Macerata fuori dagli enti per la pace:
«Risparmiare 600 euro su 100 milioni
Non è un motivo valido»

LETTERA APERTA dell'ex assessore regionale Angelo Sciapichetti che scrive al sindaco Sandro Parcaroli da privato cittadino: «Ci faccia conoscere quali sono le vere ragioni e se può, ritorni sulla sua decisione»

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Angelo Sciapichetti

 

L’ex assessore regionale Angelo Sciapichetti ha scritto una lettera aperta al sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, «come semplice cittadino». Il tema è l’uscita del Comune dal Coordinamento nazionale enti locali per la pace, che l’amministrazione ha giustificato come forma di risparmio della spesa pubblica. Solo che siccome il risparmio annunciato è di 600 euro all’anno (come quota di iscrizione al coordinamento), i conti a diversi esponenti politici locali non sono tornati, tanto che anche Alberto Cicarè (consigliere comunale di Strada comune-Potere al popolo) ha lanciato una provocatoria raccolta fondi per coprire la quota di iscrizione. Ora scrive anche Sciapichetti: «Se pur condivisibile la necessità di procedere al taglio delle spese cosiddette improduttive della pubblica amministrazione – dice Sciapichetti a Parcaroli -, non posso credere che lei pensi di poter dare un segnale in questo senso, partendo dal taglio di 600 euro da un bilancio comunale di oltre 100 milioni».

Sciapichetti prosegue: «In diverse occasioni lei ha affermato giustamente, di voler essere il sindaco di tutti, anche di chi, come il sottoscritto non l’ha votato. Vorrei capire pertanto, quali sono le vere motivazioni che l’hanno spinto a prendere una decisione di questo genere. Ho immaginato che fossero motivazioni politiche. Sono andato a vedere quali città potessero fregiarsi del titolo di “Città della pace” come Macerata e con mia enorme sorpresa ho scoperto che sono centinaia i comuni di ogni regione e di ogni schieramento politico che aderiscono al coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace. Quindi non sono motivazioni politiche. Non possono essere certamente motivi dettati da quella fede religiosa che sia io che lei signor sindaco, abbiamo ricevuto in dono perché già nel 1920 Papa Benedetto XV promulgò la prima Enciclica sulla pace “La Pacem Dei Munus Pulcherrimum”, poi nel 1963 Papa Giovann XXIII con la “Pacem in Terris”, Paolo VI nel 1967 con la “Populorum Progressio” , Giovanni Paolo II con la “Sollecitudo Rei Socialis” invocarono con proprie Encicliche la pace; Papa Francesco fa appelli quasi quotidiani in tal senso. Non possono essere certamente motivi di ordine educativo perché credo sia dovere prioritario di tutti noi, impegnati in vario modo nel sociale, quello di inculcare ai giovani, anche con semplici atti simbolici, una cultura della pace, del dialogo, del rispetto, dello sviluppo, della cooperazione e della solidarietà internazionale tra i popoli per combattere lo sfruttamento, la miseria e le guerre che stanno insanguinando il mondo nel quale viviamo. Lei più volte signor sindaco, ha detto di voler promuovere iniziative che facciano conoscere in Europa e nel mondo la nostra città, bene: quale miglior biglietto da visita per quella Civitas Mariae che noi tutti amiamo di poter continuare a definirsi “Città della Pace”? La prego quindi – conclude Sciapichetti -, ci faccia conoscere quali sono i veri motivi che lo hanno spinto a prendere una decisione di questo genere che ferisce la sensibilità di molti maceratesi che lei rappresenta e se può, ritorni sulla sua decisione. Gliene saremmo grati. Davvero. La pace si costruisce giorno dopo giorno anche con gesti umili e semplici».

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