di Luca Patrassi
Apertura, chiusura, smart working ed ufficio, didattica online e in presenza: in mezzo c’è un mondo, un diverso modo di intendere e di sentire le situazioni anche all’interno. Ci si divide e ci si scontra all’interno di aree culturali, sociali e professionali che potrebbero apparire omogenee. Il rettore di Unimc Francesco Adornato qualche giorno fa ha pubblicato un decreto che sancisce il ritorno degli esami in presenza a partire dalla sessione in arrivo, quella di maggio. Esami in presenza, pur con la possibilità di svolgere l’esame a distanza inviando una autocertificazione specificando le motivazioni. Un decreto del rettore che riprende sostanzialmente gli atti firmati dal ministro. Si riparte? Il fronte accademico non sembra aver fatto salti di gioia, ma nessuno ha preso posizione ufficialmente. Ad essere più diretti sono, come sempre, gli studenti. Alcuni hanno manifestato le proprie perplessità, sia sui social che con i vertici dell’Ateneo. Non tutti comunque sono sulla stessa linea, non tutti sono per la riapertura ora, o comunque per il ritorno in presenza degli esami.
Adele Grassetti, eletta con Run, è una rappresentante degli studenti di Giurisprudenza. Come giudica il decreto del rettore Adornato? «Accolgo con scetticismo la proposta di Unimc di far tornare gli esami in presenza. Un ritorno alla normalità che sembra forzato e quantomeno pericoloso tanto per noi studenti quanto per i docenti stessi, non ancora completamente vaccinati. Per quanto mi manchi l’ambiente universitario e scambiare contatti umani prima, dopo o durante un esame, mi duole dire che il nostro ateneo circa la facoltà di giurisprudenza, dispone di spazi limitati, privi in alcuni casi di finestre e che si prestano a facili assembramenti, dato il numero cospicuo di iscritti. Tali preoccupazioni sono condivise dalla maggior parte degli studenti, tuttavia il direttore di dipartimento (Stefano Pollastrelli) e l’intero corpo docenti stanno svolgendo un lavoro importante per cercare di organizzare al meglio delle possibilità gli esami, attenendosi alle direttive del decreto rettorale, a loro vanno i miei più sentiti ringraziamenti». L’alternativa? «Sarebbe stato preferibile un ritorno in presenza graduale o quantomeno in modalità mista, in tal senso la decisione è rimessa ai singoli dipartimenti e sono certa che il nostro direttore Stefano Pollastrelli, che ha a cuore la salute degli studenti e con il quale ho avuto il piacere di confrontarmi, prenderà la decisione più opportuna in relazione ai nostri problemi logistici. Come sempre è necessario rimettersi alla volontà degli organi maggiori, ma dal momento in cui serpeggia un forte malcontento è giusto e doveroso che l’università tuteli e protegga il nostro diritto alla salute». Quali sarebbero le controindicazioni agli esami in presenza? «In particolare il mio pensiero va a chi ha un genitore malato e fragile, ai fuorisede e alle persone immuno depresse, ai quali tali modalità anche in virtù della loro macchinosità rischiano di incidere, soprattutto tenendo conto che è difficoltoso garantire equità tra studenti in presenza ed online in quanto vi è la credenza diffusa che alcuni sono portati a copiare. In tal senso è opportuno che i docenti facciano i rispettivi controlli senza discriminare chi per cause di forza maggiori deciderà di operare gli esami nella propria dimora. Mi auguro che l’ateneo modifichi le sue prerogative che al momento vanno fortemente a discapito di noi tutti». Sembra essere preoccupata. «Esprimo soprattutto la mia preoccupazione per le possibili implicazioni in caso di contagi, ma cercherei di rimanere positiva e di confidare nel nostro personale d’ateneo che si sta spendendo sin dall’inizio della pandemia. Ringrazio ancora una volta il direttore, il corpo docente e il collega Tommaso Lorenzini, rappresentante subentrante, che spesso mi ha aiutato nell’ultimo periodo. Un ultimo ringraziamento va anche ai miei colleghi rappresentanti Tommaso Ridolfi, Matteo Musto, Giacomo Millozzi, Matilde Buatti, Chiara Pieroni e Sara Stampatori».
Grazie per avermi concesso la possibilità di esprimere le legittime preoccupazioni degli studenti!
Da casa al computer con l'auricolare è più semplice passare gli esami
Gianfranco Cerasi No signore anche perché i docenti chiedono il più delle volte i capelli legati o di essere ben visibili quindi niente, mi dispiace ma esistono anche studenti onesti e ne sono la maggior parte per fortuna
Invece gli studenti delle superiori sono più stronzi... Ma fatemi il piacere, vi ha fatto comodo questo periodo di copiatura, adesso basta però.
Asia Angelini Cosa c'entrano gli studenti delle superiori signora dato che parliamo di università e sono due istituzioni profondamente differenti... tra l'altro le sfido a copiare a giurisprudenza e in qualsiasi altra facoltà dove vi sono esami orali e di ragionamento. Senza studiare è impossibile.
Mi sono laureata l'anno scorso non nel 1768 quindi so copiare benissimo, grazie.
Grande Adele Grassetti !!
Per piacere, intervenite solo se studiate giurisprudenza (e quindi potete capire che durante un esame orale che verte su 1000 pagine di programma è IMPENSABILE copiare) e se avete visto gli spazi di cui il dipartimento dispone (inadeguati ai nostri grandi numeri, perlomeno in tempo di pandemia). Altrimenti abbiate la decenza di tacere, che sta storia che negli esami online si copia ha anche stufato.
Esame in presenza non richiede assembramenti.... è ora che cominciano a studiare seriamente non a copiare in dad....sono perplessi si!!!!
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Stona un po’ questa preoccupazione da parte dei rappresentanti del corpo studentesco.
Certamente però ci sono situazioni particolari di cui dovrà tenersi conto.
SABE MÁS EL NECIO EN SU CASA QUE EL CUERDO EN LA AJENA.