Dai matrimoni ai concerti: Green Pass,
a chi spetta e come richiederlo

INTERVISTA a Romano Mari, presidente dell'Ordine provinciale dei medici, su questo nuovo strumento introdotto dal governo nell'ultimo decreto Covid

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Romano Mari

 

di Francesca Marsili 

Occorrerà averlo a portata di mano per partecipare alle feste civili e religiose, ai concerti, e probabilmente anche per entrare – quando riapriranno – in discoteca, oltre che per far visita ai parenti nelle case di riposo e spostarsi tra regioni qualora si troveranno in fascia rossa o arancione . La “Certificazione verde Covid-19 ” o “Green Pass” introdotta dal Decreto Covid pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 maggio dimostrerà di aver ricevuto una o due dosi di vaccino, di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone rapido o molecolare con esito negativo e sarà la chiave per ripartire in sicurezza. Per cercare di fare chiarezza sulla Certificazione verde abbiamo chiesto al dottor Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici di medicina generale della provincia di Macerata.

Dottor Mari, chi può richiedere il certificato?
«I casi sono tre: il “green pass” spetta a tutti coloro che abbiano ricevuto una o due dosi di vaccino e a chi è risultato negativo a un tampone molecolare o un antigenico rapido effettuato entro le 48 ore precedenti. Anche chi è guarito dal Covid ed è uscito dall’isolamento può richiedere la propria certificazione verde».

Chi rilascia il green pass?
«Gli enti preposti al rilascio della certificazione verde dipendono dalla condizione in cui si trova il richiedente. Per i vaccinati la certificazione è rilasciata dalla struttura sanitaria ovvero dal medico o dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione. Diverso è per i guariti dal Covid che devono richiedere la certificazione verde presso la struttura dove è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che faranno richiesta alle Asl del certificato di fine isolamento che varrà come come green pass. Infine, a chi non è stato infettato, né vaccinato, non resta che poter dimostrare di essere negativo al tampone; in questo caso l’attestazione viene rilasciata dalla farmacia o dal laboratorio accreditato regionalmente in cui si effettua il test molecolare o antigenico nelle 48 are precedenti».

Quanto dura il green pass?
«La validità del green pass per i vaccinati è di 9 mesi, (probabilmente verrà prorogata a 12 mesi) ovviamente a partire dalla data del completamento del ciclo vaccinale. Per chi invece ha fatto solo la prima dose, il certificato rilasciato ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla esecuzione del richiamo per poi prolungarsi per altri nove mesi (o dodici nel caso venisse prorogata la validità). Chi è guarito dal Covid ha diritto a un green pass valido per sei mesi a partire dalla data dell’avvenuta guarigione certificata dalle competenti autorità sanitarie. Anche qui si sta valutando l’estensione a nove mesi.
Il tampone negativo è valido per sole quarantotto ore dal momento in cui si è sottoposti al test ».

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Elena Leonardi

Quindi dottor Mari, questo certificato è in formato cartaceo? 
«Per ora si, ne ho già stampati per alcuni miei pazienti che ne hanno fatto richiesta per partecipare a matrimoni, il mio suggerimento è quello di plastificarli. La questione è ancora in evoluzione, dovrebbe essere digitale ma manca ancora la piattaforma nazionale sulla quale caricare i dati contenuti nei certificati e che permettere al controllore di verificarne l’autenticità e la validità ecco perché non si possono fare i richiami in vacanza, perché manca una piattaforma nazionale. Nel certificato vaccinale ad esempio c’è il “Qr code” che racchiude oltre i dati anagrafici del vaccinato, anche il nome del vaccino inoculato, le date e il lotto; e che se inquadrato dovrebbe fornire l’ok per il lasciapassare. In questi giorni la federazione nazionale dell’ordine dei medici è in costante contatto con il ministero della salute per avere ulteriori chiarimenti».

Occorre precisare che questo pass “italiano”, anticipa quello che per il primo luglio dovrebbe arrivare direttamente dall’Unione Europa, ovvero il “Digital Green Certificate”, che permetterà anche di spostarsi liberamente in Europa e che avrà le stesse caratteristiche della certificazione verde italiana con l’aggiunta di un “QR code”. «Ad oggi questo strumento digitale europeo è ancora in fase di attuazione – spiega la consigliera regionale Elena Leonardi, presidente ella Commissione Sanità – la partita è gestita a livello europeo dal Commissario all’emergenza Figliuolo, i vari ministeri e Poste Italiane che sarà la piattaforma sula quale verranno veicolati i dati relativi alla vaccinazione e che appunto dovranno essere leggibili da tutti gli Stati membri – aggiunge Leonardi – il primo giugno è la data in cui verrà messa a punto la procedura tra Stato e Unione Europea per poi – il quindici giugno – iniziare una sorta di testing. Successivamente verrà recepita a cascata anche dalle Regioni. I problemi da superare sono soprattutto quelli legati alla privacy».



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