Giornata della memoria in Regione
«Razzismo, fascismo e nazismo
sono i nemici di sempre»

CONSIGLIO REGIONALE aperto sul ricordo della Shoa. Il presidente dell'Anpi Lorenzo Marconi: «Gli unici risultati di Hitler e Mussolini sono stati lo sterminio e le immense perdite inflitte ai popoli oppressi e di cui erano responsabili». Il governatore Acquaroli: «Questo giorno non può essere considerato come patrimonio di parte ed è nostro dovere evitare che possa essere utilizzato come qualcosa di strumentale»

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Lorenzo Marconi in Consiglio regionale

 

di Federica Nardi

Un giorno per ricordare le vittime della Shoa e per accorgersi anche delle grandi tragedie di oggi. Perché, «il nemico di sempre è il razzismo, il fascismo e il nazismo in ogni forma e declinazione e il dovere di ciascuno resta impedire che nelle difficoltà presenti prevalgano quelli che vogliono salvare se stessi a scapito dei più deboli. Eterna soluzione di tutti i fascisti». A dirlo durante la seduta aperta di Consiglio regionale dedicata alla Giornata della memoria Lorenzo Marconi, presidente dell’Anpi.

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Il Consiglio regionale aperto dedicato al Giorno della memoria

Di fronte alla platea di consiglieri e ai presidenti del Consiglio e di Giunta Dino Latini e Francesco Acquaroli, Marconi ha ricordato «la responsabilità di uomini e donne che non si sono opposti ai partiti di allora». Ricordando due nomi per tutti: «Hitler e Mussolini. Politiche guerrafondaie e di conquista, perché razziste e colonialiste, i cui unici risultati sono stati lo sterminio e le immense perdite inflitte ai popoli oppressi e ai popoli di cui erano responsabili. In tutti questi anni hanno incontrato una opposizione a volte armata, più spesso silenziosa, di una piccola parte dei loro connazionali. Fino all’organizzazione, come successo in Italia, di una Resistenza. Intesa come lotta di liberazione di un paese occupato e oppresso dai nazisti e dai fascisti e anche come conquista della libertà della Repubblica e della democrazia. Ovunque la Resistenza ha dovuto pagare prezzi altissimi di vite umane distrutte. Noi oggi ne onoriamo la memoria. Siamo all’inizio di un anno che tutti auspichiamo fiduciosi ci permetterà di lasciarci alle spalle l’incubo della pandemia. Ma dobbiamo pensare alla disuguaglianza delle condizioni di lavoro, capacità economiche e relazioni e soprattutto dovremo individuare utili strumenti per risarcire le giovani generazioni». Ad aprire la seduta il messaggio della senatrice a vita Liliana Segre, letto dal presidente Dino Latini: «Senza memoria, senza il senso della storia, delle cause, delle conseguenze, delle responsabilità è impossibile una cittadinanza consapevole e pienamente democratica». Dino Latini ha ricordato il «crescendo di pregiudizi alimentato dal vento della calunnia, fino allo sterminio di 6milioni di ebrei, tra cui 75mila italiani, trucidati per motivi razziali. Una tragedia immane, senza scuse, senza giustificazione, impossibile da comprendere oggi, eppure non accaduta nel Medioevo, ma solo pochi decenni fa». Una pagina della storia documentata dalle immagini girate dai soldati statunitensi, «grazie al Generale Eisenhower, che chiedendo alle sue truppe di filmare e documentare quanto avrebbero scoperto a Buchenwald, ha dato un grande contributo alla verità e alla democrazia».

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Emanuela Russi

Poi Emanuela Russi, presidente della comunità ebraica di Ancona: «La storia dell’odio anti ebraico è plurisecolare – ha spiegato Russi -. Bisogna scuotere le nostre coscienze per diventare testimoni attivi. Nella Shoa sono perite terribilmente anche altre persone: oppositori politici, testimoni di Geova, rom, persone disabili, omosessuali. Fare memoria, dalla nostra prospettiva ebraica, significa non cessare di interrogarsi sull’essere umano. Dignità e rispetto sono i due lemmi politici che emergono con forza dall’azione del ricordo responsabile.  Di fronte al nazismo come di fronte a ogni forma di male si può scegliere, perché nulla è scontato. Come fecero tante brave persone, i giusti (e di alcuni di essi non sapremo mai il nome), che nei giorni della persecuzione salvarono vite anche a rischio delle proprie»

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Marco Ugo Filisetti

Dopo la proiezione del video “Meditate che questo è stato”, l’attrice Iaia Forte ha interpretato alcuni brani del libro di Segre, “Sopravvissuta ad Auschwitz”, insieme alle pagine de “La storia” di Elsa Morante. La seduta è proseguita con le parole del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti, che sostiene che «la cultura dell’edonismo è il totalitarismo dei nostri giorni. Attraverso la perdita della memoria storica si compie il massacro spirituale e morale dei nostri ragazzi. L’appello è ad insegnare ai nostri ragazzi, spaventati dalle difficoltà di questi tempi, che quando si è in mezzo alle rovine sorge in quel momento su tutti e su tutto un dovere da esercitare. Il dovere di restare in piedi, non alzare le braccia, non gettare le armi ma continuare a battersi dando un senso alla vita, alla vita propria per se stessi ma direi anche e soprattutto per gli altri». Sono intervenute anche Clara Ferranti (rete universitaria per il Giorno della memoria), la presidente dell’Anmic Silvana Giaccaglia e Marco Labbate (Istituto di Storia Marche). 

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Francesco Acquaroli

Acquaroli parlato del riconoscimento del valore della memoria «come dovere di fronte ai fatti tragici accaduti, garante della nostra identità, la memoria deve unire e pacificare. Per questo il Giorno della memoria non può essere considerato come patrimonio di parte ed è nostro dovere evitare che possa essere utilizzato come qualcosa di strumentale, è simbolo che si estende per condannare tutti i crimini contro l’umanità, per motivi ideologici, politici o religiosi, come sottolineato dall’Europa in una risoluzione».

 

 

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Silvana Giaccaglia

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Clara Ferranti



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