ancora “Unici nel mondo, ultimi in Italia balneari Civitanova” e “Il turismo sta morendo, governo aiutalo”. Tra loro anche alcuni operatori portuali che hanno espresso la propria posizione in merito il progetto civitanovese presentato da Umberto Antonelli come Giuseppe Lepretti. «C’erano anche operatori del porto – ha concluso Mara Petrelli – perché non c’è solo la Bolkenstein che già accerchia le nostre attività, ma anche casualmente progetti come quello presentato da Eurobuilding che rischia di portare via loro tutto ciò che hanno costruito in questi anni esattamente come le aste vogliono fare con noi, siamo tutti nella stessa barca».

 

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