Fabrizio Ciarapica e Sandro Parcaroli, sindaci di Civitanova e Macerata
di Luca Patrassi
«Se sono tutti d’accordo, io sono disponibile» dice il primo cittadino di Macerata Sandro Parcaroli. «Se me lo chiedono, sono qua» fa trapelare il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica. In ballo la prossima elezione del presidente della Provincia di Macerata, appuntamento in cartellone per la fine dell’anno, dopo i voto per il rinnovo di alcuni Consigli comunali e l’elezione dei sindaci nel Maceratese. Derby Macerata-Civitanova per la Provincia, non sembra esserci spazio per soluzioni diverse, tipo sindaci di città più piccole e meno pesanti sullo scacchiere politico. Peraltro il presidente della Provincia viene eletto dai consiglieri comunali che esprimono un voto più o meno pesante in base al Comune che rappresentano e al numero dei residenti. Logico quindi che le forze politiche si concentrino sui Comuni più grandi i cui amministratori gestiscono un pacchetto di voti più pesante di quanto non riescano a fare i rappresentanti delle municipalità più piccole.
Dunque la partita è tra Macerata e Civitanova con i sindaci che dicono di non voler creare fratture e divisioni, ma sono anche ben determinati a far valere le proprie ragioni e quelle dei rispettivi territori. Fuorigioco il centrosinistra, arroccato in qualche municipio maceratese fortificato ma numericamente ininfluente. Partita interna al centrodestra, con una serie di insidie. Per quanto possa apparire storicamente paradossale, Ciarapica parte in vantaggio. Rappresenta la prima cittadina della provincia per numero di abitanti, tra le prime in ambito regionale per volumi di affari, l’area costiera maceratese esprime anche il vertice della Regione per quanto il governatore Francesco Acquaroli possa apparire al riparo da un coinvolgimento, in più Civitanova gode anche dei vantaggi regalati da Macerata nel corso degli anni, la Lube per esempio. Vero è anche che Civitanova ha un tasso di conflittualità politica che cresce come il debito pubblico italiano, però spesso sono giochi di potere legati a ruoli da occupare e avere il presidente della Provincia può far apparire ai litiganti di giornata scenari interessanti. Visto da Macerata. Parcaroli è diventato primo cittadino affondando quasi da solo il centrosinistra maceratese, è in luna di miele con la città, ha fatto alcune scelte anche di continuità per non rompere gli equilibri (Sferisterio e Apm), ha favorito intese larghe per il rinnovo del Cosmari nella speranza appunto di tessere la tela dei rapporti provinciali.
Quanto al Cosmari il rinnovo recente degli organismi di vertice deve aver visto protagonista anche il sindaco Ciarapica: direttamente o indirettamente. Secondo l’opposizione consiliare civitanovese, il Pd in particolare, Civitanova avrebbe sostenuto l’accordo con Pezzanesi presidente, anche senza rappresentanti civitanovesi nel cda, solo per avere un credito appunto in vista delle elezioni per il presidente della Provincia. In Provincia finisce l’era dei treiesi: prima Franco Capponi ed ora Antonio Pettinari. Quanto a Pettinari si era parlato di lui come possibile assessore tecnico nella giunta Parcaroli ed ora si vocifera di un incarico da capo di gabinetto. Voci, Pettinari non si è espresso sul candidato ideale tra Parcaroli e Ciarapica. Macerata, Civitanova o il terzo incomodo? Forza Italia è su Ciarapica, la Lega un po’ su Parcaroli in attesa di verificare le mosse dei Fratelli d’Italia di Acquaroli. Peraltro i partiti attendono le prossime amministrative per vedere se si manterranno i numeri raggiunti alle scorse politiche: il discorso in particolare riguarda nel Maceratese la Lega con i parlamentari Pazzaglini e Patassini in difficoltà nel borsino delle conferme, su di loro, complice il sole a picco di questi giorni, l’ombra lunga dell’assessore regionale Filippo Saltamartini. Quanto ad Acquaroli, al momento il governatore delle Marche sembra più intenzionato ad affrontare subito la modifica dello statuto regionale per inserire la figura del sottosegretario della Regione ed affidarla al sindaco di Jesi Massimo Bacci.
«Civitanova esclusa dal cda Cosmari grazie agli accordi sottobanco di Ciarapica»
Elezioni provinciali, nuovo rinvio Il mandato di Pettinari è da record
Perché invece non eleggere il sindaco di un comune che rappresenti ad esempio il territorio devastato dal terremoto, mi vengono in mente Camerino per un verso e Visso per un altro.
