Saltamartini sull’ospedale di Camerino:
«Basta dire che non funziona nulla
Campagna indegna durante pandemia»

L'ASSESSORE regionale precisa la situazione della struttura. A dare manforte al reparto di Ortopedia medici di Macerata e Civitanova in attesa del concorso: «Non è vero che vogliamo chiuderlo. Abbiamo in programma il rafforzamento degli ospedali minori, tanto che già abbiamo stoppato quelli "unici" di Macerata e Pesaro»

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L’ospedale di Camerino

 

di Monia Orazi

A Camerino rientra l’emergenza di personale in ortopedia, con il supporto di medici di Macerata e Civitanova. E la giunta regionale, per bocca dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini assicura di non voler ridimensionare i servizi sanitari dell’ospedale: «A Camerino non è assolutamente vero che chiudiamo l’ospedale, si tratta di affermazioni politicamente strumentali – spiega Saltamartini -. Abbiamo in programma il rafforzamento degli ospedali minori, tanto che già abbiamo stoppato gli ospedali unici, e sottolineo unici, di Macerata e Pesaro».

Saltamartini fa il punto sull’ospedale camerte: «Attualmente a Camerino sono occupati sedici posti letto da pazienti Covid, gli altri servizi funzionano a prestazioni ridotte. La collocazione dei pazienti la decide la parte medica, non quella politica». Al momento in soccorso del reparto di ortopedia ci sono medici in turno che provengono dagli altri ospedali dell’Area vasta 3, precisa l’assessore regionale: «A Camerino si registra carenza di medici in ortopedia e cardiologia. Useremo il concorso di ortopedia dell’Area vasta 2, per due medici, sapremo il 10 marzo se verranno a Camerino. Da una settimana a turno a Camerino arrivano due medici da Macerata ed uno da Civitanova, per garantire due sedute, il team minimo che opera in ortopedia è di 4 medici. Lo stesso per cardiologia, il problema dei medici riguarda un po’ tutta la regione. Dovremo fare delle scelte, ora siamo in una condizione pandemica, non normale».

saltamartini

Filippo Saltamartini

Saltamartini spiega che una volta finita l’emergenza si lavorerà per il futuro: «Una volta finita l’emergenza pandemica si dovrà lavorare anche per portare nuovi pazienti a Camerino, tramite specializzazioni mediche, oltre a lavorare sul problema dell’organico. Esiste anche il problema della mobilità dei pazienti verso la vicina Umbria. E c’è anche un problema di comunicazione: è ora che le autorità locali la smettano di dire che non funziona nulla, da una decina di giorni è in atto una campagna indegna e strumentale, in un paese avanzato, nel pieno di una pandemia. Le prestazioni sanitarie sono ridotte, non c’è dubbio che tra qualche anno avremo un aumento di una serie di patologie, chiunque si presenta al Pronto soccorso, anche con il Covid che ha fatto una strage, ha diritto ad essere curato».

Conclude l’assessore regionale: «Oggi le persone in area medica con il Covid sono il 40 percento, 71 le persone ricoverate in terapia intensiva, mi occupo del presidio ospedaliero di Camerino ogni giorno, va messa la parola fine alle strumentalizzazioni, questioni politiche intorno all’ospedale, i cittadini devono sapere cosa c’è e cosa no, chiunque si presenta all’ospedale di Camerino al pronto soccorso è tutelato e garantito, funziona la Tac all’avanguardia donata dalla fondazione Bocelli, il resto con prestazioni ridotte perché c’è la pandemia». Intanto sul fronte dell’ospedale è stata lanciata online una petizione che ha già raccolto circa duemila firme, mentre il gruppo fondato sui social due giorni fa per parlare dell’ospedale di Camerino già viaggia spedito verso i quattromila iscritti, segno di quanto siano sentite nel territorio le problematiche riguardanti l’ospedale.

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