In questo giochetto in cui traspare l'esigenza di dare a chi pesa di più, in cui Macerata e Civitanova condividono e contendono, direi che con lo stesso criterio vada messa sul piatto la scelta della futura discarica: a chi pesa di più è giusto dare di più. E loro sono i maggiori produttori di rifiuti...
un articolo ben impostato per informarci sugli interessi di potere, in quanto i cittadini al voto sono i grandi assenti
I politici non vanno mai in pensione? L'eterno Pettinari....
Povere marche!
Sarà così anche tra Ascoli e San Benedetto
Scontro di titani
Ma la provincia quella abolita?
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“Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!” Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l’enorme quantità di informazioni, l’importante è sapere dove ritrovare l’informazione quando questa serve. U. Eco (Vedi sopra articoli precedenti)
Comunque, dopo qualche mese se vincerà Ciarapica e probabilmente non sarà più sindaco, conoscendone le qualità già più volte malinconico argomento per post, articoli ecc. non mi sembra il caso di affidargli la Provincia che comunque smuove…Allora meglio Parcaroli che se da un lato ancora non ha dato un gran che alle aspettative, non ha ancora creato Via Traversa dove si incrociano importanti decisioni urbanistiche che prima o poi come il pero porterà i suoi frutti a maturazione e “tutti” ne potranno gustare . L’appetito innovativo e costruttivo (non inteso in senso metaforico ma proprio come tirar su mattoni e cemento) con scopi a tutt’oggi per metà fin troppo chiari e per l’altra, dubbiosa, opaca se non del tutto oscura. Priva pure del barlume rilasciato dai fuochi fatui, fiammelle che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come cimiteri e paludi causate dai gas emessi da materie organiche durante la loro decomposizione. Eh sì, se vogliamo arrivare alla putrefazione della politica che già non sembra godere di manifesti moti di gioia , negati sì da chi ne fa un uso spesso scorretto e questo è normale ma che poi quando scivola in bieco strumentalismo o propaganda sciatta, umilia profondamente chi ne sostiene le tesi e dovrebbe essere fermato per il bene degli italiani che da popolo di navigatori, poeti ecc. sta diventando in buona parte un miscuglio di disagiati che cercano sollievo in chi li detesta del tutto usandoli solo, fino adesso, per qualche voto promesso in cambio di che? Di quello che verrà? Cercatelo e trovatelo che sarete i primi ad entrare nella casa del Signore, pardon del Salvini, dove non ci saranno sedie per tutti… Mi sono distratto, quindi rientro immediatamente e dato che ci sarà tempo per queste elezioni, si capirà se volete l’uno o l’altro, solo che si voteranno tra loro , rappresentano la maggioranza e che si scelga un sindaco che finora abbia dimostrato di fare bene il suo dovere non se ne parla proprio se non per dire che non c’è posto per lui anche se avesse lavorato nello stesso ambito politico.
Ps. Salvini, perché è chiaramente il meno dotato intellettualmente e si sa che nel contare fino a cinque non lo batte nessuno ma quello che dice, anche fossero poche frasi, gli fa passare sonni insonni per impararle a memoria. Dopo di che trova molto più facile fare i suoi grandi discorsi che vengono registrati ,datati e pronti per le stampe qualora diventasse lui l’uomo” Del Monte”.
IL CORVO CHE SAPEVA CONTARE FINO A CINQUE.
Un contadino voleva uccidere un corvo che aveva fatto il suo nido in cima a una torre, dentro ai suoi poderi. Ogni volta che si avvicinava, però, l’uccello volava via, fuori dalla portata del suo fucile, finché il contadino non si allontanava. Solo allora l’animale ritornava nella torre, riprendendo le incursioni sui terreni dell’uomo. Il contadino pensò allora di chiedere aiuto a un suo vicino. I due, armati, entrarono insieme nella torre, ma poco dopo ne uscì soltanto uno. Il corvo però non si lasciò ingannare, e non ritornò al nido finché non fu uscito anche il secondo contadino. Per riuscire ad ingannarlo entrarono poi tre uomini e successivamente quattro e cinque. Ma il corvo ogni volta aspettava che fossero usciti tutti prima di far ritorno al nido. Soltanto in sei finalmente, i contadini ebbero la meglio, infatti il corvo aspettò che cinque di loro fossero usciti e quindi fiducioso rientrò sulla torre, dove il sesto contadino lo uccise.
Che duello!